http://www.asianews.it La prevedibile "democrazia interna" del Partito: Xi Jinping e Li Keqiang nel Comitato centrale Tutto si svolge secondo un canovaccio stilato in precedenza. Domani vi saranno le elezioni del Politburo e del Comitato permanente del Politburo. Nelle interviste, la commozione dei delegati per il discorso di Hu Jintao. Lo "sviluppo scientifico" entra nella costituzione. Pechino (AsiaNews) - Come volevasi dimostrare: con la precisione di un teorema di geometria, quest'oggi la Xinhua ha dato breve notizia che il vicepresidente Xi Jinping e il vice-premier Li Keqiang sono stati entrambi votati per entrare nel Comitato centrale del Partito comunista cinese, aprendo loro la strada a divenire - rispettivamente - il futuro presidente e segretario generale e il futuro premier. I loro due nomi sono predestinati a tali cariche da almeno tre anni, mostrando che la cosiddetta "democrazia interna" del Pcc funziona perfettamente a comando. Da anni il presidente uscente Hu Jintao e il suo premier Wen Jiabao affermano che occorre maggiore democrazia per i ruoli del Partito e del governo. Ma le cariche sembrano ancora una volta scelte dall'alto, anche se si dà ad esse una parvenza di "elezione". I 2270 delegati al Congresso dovevano scegliere circa 200 membri (stabili) per il Comitato centrale e 170 membri a rotazione, senza diritto di voto. Ma secondo informazioni trapelate da qualche delegato del Gansu, i candidati del primo gruppo erano solo 205, rendendo molto facile il riempimento dei seggi. Nonostante ciò, il presidente Hu Jintao - secondo Xinhua - ha sottolineato con enfasi che il Congresso "ha rimpiazzato capi più anziani con capi più giovani" prendendo decisioni "di grande importanza storica". Sempre secondo Xinhua - unica fonte di comunicazione in diretta, in un Congresso che si celebra a porte chiuse - fra le personalità elette nel Comitato centrale vi sono il vice-premier Wang Qishan, che entra (come previsto) nella Commissione disciplinare per diventarne il futuro capo; Liu Yunshan, capo della propaganda; Liu Yandong, forse la prima donna ad entrare nel Politburo; Li Yuanchao, capo dell'organizzazione; Wang Yang, segretario del Guangdong, ritenuto un riformista; Zhang Gaoli, capo di Tianjin; il vice-premier Zhang Dejiang, con studi in Nordcorea; Yu Zhengsheng, capo del Partito a Shanghai. Il nuovo Comitato centrale si riunirà domani per eleggere il Politburo, composto di 24 membri, e il Comitato permanente del Politburo. Non si sa ancora se quest'ultimo sarà di nove (come è attualmente) o di sette membri. Assieme alla "democrazia interna" vi è la "democrazia da teatro": oggi Xinhua ha perfino lanciato i risultati del voto attraverso messaggi su Twitter e su Sina Weibo (il miniblog cinese). Ma non fa notare a nessuno che in Cina Twitter è bloccato. Anche i motori di ricerca internazionali sono resi inutili quando si domandano informazioni sui vari candidati del Congresso. Ma il vertice della "democrazia da teatro" sono le interviste che vengono offerte ai giornalisti: candidati di diverse zone della Cina piangono davanti alle telecamere e ai giornalisti stranieri spiegando tutta la loro commozione ad ascoltare il discorso di Hu Jintao, che ha messo in guardia tutto il Partito contro la corruzione. L'approccio dello "sviluppo scientifico" di Hu è stato votato per essere inserito nella costituzione, accanto al "pensiero di Mao", le "modernizzazioni" di Deng Xiaoping, le "tre rappresentanze" di Jiang Zemin.
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