http://www.asianews.it Alla marcia di Hong Kong: “Ora vogliamo il suffragio universale” Alcuni manifestanti scesi in piazza per protestare contro la visita di Hu Jintao, il nuovo governo del Territorio e l’erosione dei diritti fondamentali, dicono ad AsiaNews: “Sono 15 anni che aspettiamo, ora devono darci ascolto”. La comunità cattolica in preghiera prima della marcia per la democrazia e lo stato di diritto anche in Cina. Hong Kong (AsiaNews) - Nonostante gli oltre 31 gradi che si avvertivano, oltre 400mila abitanti di Hong Kong sono scesi in piazza ieri - 15mo anniversario del ritorno dell'ex colonia alla Cina - per manifestare a favore della democrazia e della libertà del Territorio e per chiedere verità sulla morte di Li Wangyang. Secondo la polizia, nei momenti di massima affluenza i dimostranti erano 63mila. La manifestazione e la marcia sono iniziate 6 ore dopo l'inaugurazione del quarto governo della Regione ad amministrazione speciale di Hong Kong. I dimostranti hanno chiesto in massa le dimissioni del nuovo Capo dell'Esecutivo, Leung Chun-ying, un'inchiesta sulla morte di Li Wangyang e la difesa dei valori centrali del Territorio, fra cui spiccano libertà, diritti umani e la messa in vigore di un sistema del tutto democratico. Gli slogan più scanditi erano quelli relativi alle dimissioni di Leung, che si è insediato ieri mattina alla presenza del presidente cinese Hu Jintao. Egli ha vinto le elezioni grazie ai voti degli elettori sostenuti da Pechino ma non si è comportato in maniera onesta riguardo alcune strutture illegali presenti nella sua casa. I manifestanti hanno inoltre dimostrato la propria ira per la mancata attuazione del sistema "una testa, un voto" per l'elezione del capo e del resto dell'esecutivo, che viene rimandato da molto tempo. Alla cerimonia inaugurale, Hu ha chiesto al nuovo governo e al popolo di Hong Kong di promuovere l'armonia sociale e la stabilità, sostenere la Basic Law [la piccola Costituzione del Territorio, eredità dei britannici e dei cinesi ndr], migliorare la propria competitività e curare lo sviluppo dei talenti locali. La Basic Law è la base legale su cui poggia l'accordo "Un Paese, due sistemi". Nel suo discorso inaugurale Leung Chun-ying ha detto che vuole iniziare il proprio lavoro guidando Hong Kong verso alcuni cambiamenti, ma allo stesso tempo preservando la stabilità. Tuttavia una dei manifestanti, che sventolava un cartello fatto a mano con cui chiedeva le dimissioni del politico e il suffragio universale per Hong Kong, ha detto ad AsiaNews: "Aspettiamo il sistema 'una testa un voto' da 15 anni, ovvero dall'handover del 1997. Leung non è onesto e non ha la fiducia e la confidenza della popolazione. È stato eletto da un piccolo circolo di potere sostenuto dal governo cinese". Anche altri dimostranti, intervistati sul posto da AsiaNews, hanno condiviso questa opinione. Altri dimostranti hanno chiesto con forza la verità sulla morte di Li Wangyang, dissidente pro-democrazia che ha passato 20 anni in carcere dove è stato torturato, che è "morto all'improvviso" dopo aver concesso un'intervista ai media di Hong Kong. Dopo il funerale i suoi parenti sono "scomparsi". Il governo cinese sostiene che Li "si è suicidato". Il 17 giugno scorso, più di 20mila abitanti di Hong Kong sono scesi in piazza per protestare contro quanto accaduto e hanno chiesto alle autorità cinesi una vera inchiesta sulla morte del dissidente. Un altro manifestante ha detto ad AsiaNews: "Chiediamo giustizia per Li e la sua famiglia. È stato coraggioso ed è stato torturato sin dal 1989 per aver chiesto democrazia in Cina. Vogliamo che venga fatta luce sulle cause della sua morte". Prima della marcia, i cattolici e i cristiani locali hanno tenuto un incontro di preghiera al Victoria Park, da cui la manifestazione ha preso il via. I presenti hanno pregato per la libertà di stampa, per i giovani, per la democrazia, per la libertà di espressione, per lo stato di diritto e per il futuro di Hong Kong, messo a rischio dalla debolezza della società. Inoltre, in tutte le chiese cattoliche del Territorio si è pregato per Hong Kong e per la Cina durante le messe celebrate ieri.
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