http://www.greenreport.it Doha, a pochi giorni dal rompete le righe di sostenibile c'è solo il "palazzo" I lavori della diciottesima Conferenza delle parti sui mutamenti climatici qui a Doha proseguono e venerdì, giorno previsto per la chiusura, non è molto lontano, ma certo i punti fermi non sono molti. Si è deciso che la Polonia sarà la sede della prossima COP19, nel novembre del 2013, cosa che ha suscitato non poche perplessità visto che parliamo di un Governo, quello di Varsavia che da oltre un anno sta bloccando le negoziazioni fermando sul nascere qualsiasi tentativo di passo avanti da parte dell'Unione Europea. E se Sua Eccellenza Abdullah bin Hamad Al-Attiyah, Presidente di questa Conferenza, rappresentando il Qatar che è il paese con le più alte emissioni procapite al mondo, continua ad esprimere la propria contrarietà ad un piano di mitigazione delle emissioni basato su un modello procapite, si discute molto sul modello da adottare nel nuovo accordo globale previsto dalla Durban Platform (ADP), quella uscita dalla COP17 dello scorso anno a partire dal 2020. Per il principio delle comuni ma differenziate responsabilità, il sistema procapite garantirebbe maggiore equità tuttavia avvantaggerebbe Paesi come la Cina, oggi con le maggiori emissioni di gas serra al mondo ma, allo stesso tempo, con percentuali di emissioni procapite molto più basse di Stati Uniti o Unione Europea. Con il sistema in vigore basato sulla divisione in Annex invece, sarebbe possibile applicare riduzioni ai paesi con le maggiori emissioni complessive, ma che oggi presentano condizioni socio-economiche peggiori di quelle degli anni novanta alle quali si riferisce il Protocollo di Kyoto, trascurando però le realtà locali dei grandi paesi in via di sviluppo come India e Cina ad esempio. Nella prima settimana quindi le posizioni si sono consolidate tra chi vuole fortemente un accordo vincolante e chi propone un percorso più flessibile, ma le questioni aperte all'interno del negoziato dell'Unfccc sono ancora tutte sul tavolo. Dal "Second committment period" del protocollo di Kyoto, nonostante la Conferenza di Bangkok di fine agosto, dove si sono incontrati per l'ultima volta i tre gruppi di lavoro AWG-LCA (cooperazione di lungo periodo), AWG-KP (Protocollo di Kyoto) and ADP (Piattaforma di Durban), e che avrebbe dovuto trovare la quadratura rispetto al nuovo periodo di impegni per il taglio delle emissioni visto che in teoria dovrebbe cominciare dal gennaio 2013, al Green Climate Fund, nato a Cancun nel 2010. E ad aumentare incertezze e paure c'è anche il fatto che risulta evidente che i tavoli della COP non sono gli unici che trattano di sostenibilità ambientale e di cambiamento climatico: la Wto ed il Nafta rischiano di essere, volenti o nolenti, il dietro le quinte che può condizionare tutto lo spettacolo. E in questo luogo regno del petrolio e del gas dove sono forti i contrasti con i sindacati internazionali, che denunciano condizioni di lavoro al limite della schiavitù, quest'anno gli organizzatori hanno voluto rendere Cop18 un esempio di rispetto e sostegno ambientale, riducendo i costi e le emissioni di gas serra. Il grandissimo centro congressi, il Qatar National Convention Center, è stato realizzato come polo smart, e vista la portata dell'evento che dovrebbe arrivare ad avere 17 mila delegati, è stato scelto di utilizzare il Paper smart service. Saranno stampati cioè solo i documenti strettamente necessari evitando così quei consueti ammassi di carta lungo i corridoi che ricordano tanti alberi abbattuti. Non sono mancate critiche anche verso questa scelta, ma dovrebbe da sola far risparmiare circa 2 milioni rispetto alle precedenti COP.
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