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8 dicembre 2005…..8 dicembre 2011 Il movimento no tav ha voluto ricordare la liberazione di Venaus con una giornata straordinaria di lotta. Da una parte l’accerchiamento alle reti e dall’altra il blocco autostradale della A32 andato avanti per ben 14 ore. Oggi, come ogni volta, i giornali riportano quasi unicamente le versioni della questura inerenti ai gravi incidenti avvenuti introno alle reti; ma come sempre la verità è un’altra: - Contiamo decine e decine di feriti chi con lesioni in viso, chi su altre parti del corpo. Due particolarmente gravi, sia per le ferite che per le modalità dell’aggressione. Un ragazzo di 16 anni abitante a Venaus mentre stava cercando di estinguere un incendio causato dai bossoli roventi dei lacrimogeni, è stato colpito alla tempia da un candelotto subendo un grave trauma cranico e un’importante lesione all’occhio. Vergognoso il comportamento di alcuni agenti che, nonostante la gravità della situazione, non hanno ritenuto opportuno chiamare i mezzi di soccorso; solo dopo 30 minuti la situazione si è sbloccata e l’ambulanza è potuta intervenire portando il giovane presso il CTO di Torino dov’è stato trattenuto in osservazione. L’altro ferito grave è un operaio cinquantenne di Padova, anch’esso colpito da un candelotto lacrimogeno in pieno viso. I medici delle Molinette, hanno dovuto compiere questa mattina una delicata operazione tentando ti riattaccare la retina e asportarne i cristallini frantumati. I chirurghi che hanno compiuto l’operazione sono titubanti sul fatto che l’occhio si possa salvare mentre è certo che il recupero totale della vista non potrà più avvenire. Molti altri feriti sono stati causati dal lancio di enormi pietre tirate dalle forze dell’ordine stesse; per fortuna questa volta alcuni operatori del Tg3 nazionale, bersagli anche loro prima di lacrimogeni e poi di pietre, hanno trasmesso le immagini in tutta Italia. Ai feriti più o meno gravi va chiaramente tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno. - Dopo lo sgombero della baita/presidio (durato solo la notte di ieri: oggi la baita è di nuovo saldamente nelle mani del movimento) c’è stato un altro episodio inqualificabile: le forze dell’ordine sono entrate nella costruzione rovesciando una stufa ancora accesa, svuotando le pentole con il cibo sul pavimento, distruggendo piatti e suppellettili e in seguito, come se non bastasse, hanno fatto arrivare un camion caricandolo di zaini, giacche e qualunque cosa potesse avere valore, compreso un generatore elettrico, alcuni telefonini, attrezzi per tagliare la legna e per la manutenzione del presidio come accette, seghe, falcetti, tenaglie ecc. - Continua l’abitudine di rilasciare fogli di via senza nessun motivo: ieri in 6 sono stati colpiti da questo assurdo provvedimento con il divieto di poter andare nei comuni dell’alta valle e ad Avigliana per 3 anni. Nelle macchine di queste “pericolose” persone sono stati rinvenuti una punta da trapano e alcuni kaway. - Infine ancora oggi un brutto episodio di prepotenza da parte delle forze dell’ordine: un lavoratore di una cooperativa sociale della Valle è stato fermato mentre stava raggiungendo l’ecocentro di San Giorio che doveva essere aperto al pubblico. La cooperativa si occupa, tra le altre cose, anche di giardinaggio e sul furgoncino usato dall’addetto erano presenti alcuni attrezzi di lavoro (falcetti, piccoli coltellini, vestiti di ricambio…). La polizia ha pensato bene di sequestrare il materiale tenendo il malcapitato fermo due ore e facendo così ritardare l’apertura dell’ecocentro creando così un danno non indifferente alla cooperativa. Dal 27 giugno, giorno dello sgombero della Maddalena, abbiamo promesso che continueremo a organizzare iniziative concrete di lotta fino a quando quelle reti non cadranno con il loro contenuto di distruzione. Oggi, rafforzati dalla mobilitazione di questi giorni, ribadiamo ancora più forte che non faremo un passo indietro! Comitato no tav spinta dal bass spazio sociale libertario takuma Oggi pomeriggio centinaia di No Tav sono tornati alla baita in Clarea e tutt’ora stanno circondando le reti, tagliandone ampi tratti. Lo si era detto durante la conferenza stampa convocata dal Movimento per denunciare la violenza subita nella giornata dell’8 dicembre e rilanciare il proseguo della mobilitazione: non saranno il perpetuarsi della violenza poliziesca e le accuse bipartisan fatte dai politici nostrani a fermare il movimento! Oggi l’appuntamento era alle 12 alla baita per la polentata, quella stessa che giovedì è stata d’apprima occupata e poi devastata dalle forze dell’ordine e ad accogliere in prossimità delle reti i No Tav c’erano migliaia di poliziotti, in rigoroso assetto antisommossa. Questa uteriore militarizzazione non ha spaventato i più che oramai da ore, a pancia piena, passeggiano attorno al perimetro del non-cantiere tagliando notevoli tratti di recinzione. Schizofrenica la reazione della polizia che dopo aver attivato l’idrante, ha sbagliato clamorosamente mira colpendo col getto un gruppo di Digos e lasciando così continuare indisturbati i No Tav e la loro opera di taglio. Mal calibrato non pare essere solo il getto dell’idrante, ma tutto l’approccio che Questura e lobby del Tav stanno portando avanti in Val di Susa. Se pensano che con la violenza potranno imporre ad una valle intera il treno supermiliardario dovranno rassegnarsi a vivere molte giornate come quella dell’8 dicembre e quella di oggi, ricca di polenta e cesoie. Linkto video: http://www.notav.info/movimento/i-no-tav-tagliano-ancora-le-reti/
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