Foto tratta da www.anthropocenejournal.com 
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18 giugno 2012

Rio+20, ambientalisti di tutto il mondo contro i perversi incentivi alle fonti fossili
Negoziati, si tenta la via brasiliana ma sono tante le spine
da Rio De Janeiro Maurizio Gubbiotti
Responsabile dipartimento internazionale Legambiente, in esclusiva per greenreport.it

A Rio, chiusa la terza sessione negoziale venerdì sera con un testo ancora generico, poco ambizioso e che non accontentava né i Governi né le Ong, a scendere in campo è stata la Presidenza Brasiliana avviando le consultazioni su un nuovo testo alternativo.

La nuova proposta brasiliana è considerata da quasi tutti i governi dall'Ue agli Usa ai G77 fino ai Basic un buon testo di compromesso su cui poter avviare finalmente il vero negoziato, e già da questa sera dovrebbe essere presentata una nuova versione che tenga conto degli incontri bilaterali in corso.

A considerare giustamente il testo ancora molto debole per la mancanza soprattutto di impegni concreti, principalmente target e soldi aggiuntivi, e di scadenze per attuarli, sono le Ong, che denunciano una particolare debolezza e genericità proprio su acqua ed energia.

Le questioni in ballo rispetto al testo finale sono sempre la nuova governance, i nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs-Sustainable Development Goals) che dovranno sostituire ed integrare quelli del millennio alla loro scadenza nel 2015, il ruolo della green economy e soprattutto le risorse finanziarie per sostenerla nei paesi in via di sviluppo. Sul tavolo G77 e Basic propongono un fondo di 30-100 miliardi di dollari aggiuntivi sfidando Ue e Usa a fare la loro parte.

La sensazione più forte non è quella di un miracolo politico in dirittura di arrivo dei negoziati, anche se molti aspettano e chiedono una spinta dal G20 di domani in Messico, e se ad esempio si leggono le parti sull'energia sembrano davvero scritte dall'industria del petrolio e dei combustibili fossili. E' anche per questo che molti chiedono ai leader in Messico che rivedano il loro impegno di Pittsburgh del 2009 per la riforma dei sussidi ai combustibili fossili se hanno almeno un po' a cuore il successo di Rio+20.

Oggi intanto contro i sussidi perversi ai combustibili fossili numerose associazioni ambientaliste di tutto il mondo, raggruppate dalla coalizione 350.org, hanno lanciato un appello ai leader del pianeta riuniti per il G20, con una 24 ore di attivazione sui social network: centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sono chiamate a usare Twitter per lanciare lo stesso messaggio: "Per cosa si spendono 1.000 miliardi dollari? Fermiamo i sussidi ai combustibili fossili (#EndFossilFuelSubsidies) a # Rio20 per poi cominciare una rivoluzione energetica pulita".

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