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20 giu.2012

Processo Ai Weiwei,
alta tensione
di Antonio Talia


Pechino, 20 giu.- Processo blindato per Ai Weiwei: mercoledì le autorità cinesi hanno impedito all’artista-dissidente di recarsi al tribunale di Pechino, dove la sua società Fake Co. sta sfidando l’agenzia delle entrate in una causa dal forte significato politico. Le forze dell’ordine hanno intimato a numerosi attivisti di tenersi lontani dalle aule del tribunale e Liu Xiaoyuan, avvocato dell’artista, risulta irreperibile da martedì notte, quando era stato convocato dalla polizia. L’abitazione di Ai Weiwei è circondata da almeno una trentina di automezzi delle forze di sicurezza, che impediscono a chiunque di avvicinarsi. Anche il tribunale è presidiato da un imponente schieramento di forze dell’ordine, che hanno bloccato il traffico e stanno identificando tutti i giornalisti stranieri presenti.

Ai Weiwei è l’artista cinese più conosciuto al mondo: dopo anni di accese critiche al governo di Pechino, nell’aprile del 2011 è stato arrestato e recluso per quasi tre mesi con l’accusa di frode fiscale, e condannato a una multa da 15 milioni di yuan (circa 1,8 milioni di euro). Ai, che sostiene di essere finito in carcere a causa delle sue idee politiche, ha definito l’imputazione “una farsa” e alcuni mesi fa ha presentato un ricorso contro l’agenzia delle entrate. 

“Ho ricevuto dalla polizia l’ordine di non presentarmi in tribunale- ha detto ai media internazionali Ai Weiwei- ma nessuno mi ha spiegato il motivo. La Cina può avere qualsiasi cosa, può avere una navicella che compie grandiose missioni spaziali, ma nessuno ti darà mai delle spiegazioni sulle decisioni delle autorità. Non c’è confronto, non c’è la possibilità di discutere”.

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