http://ilmondodiannibale.globalist.it La lotta mondiale per l'oro blu, fra tariffe e diritti Chiuso il Forum mondiale dell'acqua di Marsiglia ecco la Giornata mondiale dell'acqua, perché l'acqua è così importante?
A pochi giorni dalla chiusura del Forum mondiale dell'acqua e del relativo controforum la Giornata mondiale dell'acqua riporta di nuovo al centro dell'attenzione il problema della gestione delle risorse idriche del pianeta. La buona notizia è che secondo un rapporto di UNICEF e Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'accesso all'acqua potabile è aumentato al di sopra delle previsioni, tanto che alla fine del 2010, l'89% della popolazione mondiale, circa 6,1 miliardi di persone, può disporre di fonti migliorate d'acqua potabile (ossia fonti in cui la qualità dell'acqua è soggetta a controllo). Ciò non toglie che l'11% della popolazione mondiale, 783 milioni di persone, non hanno ancora accesso all'acqua potabile e che 2,5 miliardi di persone nel mondo non dispongono di servizi igienico-sanitari. Ma c'è un aspetto del consumo dell'acqua che forse non tutti ricordano, almeno non nelle sue reali dimensioni: oggi l'agricoltura richiede, a livello globale, il 70% di tutta l'acqua che utilizziamo! I veri consumi sono nella produzione di cibo più che nell'uso diretto, e sono consumi destinati a crescere. Infatti la crescita della produzione agricola, richiesta dal crescente aumento della popolazione mondiale, è legate più che all'utilizzo di nuovi terreni all'aumento delle superfici irrigate. Per sfamare una persona oggi servono ogni giorno tra i 2.000 e i 5.000 litri d'acqua, a secondo del tipo di dieta scelta. Il consumo di carne in particolare aggrava notevolmente il bilancio idrico: per 1 kg di manzo da allevamento intensivo servono 100.000 litri d'acqua; per 1 kg di pollo, servono 3.500 litri d'acqua. Il tutto contro i 2.000 per la soia, 1910 per il riso, 1400 per il mais, 900 per il grano o i 500 per le patate. "Il tema centrale dell'appuntamento di Marsiglia è stato proprio questo, l'acqua e la sicurezza alimentare, perché la sicurezza del cibo è sempre più legata alla disponibilità di acqua", spiega Pasquale Steduto, responsabile Fao per la questione idrica. "Per uscire dal tunnel in cui siamo finiti bisogna tagliare gli sprechi. Quindi migliorare le tecnologie di uso dell'acqua. E abbattere lo spreco del cibo: ne buttiamo tra il 30 e il 50 per cento. Buttando, assieme al cibo, l'enorme quantità di acqua che è servita per produrlo". Ma più che il Forum ufficiale più produttivo sembra sia stato quello alternativo. Il primo snobbato dai leaders dei maggiori paesi e il secondo fortemente partecipato dai movimenti per l'acqua e i beni comuni di tutto il mondo. L'incontro gestito dalle multinazionali ha avuto un profilo piuttosto basso, parlare di privatizzazioni e profitti sull'acqua è sembrato quasi un tabù, tanto che non ne è uscito fuori un granché, nessun piano concreto per far fronte alla crisi idrica globale. L'incontro dei movimenti invece è partito prima che dalle questioni concrete da un problema di approccio, secondo Tommaso Fattori del Movimento italiano acqua bene comune, «nel Forum ufficiale i poteri economici e quelli politici si sono chiusi in una stanza pretendendo di decidere le politiche globali sulle risorse idriche. A noi è chiaro che senza partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza non solo la battaglia per i beni comuni perde la sua ragione, ma è la stessa democrazia a non essere rispettata". Così si sono riuniti, cercando di capire come fermare il deterioramento dei bacini idrici e di dare a tutti la possibilità di consumare acqua potabile, con una dichiarazione finale che ribadisce la volontà del movimento di arrestare la privatizzazione e la finanziarizzazione dell'acqua e ottenere il pieno riconoscimento dell'acqua come diritto. Secondo i movimenti la trasformazione dell'acqua in merce è la strategia perseguita dagli organismi che promuovono il Forum ufficiale: l'Organizzazione mondiale del commercio, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale. Organizzazioni che legano la concessione di prestiti alla privatizzazione dei servizi, fra cui, appunto, la fornitura d'acqua. È stato poi ufficializzato il lancio ufficiale della Rete europea dei movimenti dell'acqua, fortemente voluta dalla delegazione italiana, ospite d'onore in seguito alla vittoria referendaria. Una delle questioni che maggiormente ha animato i dibattiti è stata su quale modello di pubblico il movimento intende abbracciare, o la questione delle tariffe. E su questa questione interviene Legambiente: la tariffa dell'acqua, almeno per quanto riguarda il nostro paese, dovrebbe garantire gratuitamente 50 litri d'acqua pro capite al giorno, oltre i quali va definita una tariffazione progressiva che scoraggi i grandi consumi e gli sprechi. Assicurato l'accesso universale al servizio e la fornitura minima per tutti, il prezzo dell'acqua andrebbe fissato tenendo conto che si tratta di un bene scarso, probabilmente destinato a scarseggiare sempre più anche a causa dei cambiamenti climatici, da consumarsi parsimoniosamente, attraverso un sistema tariffario che scoraggi gli sprechi e recuperi risorse per migliorare il servizio, un giusto prezzo ne incentiverebbe un uso più efficiente e stimolerebbe l'innovazione tecnologica.
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