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A sette anni da Kyoto: investire in efficienza energetica e rinnovabili Ricorre oggi il settimo anniversario del Protocollo di Kyoto, primo accordo internazionale sulla lotta ai gas serra, adottato nella città giapponese nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005. Un trattato che doveva costituire un punto di partenza per una svolta globale in tema di politiche energetiche, e che nonostante questo proposito, non ha avuto poi la ratifica da parte di uno dei paesi che maggiormente contribuiscono alla produzione planetaria di inquinamento atmosferico: gli Stati Uniti. A questo si deve aggiungere l'esenzione di Cina e India dagli obblighi previsti dal protocollo, e il fatto che a dicembre 2011 il Canada è stato il primo paese a ritirarsi dal protocollo di Kyoto. Detto questo, c'è da aggiungere che non si tratta dell'ultimo anniversario del trattato internazionale, come previsto inizialmente, in quanto i delegati presenti alla Conferenza sul clima di Durban hanno deciso di prorogare l'accordo fino al 2015, anno in cui dovrebbe poi essere negoziato un accordo operativo dal 2020. Secondo i dati preliminari dell'Agenzia europea dell'ambiente, l'Italia è a quota -4,8% di Co2, sull'obiettivo fissato da Kyoto del -6,5%, rispetto ai livelli del 1990 previsto dal Protocollo. Il target europeo sarà probabilmente superato, arrivando ad oltre il 10%, rispetto all'8% previsto. E proprio nel giorno dell'anniversario del Protocollo di Kyoto, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha presentato il Fondo per la promozione di investimenti pubblici e privati per la riduzione delle emissioni. Il Fondo Kyoto, che partirà il 15 marzo, prevede essenzialmente per interventi su efficienza energetica, diffusione di mini impianti per la produzione di elettricità, calore e freddo, impiego di rinnovabili di piccola taglia e promozione di nuove tecnologie. A ribadire la forza dell’economia verde sono oggi le associazioni ambientaliste. Secondo lo studio Investire sul futuro: Più posti di lavoro con un bilancio dell’Unione Europea più verde, curato dal WWF insieme con altre ONG ambientaliste internazionali, se l’Europa investisse nella green economy potrebbe creare più posti di lavoro con meno soldi. Per l’Italia, dunque, sarebbe un modo per uscire dalla crisi e investire nel futuro. Il WWF sottolinea che con un miliardo di euro di investimenti 'green' si potrebbero creare 29 mila nuovi posti di lavoro, che diventerebbero quasi 53.000 nelle energie rinnovabili o 26.000 nell'efficienza energetica. “I politici ha affermato Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia - devono rendersi conto che, integrando gli investimenti verdi nel prossimo bilancio UE, possiamo creare più posti di lavoro e raggiungere anche i nostri obiettivi strategici. In questo periodo di austerità, i cittadini chiedono che ogni centesimo con cui essi contribuiscono al bilancio dell'UE, frutti di più per l'Europa. Il bilancio attuale sta sostenendo attività contrarie ai nostri obiettivi di politica ambientale. Dov’è la logica in tutto questo?”. E per il settimo compleanno di Kyoto, Legambiente ha invece costruito la casa ideale che risponde alle migliori pratiche dei comuni italiani. La casa ideale per vivere, spiega l'associazione, è quella progettata e costruita in modo tale da avere bisogno di una quantità ridotta di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, che sfrutta le fonti rinnovabili, che garantisce un concreto risparmio economico ed energetico, favorendo una migliore qualità della vita per i suoi abitanti e riducendo l’emissione di gas climalteranti. Legambiente lancia così il 'regolamento edilizio d'Italia', e invita le amministrazioni comunali a dotarsi del 'regolamento per eccellenza'.
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