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Wikileaks: lo sciame di voci accelera l’attacco all’Iran L’attacco all’Iran è vicino. Nessuno ne parla direttamente, ma la guerra-lampo contro Teheran, che secondo il Global Research Institute di Ottawa potrebbe essere l’inizio della Terza Guerra Mondiale, è un’eventualità quasi imminente. La prova? Il paese degli ayatollah è “accerchiato” da uno schieramento militare senza precedenti nella storia. Si aspetta solo che qualcuno prema il grilletto. Qualcuno chi? Israele, naturalmente. Un indizio prezioso viene da Zbignew Brzezinski, segretario nazionale alla Sicurezza Usa ai tempi di Jimmy Carter. Brzezinski invita a “leggere” dietro le rivelazioni di Wikileaks. Qual è il vero obiettivo? Demolire la credibilità interna dei governi arabi, mettendo in piazza il loro tifo per un’azione bellica contro il regime di Ahmadinejad. Le dichiarazioni di Brzezinski, rilasciate a metà dicembre, sono state completamente ignorate dal sistema dei media: «Interessante osserva Giulietto Chiesa su “Megachip” che quasi non se ne sia trovata traccia nel mainstream». Le esternazioni dall’alto esponente della vecchia leadership democratica americana sono sul web: per riascoltarle basta andare al canale YouTube della Pbs, il network “pubblico” statunitense. «Io penso che le questioni principali», dice Brzezinski delle rivelazioni del sito di Julian Assange, «non siano quelle che hanno conquistato i titoli di testa». E spiega: «A chi interessa che Berlusconi sia descritto come un clown? Molti italiani ne sono consapevoli. A chi interessa se Putin è descritto come un alpha dog?». Il vero punto è: «Chi sta nutrendo WikiLeaks su questa faccenda?». I redattori del sito di Assange, continua Brzezinski, «stanno ricevendo un sacco di informazioni che, a prima vista, sembrano banali, senza connessioni, ma alcune cose appaiono sorprendentemente accurate». Ovvero: «I ben mirati riferimenti ai leader arabi potrebbero avere come obiettivo quello di minare la loro credibilità politica in patria, a causa della rivelazione in pubblico della loro ostilità nei confronti dell’Iran. La qual cosa potrebbe, in effetti, in casa propria, ritorcersi contro di loro». C’è da chiedersi, prosegue Brzezinski, «se WikiLeaks sia in effetti manipolata da parti interessate che si propongono sia di creare difficoltà alle relazioni americane con altri governi, oppure puntano a indebolire certi governi». A insospettire Brzezinski è la precisione di alcuni riferimenti, nell’area del Medio Oriente: «Mi chiedo se, in sostanza, non ci si trovi di fronte a operazioni ispirate internazionalmente da servizi d’intelligence, che stanno riempiendo di cose WikiLeaks, vedendo in questo un’occasione unica di metterci in imbarazzo, di mettere in difficoltà la nostra posizione, ma anche di danneggiare i nostri rapporti con determinati governi». E quale può essere, si domanda Giulietto Chiesa, il servizio segreto che ha come obiettivo di mettere in imbarazzo l’amministrazione di Obama e, al tempo stesso, i leader arabi? Quale può essere l’intelligence dotata di «amici così potenti e così informati, tali da potersi addirittura impadronire di una parte rilevante degli archivi del Dipartimento di Stato Usa»? «Nemmeno Brzezinski osa fare il nome, anche se ce lo lascia capire», continua Chiesa. «Non fa il nome non solo perché non ha le prove (o non le può esibire). Non fa il nome perché quel servizio segreto fa paura anche a lui. Ecco perché possiamo escludere che sia il servizio segreto del Venezuela, quello del Burkina Faso o quello dell’Islanda». Resta solo il Mossad. E allora, conclude Chiesa, «penso che tutto questo ricordarci che molti leader arabi vogliono bombardare l’Iran (vogliono che gli Usa, o Israele, bombardino l’Iran), se possibile domani, o dopo, significa soltanto che l’idea di un bombardamento sull’Iran è più matura che mai in questo decennale dell’11 Settembre 2001». Ne consegue che, questa volta, Zbignew Brzezinski è dalla parte con la sua usuale freddezza di coloro che paventano questa ipotesi. «E ce l’ha voluto far sapere. Di questo, sentitamente, ringraziamo» |