“Cota vuole militarizzare Chiomonte”, dal sito NoTav.info del 13 ottobre 2011. http://www.libreidee.org
Militarizzare Chiomonte, altro che “Padroni a casa nostra” Apprendiamo oggi dal quotidiano “La Stampa” di Torino che il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota sarebbe pronto a richiedere la militarizzazione di Chiomonte per rendere sicuri i “cantieri” applicando la targhetta di “sito di interesse strategico” alle recinzioni. Pare infatti che le dichiarazioni strappate dai media al commissario europeo Brinkhorst in merito ai recenti sviluppi del progetto Tav Torino-Lione (“non si torna più indietro, sono contento degli sviluppi”, etc) abbiano creato quel tipico clima di ottimismo ed euforia che ha portato il fiero leghista Cota a proporre nuovamente la militarizzazione. Per iniziare ad essere chiari, non è che la situazione attuale sia diversa da un campo militare con filo spinato reti, centinaia di uomini in mimetica e reti alte oltre tre metri. A questo punto la scelta di dichiarare il sito di interesse strategico è una pura formalità che aprirebbe però una serie di possibilità in più a chi oggi da oltre tre mesi difende quelle reti dalle continue pressioni del movimento No Tav. Innanzitutto il denaro speso per la forza di difesa sarebbe erogato da altri ministeri, aprendo la porta ad altri fondi oltre a quelli del Tesoro e degli Interni, ormai prosciuigati dai reparti celere provenienti da tutta Italia. Chi poi si avvicinasse alle recinzioni o invadesse l’area sarebbe soggetto ad una legislazione più severa e di immediata applicazione. Un avversario quindi che annaspa e che oggi deve ricorrere a misure eccezionali per resistere e pensare ad un possibile allargamento delle recinzioni in vista dell’apertura reale delle danze con l’occupazione dei terreni privati dove dovrebbe realmente sorgere il cantiere. La Lega Nord, impunemente, conscia del distacco tra popolazione e istituzioni, arriva quindi a chiedere la militarizzazione di una valle alpina in barba ai tanto cari e verdi slogan “padroni a casa nostra”. In questa fase italiana tutto è concesso per la casta, finti valori, slogan e programmi elettorali vengono abbandonati in favore di manovre ad effetto e disorientamento generale, tipiche di una classe politica ormai alla frutta e in attesa di rottamazione. Come sempre, ancora una volta il movimento No Tav saprà giocare le sue carte e combattere in val Clarea una battaglia di libertà e dignità contro un mostro che si chiama Tav ma che è molto di più di un semplice progetto. In val Clarea si combatte contro un piccolo pezzo di questo pianeta che oggi detiene con la violenza e l’arroganza il timone dell’Europa e che a colpi di manovre economiche e crisi finanziarie sta distruggendo il futuro di generazioni intere. Ancora una volta quindi fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi.
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