http://www.ilcambiamento.it Referendum. Se la democrazia fa acqua, iniziamo a intervenire Risorsa fondamentale per la vita, l'acqua deve essere gestita da ognuno di noi nel modo più oculato e intelligente possibile. Ecco perché alla vittoria dei referendum sull'acqua pubblica, avrebbe dovuto far seguito una campagna per sensibilizzare le persone a rendersi fortemente indipendenti a livello idrico, a partire dalla riduzione degli sprechi. Il Parlamento sta facendo esattamente il contrario di quello che la volontà popolare ha espresso con il referendum sull'acqua pubblica. Una consultazione che ha visto la straordinaria partecipazione di 27 milioni di persone aggirare tutte le censure possibili dei media ufficiali. Un tentativo di cui, forse, non c'è neanche da stupirsi. Se il Parlamento si occupasse di quello che è veramente importante, si occuperebbe dell'ambiente in cui viviamo, dell'aria che respiriamo, dell'acqua che beviamo, della terra da cui proviene il nostro cibo. Invece no, questi aspetti fondamentali sono assolutamente assenti da un'agenda politica composta solo da tentativi di 'iniettarsi dosi' di crescita economica. Esattamente come un tossicodipendente in crisi di astinenza che non sente nulla e non realizza altro che soddisfare il suo bisogno impellente. Parlando di acqua constatiamo un fatto che è di drammatica rilevanza. C'è siccità in moltissime zone di Italia, dove non piove da tempo o le precipitazioni sono insufficienti. Non se ne parla affatto, non sembra preoccupare, ma intanto - in pieno inverno - ci sono paesi d'Italia dove l'acqua la portano con le autobotti. Cosa succederà questa primavera e questa estate? Non oso immaginarlo. Ma ci si rende conto a quale situazione stiamo andando incontro? In inverno non piove più e quando succede arrivano piogge torrenziali. Gli agricoltori sono estremamente preoccupati di una situazione per la quale si è impotenti. Che i Maya abbiano deciso di farci fuori per mancanza d'acqua? A questo punto vorrei dare un piccolo suggerimento ai promotori dei referendum. Quando ci furono i risultati del referendum sull'energia nucleare, subito ci si affrettò a raccomandare al Governo di investire i soldi destinati al nucleare in energie rinnovabili. Richiesta corretta, ma direi un po' irrealistica: figuriamoci se il Governo, o chi per lui, cambia soldi di morte in soldi di vita. Al massimo verranno stanziati finanziamenti per Tav, rigassificatori, inceneritori, autostrade, altre centrali, ponti sullo stretto... comunque qualcosa che sia in linea con le prospettive mortifere e di inutile spreco di soldi pubblici del nucleare. E l'acqua? Vinta la battaglia ma purtroppo non la guerra. Così come sull'energia, subito dopo la vittoria del referendum bisognava capitalizzare la risposta dei cittadini al voto e doveva immediatamente partire una campagna a tappeto per sensibilizzare le persone a rendersi fortemente indipendenti sia a livello energetico che a livello idrico, o comunque a ridurre notevolmente gli sprechi. Dell'energia ne ho già parlato in passato, analizziamo in dettaglio come intervenite rispetto all'acqua, si può fare moltissimo. Applicare riduttori di flusso su rubinetterie e docce che possono ridurre i consumi dal 50 fino all'80% di acqua potabile e conseguentemente anche risparmiare energia se stiamo usando acqua calda. Ridurre drasticamente l'uso dell'acqua minerale magari installando filtri casalinghi per l'acqua di rete pubblica per ridurre il sapore di cloro o simili. Iniziare poi a prendere in considerazione dei compost toilet, cioè bagni a secco che non uilizzano acqua. Potrà sembrare un metodo strano perchè da noi sono praticamente sconosciuti, ma si tratta di metodi collaudati in vari paesi. La cosa strana invece è decisamente un'altra. Noi utilizziamo dell'acqua potabile negli sciacquoni dei nostri bagni che rendiamo non potabile facendola passare dai water, poi la depuriamo in appositi depuratori. Qualcosa di pulito, lo sporchiamo per poi ripulirlo ancora. È una pratica che dire insensata è poco. Per quale motivo utilizzare l'acqua potabile laddove non è necessario? Si potrebbe non usare per niente l'acqua con i compost toilet oppure riusare l'acqua di scarico opportunamente depurata in impianti di fitodepurazione, o ancora usare l'acqua piovana. Fate un calcolo veloce, moltiplicate per un anno i litri di acqua che vanno via dallo sciacquone per tutte le volte che si va in bagno. Una famiglia media di tre persone circa dieci/quindici volte al giorno tira l'acqua. Se siamo fortunati abbiamo un tasto in cui possiamo scegliere fra circa tre litri e una decina, altrimenti abbiamo sciacquoni tradizionali che scaricano dodici o più litri ogni volta. A fine anno, in ogni caso, avrete usato un oceano di acqua potabile che qualcuno in molte parti del mondo - dove l'acqua è oro - potrebbe trovare decisamente ostico da accettare. Di sicuro usare migliaia e migliaia di litri di acqua potabile per per usi che non richiedono acqua potabile è assurdo, a maggior ragione in tempi dove il bene acqua sarà sempre più prezioso e difficile da reperire. Arriviamo quindi ai sistemi di recupero dell'acqua piovana. Quantomai oggi, con l'effetto serra dove ampie fasce dell'Italia rischiano la desertificazione dovrebbero essere assolutamente obbligatori sistemi del genere, si potrebbero chiamare anche "sistemi reali di assicurazione sulla vita", altro che le varie polizze. L'acqua piovana la si può impiegare per tutti gli usi che non richiedono acqua potabile: irrigazione, lavatrice (è pure più indicata di quella di falda non contenendo calcare), sciacquoni dei bagni, etc. Si tratta della gran parte degli usi di acqua potabile in una abitazione. Quindi si risparmierebbero anche soldi in bolletta, che in tempi di crisi non fa mai male. Le imprese hanno bisogno di nuovi settori dove cercare di uscire dalla crisi? Si indirizzino verso i settori del risparmio idrico, del recupero acque piovane, dei compost toilet e della fitodepurazione, ci sarà inevitabilmente sempre più bisogno di questi impianti, di queste teconologie. Anzi suggerisco ai venditori di acque minerali di occuparsi di questi settori, chiudendo quelli delle acque da vendere e smetterla di fare pietose campagne in cui si arrampicano su altissimi specchi facendo credere che sono a favore dell'ambiente perchè mettono un impianto fotovoltaico sulla fabbrica, piantano tre alberelli o usano bottiglie con un po' meno plastica e fesserie simili. L'acqua, questa preziosa e vitale fonte deve essere gestita non solo pubblicamente, ma da ognuno, nel modo più oculato e intelligente, dando noi l'esempio perché questo mai arriverà da chi ha solo n-Euro nel cervello. Abbiamo bisogno di ulteriori inevitabili scippi parlamentari per capire che se non si agisce noi direttamente non si va molto lontano? I padroni del vapore se ne fregano di tutto e di tutti, ci stanno allegramente conducendo verso la catastrofe in nome dell'unico dio che riconoscono: il denaro che, come dice quel famoso detto degli indiani Creek, una volta ucciso l'ultimo animale, prosciugato l'ultimo fiume e tagliato l'ultimo albero, non potrà sfamare o dissetare nessuno.
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