http://www.unita.it
1 marzo 2012

Tutti per Rossella Urru un'unica voce: «Liberatela»
di Damiela Amenta

Non è sola Rossella Urru. Non ora. Perché da ieri si celebra il "blogging day" per chiedere la libertà della cooperante di Samugheo, rapita quasi quattro mesi fa in Algeria insieme a due colleghi spagnoli. Almeno duecento tra i blogger più noti stanno scrivendo un post per tenere viva e accesa l’attenzione. Su Twitter si moltiplicano le adesioni, su Facebook in centinaia stanno cambiando la foto del proprio profilo con quello della ragazza sarda. Anche Unita.it partecipa all’iniziativa con una foto di Rossella in homepage. Siamo tanti, ora. Con la famiglia Urru che non si è mai arresa. Tanti e determinati ad amplificare la voce di Rossella che è stata silenziata, a raccontarne la storia esemplare e luminosa, aspettando che sia lei a raccontarci ancora la sua esperienza nelle terre martoriate del pianeta. Siamo in tanti. Siti, grandi network dell’informazione come Rai Tre, politici di ogni schieramento. «Liberate Rossella».

Un urlo, una necessità. Rossella, 29 anni, è stata rapita da un commando la notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso nel sud-est dell’Algeria. Lì si occupava di rifornimenti alimentari per il campo profughi Saharawi di Rabuni pieno all’inverosimile di donne e bambini allo stremo. Le ultime notizie risalgono a dicembre quando un gruppo dissidente dell’Aqmi (Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya) ha rivendicato il rapimento. Da allora più nulla. Silenzio.

Silenzio rotto adesso da una valanga di tweet, dai post, dagli appelli, dalle lettere. Come quella delle donne di Fabrica di Roma che hanno creato un gruppo proprio per chiedere la libertà dei «sequestrati umanitari». Scrivono: «La storia di Rossella Urru è quella dell’Italia migliore, dei tanti italiani che lasciano il nostro Paese e decidono di dedicarsi agli altri in ogni parte del mondo. Senza guadagnarci nulla: per amore, per passione nei confronti dell’altro e lontani da ogni clamore mediatico». Le donne sono state le prime a mobilitarsi: quelle dell’Udi, della Cgil, di Senonoraquando hanno marciato a Ravenna. Una voce che corre. Un abbraccio collettivo, ora. Basta leggere il blog della famiglia Urru, «Per l’immediata liberazione di Rossella», per capire come un luogo virtuale sia diventato un posto vivo, che pulsa, che raccoglie le testimonianze di amici, vecchi insegnanti, sconosciuti e altri «invisibili», i cooperanti che l’hanno conosciuta e con lei hanno condiviso e condividono la passione e l’amore per gli altri, per i dimenticati. Messaggi struggenti da ogni parte del mondo. «Ciao Ross, ci sentivamo via Skype e tu avevi sempre da fare, ti voglio bene. Torna presto», «Ciao Ross, Il tuo esempio di cooperante è fonte di ispirazione per tante persone. Il paradosso è che grazie a quello che stai vivendo, tutti noi sappiamo qualcosa in pìù di te, del tuo lavoro e del paese in cui operi. E tutta questa storia dà un senso ed una dimensione al nostro quotidiano, alla nostra libertà data per garantita. Un abbraccio ed un sorriso da Bruxelles».

Un fiume in piena. «Liberatela, liberiamola. Siamo tutti Rossella». Tutti Rossella. Con lo sguardo fiero e tenero di questa ragazza che culla un bambino a Rabouni, con la sua determinazione mentre mostra un computer alle monitrici di Awserd.

Tutti Rossella, con Geppi Cucciari e Fiorello e con le donne e uomini di spettacolo e cultura che la rivogliono a casa, nella sua Sardegna. Anche il Cagliari Calcio le ha scritto una lettera: «Nella giornata a te dedicata vogliamo anche inviare un sincero pensiero di conforto ai tuoi genitori che con ammirevole dignità e coraggio, al di là delle assicurazioni istituzionali, attendono il tuo ritorno a casa. Non sappiamo se ti sei mai interessata a noi, se hai mai tifato rossoblu o altri colori: poco importa, ci piace pensarti come una realtà sarda “momentaneamente impegnata all’estero”: vorremmo avere anche noi, dopo quello dei tuoi cari, la possibilità di stringerti nel nostro modesto abbraccio».

Oggi Margherita Boniver, l’inviato speciale del ministro degli Affari Esteri per le emergenze umanitarie, sarà in Mauritania. L’obiettivo è ottenere «una maggiore collaborazione» delle autorità locali per la libertà di Rossella Urru e Maria Sandra Mariani, rapita in Algeria il 2 febbraio dello scorso anno dal gruppo terroristico Aqmi.

La Rete si mobilita, certo. Ma serve un’azione politica e diplomatica di spessore. Ed è questo che hanno chiesto, attraverso un’interrogazione ai ministri degli Esteri e della Cooperazione, i senatori del Pd Vincenzo Vita e Albertina Soliani. «Il governo ci aggiorni su quanto si sta facendo per il caso Urru «Ci auguriamo - sottolineano - che a quattro mesi di distanza dal rapimento possano esserci novità confortanti e non il continuino susseguirsi di notizie infondate sulla liberazione della giovane il cui caso, per troppo tempo, è stato ignorato da parte dei media». Allo stesso modo anche i parlamentari Idv chiedono «notizie e azioni diplomatiche». A Samugheo, 3250 anime in provincia di Oristano, si aspetta, si prega. Da ieri anche il paese sardo non è più solo. Sulle facciate dei comuni e delle province di Cagliari, di Bologna c’ è una foto di Rossella. Libera.

top