(Giorgio Airaudo, Ugo Mattei e Marco Revelli, “Appello per la fiaccolata a Torino venerdì 8 luglio”, dal sito No Tav).
http://www.libreidee.org No-Tav: la val Susa nella storia, e ora assediamo Torino I sottoscritti, cittadini ed esponenti indipendenti di quell’ area politico-culturale che ancora si indica come sinistra, sentono il bisogno di esprimere il loro sconcerto rispetto al livello del dibattito apertosi, nella suddetta area, all’indomani della manifestazione No Tav di Chiomonte. La maggior parte dell’opinione pubblica italiana ad oggi ignora che domenica in Val di Susa si è svolta la più grande manifestazione popolare di opposizione ad un opera pubblica nella storia della nostra Repubblica. Decine di migliaia di donne e uomini, abitanti della valle e provenienti da tutto il paese, si sono ritrovati uniti, pur nella diversità di ideologia, stile e metodo di lotta, per dire un no deciso all’ esecuzione “con pilota automatico” di un’opera pubblica concepita in un momento storico-politico quanto mai lontano da quello attuale. Un’opera faraonica, figlia di un modello di sviluppo energivoro e superato, per la quele non ci sono i fondi, e che certamente infliggerà un’inaudita sofferenza alla popolazione della Val di Susa. La grande crisi economica del 2008 e la campagna referendaria contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua costituiscono cambiamenti “al contorno” che indicano la necessità di invertire la rotta rispetto ad un consenso bipartisan (quel famigerato Washington Consensus) che non è più in grado di proporre un modello di sviluppo sostenibile ed accettabile. La battaglia della Valle di Susa contro la Tav ed il grande consenso popolare che è stata capace di raggiungere in tutto il paese mostra come la sensibilità per i beni comuni, categoria politico-giuridica feconda e di grande significato, sia stata capace di conquistare l’egemonia presso il popolo della sinistra e, stando all’esito referendario, anche oltre la stessa. Esiste oggi un discrimine fra chi sostiene che un diverso modo, basato sul pieno riconoscimento dei beni comuni è possibile e chi, per incapacità culturale di inerpretare il cambiamento della società, si trincera dietro un decisionismo autoritario che, lungi dall’essere realista, appare, nell’attuale situazione economica ed ecologica, sempre più velleitario. Chi si candida a guidare l’Italia del dopo-Berlusconi cercando i voti del popolo della sinistra deve farsi una ragione di questo cambio di sensibilità del popolo sovrano e saperlo interpretare politicamente. Al di là dell’importanza di accertare ogni responsabilità per gli atti violenti in tutte le sedi istituzionali a ciò deputate, interpretare i fatti della Val di Susa nella mera logica dell’ordine pubblico, per isolare le forze politiche più sensibili alla necessità di affrontare radicalmente la crisi con un grande piano di ecologia del territorio, costituisce un errore politico gravissimo che fa soltanto il gioco della destra. Questo nostro appello invita le forze politiche che vorranno accoglierlo ad organizzare per venerdì 8 luglio un grande girotondo-fiaccolata per assediare simbolicamente municipio di Torino, palazzo della Regione e Prefettura.
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