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Global warming, Sir Bob Watson: «Così gli obiettivi climatici sono fuori portata» Sir Bob Watson (Nella foto), attuale chief scientist del Department for food and rural affairs (Defra) britannico ed ex presidente dell'Intergovernmental panel on climate change, uno dei maggiori consulenti scientifici del governo britannico, ha detto in un'intervista a Channel 4 News che «Gli sforzi per fermare un forte aumento delle temperature globali sono ormai non realistici. Ogni speranza di limitare l'aumento medio della temperatura a 2 gradi centigradi è fuori portata» .Il "2 C target" e stato concordato durante il summit di Cancun del 2010 dell'United Nations framework convention on climate change (Unfccc), ma la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo (e del mondo) chiedeva un obiettivo più basso: 1.5 gradi di aumento della temperatura globale. Secondo Sir Watson, «L'aumento potrebbe essere maggiore, fino a 5° C, con conseguenze disastrose. Il cancelliere, George Osborne, dovrebbe sostenere gli sforzi volti a ridurre le emissioni di CO2 del Regno Unito. Se guardo indietro a Copenaghen, Cancun e Durban devo dire che non posso essere troppo ottimista. Per essere sincero, l'idea di un obiettivo 2° C è in gran parte fuori portata». Sir Bob Watson è uno tra gli scienziati del cambiamento climatico più rispettati al mondo, ha lavorato anche per la Banca Mondiale ed è stato consulente dell'ex vice-presidente Usa Al Gore. Prima di dimettersi a settembre da Defra ha voluto chiedere ufficialmente ad Osborne di riconsiderare la sua opposizione a misure severe per ridurre le emissioni di CO2. Infatti Osborne ha detto che gli ambiziosi obiettivi che la Gran Bretagna si è data per ridurre le emissioni di gas serra devono essere rivisti al ribasso per non far perdere competitività alle imprese verso i Paesi che si sono dati obiettivi molto minori. Ma Sir Watson non ci sta: «Vorrei dire a George Osborne: lavora con il settore pubblico lavora con l'opinione pubblica per il cambiamento dei comportamenti. Dimostriamo al resto del mondo che qui possiamo fare progressi significativi. Il Regno Unito e la Germania dovrebbero continuare a svolgere un ruolo guida nel condurre gli sforzi per raggiungere un trattato internazionale efficace. Se continuiamo su questa strada c'è una possibilità 50-50 che arriviamo ad un aumento di 3 gradi. Io non escluderei 5 gradi mondiali, il che sarebbe molto grave per la gente di tutto il mondo, soprattutto i più poveri. Abbiamo bisogno di maggiore volontà politica di quella che abbiamo attualmente». Watson dice che con questo aumento della temperatura globale «Gli impatti sulla salute umana, la disponibilità di cibo e di acqua, la perdita delle coste diventeranno progressivamente peggiori, mentre la temperatura media del pianeta aumenta». Sir Watson non è il solo a lanciare l'allarme: molti rapporti scientifici, tra i quali anche un recente studio dell'International energy agency, dicono che ci possiamo dimenticare di realizzare il "2 C target". Sir Bob aggiunge che «Ridurre drasticamente le emissioni di CO2 è possibile utilizzando tecnologie innovative, senza danneggiare la ripresa economica. Per far questo non ci vuole una rivoluzione nella tecnologia energetica: ci si arriva con un'evoluzione. Quindi la domanda è, c'è la volontà politica? O tutti finiscono per guardare quel che fanno gli altri?». Lo scienziato britannico sottolinea che «Non c'è alcun dubbio che la temperatura della terra sia più calda di quanto lo era 100 anni fa. Non c'è dubbio che stiamo vedendo più alluvioni, più siccità, più ondate di calore, che sono tutti completamente coerenti con l'ipotesi di cambiamenti climatici indotti dall'uomo, che riguarda il fatto che noi esseri umani stiamo cambiando il nostro ambiente». Lo science editor di Channel 4 News, Tom Clarke ha chiesto a Watson se l'allarmismo climatico degli ambientalisti, soprattutto in un momento di crisi economica, non stia modificando la percezione dell'opinione pubblica sui pericoli per l'ambiente e Sir Bob ha risposto: «Una delle sfide è come confezionare il messaggio che il cambiamento climatico indotto dall'uomo è un problema molto serio Ma senza messaggi credibili sulle soluzioni economiche al problema, l'argomento può essere perdente. Negli Usa questo non è un problema, la anti-climate change lobby Usa domina il dibattito». La demoralizzazione può produrre effetti pericolosi: da alcune parti si suggerisce di abbandonare gli sforzi internazionali per raggiungere un accordo sul clima, ma Watson non è d'accordo: «Considerando le dimensioni del problema, ci sarà sempre un ruolo per un processo guidato dalle Nazioni Unite. Non c'è dubbio che il movimento all'interno della Convenzione sul clima sia incredibilmente lento. Le emissioni devono essere letteralmente ridotte in tutti i Paesi, in modo da poter avere un dialogo internazionale».
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