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Piombo nelle urine degli abitanti di Taranto. Ilva verso il sequestro
Nelle urine degli abitanti di Taranto è stata riscontrata la presenza di piombo oltre i limiti consentiti. A riferirlo è il presidente di Peacelink Taranto Alessandro Marescotti, citando dati presentati in un convegno a Oxford. La presenza della sostanza cancerogena nelle urine dei tarantini è stata riscontrata da una ricerca che ha preso in considerazione 141 soggetti analizzati: 67 uomini e 74 donne. I valori di riferimento per il piombo sono fissati, per la popolazione non 'occupazionalmente' esposta, in un intervallo che va da 0,5 a 3,5 microgrammi per litro. Il valore medio del piombo urinario riscontrato nelle analisi è stato di 10,8 microgrammi/litro. La concentrazione di piombo nelle urine è statisticamente significativa nei soggetti che hanno mangiato pesce nelle 72 ore precedenti l'analisi. Lo studio ha riscontrato anche per il cromo un valore medio che supera l'intervallo dei valori di riferimento. Il valore medio è 0,45 microgrammi per litro quando dovrebbe invece mantenersi nell'intervallo di riferimento di 0,05-0,32 microgrammi per litro. Lo stesso vale per il mercurio: “concentrazioni significative” di mercurio si registrano tra coloro che hanno consumato crostacei nell 48-72 ore precedenti l'analisi. In seguito alla diffusione di questi e altri dati a Taranto si parla ora di un possibile sequestro cautelare degli impianti dell'Ilva, ipotesi alla quale si dicono contrari gli operai del polo siderurgico, preoccupati più di perdere il posto di lavoro che la loro stessa salute. I lavoratori dell'acciaieria più grande d'Europa hanno annunciato manifestazioni di piazza e blocchi stradali. Intanto ieri il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco ha depositato in cancelleria il provvedimento a seguito dell’incidente probatorio, chiuso il 30 marzo scorso, inserito nel processo per disastro ambientale e inquinamento atmosferico a carico dei vertici e dei dirigenti dell’Ilva. Gli elementi di valutazione contenuti nelle due perizie, chimica ed epidemiologica discusse nell’incidente probatorio, attribuiscono all'Ilva precise responsabilità sul mancato controllo delle emissioni e legano gli agenti inquinanti prodotti dall’impianto siderurgico con i ricoveri, le patologie e i decessi registrati a Taranto. L'ipotesi ritenuta più probabile nelle ultime ore è che si procederà al sequestro dell’area. L’unica variabile da definire è se il sequestro preveda o meno la facoltà d’uso.
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