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10 gennaio 2012

Acqua, attacco al referendum
di Christian Elia

”Le liberalizzazioni riguarderanno tutti i settori”, ha dichiarato Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, il 9 gennaio 2012, confermando l’intenzione del governo di intervenire anche sui servizi idrici. ”Pensiamo di fare modifiche che non vadano contro il risultato referendario ma non vogliamo che sia un escamotage per aggirare la scelta degli italiani. Ce la dobbiamo fare, c’è un documento che il presidente Monti ed io stiamo assemblando e che riguarda tutti i settori”.

Alla fine della trasmissione Porta a Porta, che rimane la terza camera del Parlamento anche se cambiano i governi, il sottosegretario ha parzialmente ridimensionato le sue dichiarazioni, ricordando che si trattava di input di lavoro che dovranno comunque passare per alcuni capitoli dal Parlamento e per altri direttamente dal governo. Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, però, non si fida e risponde.

Con un comunicato stampa, diffuso il 10 gennaio 2012, che recita: ”Ormai da giorni il Presidente del Consiglio Monti e i suoi ministri parlano di privatizzazioni alludendo anche ad un intervento sul servizio idrico. […] Diciamo chiaramente a Monti, Passera, Catricalà e Polillo che non esiste nessuna liberalizzazione del servizio idrico che rispetti il voto referendario: il 12 e 13 giugno scorsi gli italiani hanno scelto in massa per la gestione pubblica dell’acqua e per la fuoriuscita degli interessi privati dal servizio idrico”.

”Minaccia è il termine giusto per le dichiarazioni di Craticalà che, con un decreto che dovrebbe essere approvato già il prossimo 20 gennaio, annuncia che si dovrebbe stabilire una nuova disciplina per l’insieme dei servizi pubblici locali, compreso il servizio idrico. Ed è evidente che mettere mano alla normativa che riguarda l’acqua, inserendo quest’ultima nel processo di liberalizzazione, significa venir meno alla volontà popolare espressa dal pronunciamento referendario”, replica Corrado Oddi, sindacalista attivo nel Forum.

”Siamo allarmati, certo, considerato anche il precedente del vecchio esecutivo, che con l’articolo 4 della manovra estiva aveva già contraddetto l’esito referendario per quello che riguarda il trasporto pubblico locale e il servizio di igiene ambientale, ripristinando l’obbligatorietà dell’ingresso dei privati nella gestione, obbligo appunto abrogato con referendum”, continua Oddi. ”Ecco, gli annunci di Catricalà fanno pensare che si voglia completare la manomissione, estendendo questo attacco al servizio idrico. Ma il forum e i movimenti si opporranno a questa violazione della volontà di 27 milioni di italiani che dicono no a mettere sul mercato l’acqua”.

Alcuni, come il deputato Della Vedova dei Futuristi, sostiene che l’esito dei referendum di giugno è stato sfalsato da un’idea distorta sostenuta dai promotori del referendum. Per lui, e non è da solo, nessuno vuole privatizzare l’acqua, ma solo affidarne la gestione ai privati. Che replicate?
”Sembra di risentite la campagna referendaria prima del pronunciamento popolare. Il solito refrein, peccato per loro che la norma abrogata, il 23 bis, prevedeva esattamente la gestione del servizio idrico con l’ingresso dei privati. Ed è stata abrogata. Della Vedova e tutti gli altri devono rispettare l’effetto giuridico, prima di quello politico, del referendum”, risponde Oddi. ”L’ha scritto anche la Corte Costituzionale. La normativa di riferimento diventa quella comunitaria, che prevede la pluralità di gestione, compresa quella pubblica. Se ne facciano una ragione, anche perché non staremo a guardare in caso contrario”.

Rispondendo con battaglie come quella di Obbedienza civile? ”Quella è riferita al secondo quesito di giugno, per il ricalcolo delle bollette. Che continuano a veder rendicontata la renumerazione del capitale investito in violazione del referendum. Noi contrasteremo tutte le iniziative che vogliono riproporre le privatizzazioni e continueremo a sostenere iniziative di ripubblicizzazione. Come a Napoli, con aziende di diritto pubblico, perché dopo il referendum possiamo farlo. Non ci fermeremo, ricordando a tutti che se violano la volontà popolare ci troveremmo di fronte a un grave attacco alla democrazia”.

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