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http://www.wired.com Manning ha conservato una copia delle sue confessioni via chat Fort Meade, Maryland gli investigatori della scientifica che hanno cercato nel computer di Bradly Manning e nei dischetti correlati, hanno trovato la registrazione completa delle chat online tenute da Manning con l’hacker Adrian Lamo, in cui descrive le sue presunte perdite di informazioni classificate. Ha rivelato un testimone del governo sabato scorso. Gli investigatori hanno anche trovato informazioni classificate su di una memory card a casa della zia di Manning Debra Van Alstyne, dove egli viveva prima di arruolarsi nell’esercito. Inoltre, il governo ha potuto recuperare files da un motore di ricerca chiamato Intel Link, parte di un sistema segreto dell’intelligence USA che permette agli impiegati del governo di cercare documenti classificati sulla rete SIPR. I file descrivono le ricerche attuate da un indirizzo IP assegnato al computer di lavoro di Manning in Iraq. Tuttavia i testimoni del governo non hanno rivelato quali ricerche Manning abbia condotto. Nel secondo giorno dell’udienza per l’Art. 32, un’udienza in cui si deve decidere se Manning sarà sottoposto a corte marziale, i testimoni hanno testimoniato in pubblico per la prima volta sabato scorso, nel giorno del suo 24esimo compleanno. Lamo girò le sue copie delle chat alle autorità nel maggio del 2010, dopo che Manning lo ebbe contattato confessandogli che aveva rilasciato centinaia di migliaia di documenti sensibili e classificati a WukiLeaks, e che aveva una realzione diretta con il fondatore di WikiLeaks Julian Assange. Assange, e altri suoi sostenitori, hanno messo in discussione l’autenticità delle registrazioni delle chat, denunciando che Lamo li avrebbe potuti fabbricare per incastrare Manning. Ma la rivelazione che un’identica registrazione di quelle chat è stata trovata nel personal computer portatile di Manning in Iraq, rende molto difficile contestare l’autenticità delle registrazioni. Wired.com ottenne copia delle registrazioni da Lamo nel maggio 2010, e ne pubblicò alcuni estratti. La versione completa di quelle registrazioni è stata pubblicata on line all’inizio di quest’anno. L’agente speciale Mark Mander insieme all’unità dell’esercito incaricata delle investigazioni sui computers, non è entrato nei dettagli delle registrazioni trovate sul computer di Manning, ha solo confermato che le copie trovate nel pc di Manning sono uguali a quelle consegnate da Lamo. Non ha neppure rivelato quali informazioni fossero state rinvenute nella memory card trovata a casa della zia di manning. Ha solo fatto notare che alcune di quelle informazioni erano classificate. Mander ha detto che egli e altri investigatori hanno visitato la casa di Debra Van Alstyne per la prima volta il 18 giugno 2010, e che lei li avrebbe lasciati entrare nella cantina dove aveva messo le cose di Manning. In quell’occasione la zia indicò agli investigatori il computer di Manning, che teneva nella camera da letto al primo piano, ma al quale lei non aveva accesso e non sapeva che uso ne facesse il nipote. Quando gli investigatori sono tornati in quella casa in ottobre, trovarono le cose di Manning organizzate, dalla zia, in una serie di buste di plastica, e trovarono in quelle buste molte cose che erano sfuggite alla prima perquisizione. Incluse diverse memory cards, un hard disk, e alcuni dischetti ottici, tra queste trovarono la memory card contenente informazioni classificate. L’udienza continua domenica. http://www.wired.com Manning Kept a Copy of His Chatroom Confession Fort Meade, Maryland Forensic investigators searching Bradley Manning’s computers and removable media found a full log of the online chats Manning conducted with former hacker Adrian Lamo in which Manning described his alleged leaking of classified information, a government witness revealed during testimony on Saturday. Investigators also discovered classified information on an SD memory card they found at the Maryland home of Manning’s aunt, Debra Van Alstyne, where he had been living before enlisting in the Army. Additionally, the government was able to recover logs from a Secret-level U.S. intelligence search engine called Intel Link, a system that allows government workers to search for classified documents on the SIPRnet. The logs detailed the searches performed from the IP address assigned to Manning’s workstation in Iraq. Government witnesses did not directly reveal Saturday what searches Manning had conducted. The testimony in the second day of Manning’s Article 32 hearing a hearing that will decide if his case proceeds to court martial provided the first public overview of the government’s case against Manning, who turned 24-years-old Saturday. Lamo turned his copies of the chat logs over to authorities in May 2010 after Manning contacted him and began confessing that he had leaked hundreds of thousands of sensitive and classified documents to WikiLeaks, and that he had a direct relationship with WikiLeaks founder Julian Assange. Assange and some Manning supporters have long challenged the authenticity of the chat logs, suggesting Lamo might have fabricated the correspondence to frame Manning. But the revelation that an identical set of logs was found on Manning’s personal laptop in Iraq will make it difficult for Manning’s attorneys to pursue that argument themeselves. Wired.com obtained a copy of the logs from Lamo in May 2010, and published portions of them online at that time. Full versions of the logs were published online earlier this year. Special Agent Mark Mander, with the Army’s Computer Crime Investigative Unit, didn’t go into detail about the chat logs found on Manning’s computer, other than to say that the Army got a copy from Lamo, and “corresponding versions were found on the property collected from Pfc. Manning.” Nor did he indicate what kind of classified information was found on the memory card in Van Alstyne’s home. He just noted that “some of that information was classified.” Mander said that he and other investigators first visited Van Alstyne’s home on June 18, 2010, at which point she let them search a basement room where Manning’s things were stored. She also indicated that a computer in her upstairs bedroom belonged to Manning, but that she didn’t have access to it or know what her nephew used it for. When investigators returned to the home in October, they found that the aunt had organized Manning’s belongings in a series of plastic containers. In the containers were a number of things they had missed during their initial search. This included various memory cards, a hard disk, and optical media disks. Among these was the SD memory card containing unspecified classified information. The hearing continues Sunday.
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