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2 maggio 2011

Potenze emergenti e potenze declinanti
di Johan Galtung
Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis

da Ginevra. Di questi tempi si fa un gran parlare di potenze emergenti. I BRIC, gli astenuti al Consiglio di sicurezza ONU sulla “zona di non sorvolo” in Libia; i BRICS, aggiungendo il SudAfrica, per tutti i maggiori continenti; i BRICS+T con la Turchia per il mondo musulmano e una politica di pace. C’è dentro anche la Germania? Sarebbe nel suo interesse, ma le sanzioni potrebbero diventare pesanti. L’Occidente definisce i BRIC in termini economici, ancora drogato dalla crescita del PIL (GNDP, Gross National Domestic Product); che è anche una buona misura della “Globale Distruzione del Prodotto della Natura” in quanto si concentra sul valore aggiunto dai maggiori colpevoli, l’attività industriale e il commercio.

Ma in nome della giustizia e della simmetria ogni attenzione a quanto sta emergendo richiede di considerare il suo contrario: potenze in “declino”, svaniscono, si ritirano. Non ci sono molte possibilità nei primi posti, sotto i riflettori. E una potenza in declino ha favorito questo processo qualche giorno fa con quel simbolo di formazione sociale di secoli or sono, il feudalesimo, un matrimonio regale. Lasciamoglielo fare: una sfarzosa ostentazione, con Dio, la Regina, la Patria, tutto quanto, e le folle che premono per essere partecipi del passato. Protestare è illegale.

Panem et circenses? La formula dell’impero Romano? Sbagliato, solo il circo. Il pane sta avvizzendo insieme allo stato del benessere, come gli USA che si danno alla guerra mentre 400.000 persone a Washington non sanno come procurarsi il prossimo pasto. Uccidono civili per proteggerli in Iraq, Afghanistan e Libia. Il principe William, pilota RAF, è addestrato a volare per uccidere; in futuro, quando gli stati, le democrazie, non avranno più licenza d’uccidere, questi personaggi saranno noti come assassini. Kate, però, ha un aspetto dolce e vivace. Conoscendo la storia dei regnanti inglesi, sa qual è il suo ruolo. Dio la benedica.

Inghilterra-Britannia-Gran Bretagna-Regno Unito – qualunque cosa sia, si sta de-sviluppando. Un paese in corso di sottosviluppo; come gli USA e i PIGS (forse tranne la Spagna). Vittime di un capitalismo rampante, non è strano che balzino all’indietro per qualche gloria effimera e costosa.

In queste otto righe c’è forse gran parte della spiegazione:

* Più è “libero” il mercato, più diseguale è la distribuzione.

* Più diseguale è la distribuzione,

** più c’è sofferenza, incluso il morire di fame, nelle classi più basse;

** minore è il potere d’acquisto per le classi medie;

** maggiore è la liquidità disponibile per le classi alte.

*** Minore è il potere d’acquisto, minore è la crescita reale.

*** Maggiore è la liquidità, maggiori sono le speculazioni e la crescita finanziaria.

* Maggiore è il divario fra crescita reale e finanziaria, più grande è la crisi.

Robert Reich in Amerika am Wendepunkt [America alla svolta], 2010: la distribuzione è la chiave. Come lo è invece il probabile aumento di debito di Obama da 10 a 15 trilioni di dollari nel periodo 2009-2011.

Le classi superiori governano, per definizione. Una crisi per loro vuol dire crollo di istituti finanziari, non crollo delle capacità di sussistenza come per le classi basse e medie. Ci sono argomenti a favore di qualche salvataggio, ma non aldilà dello stimolo economico. E i salvataggi costano; i paesi PIGS stanno pagando profumatamente per un terremoto economico con Wall Street come epicentro.

Quella bolla sta aspettando di scoppiare, con il divario fra il denaro stampato e il valore che gli dovrebbe corrispondere; e il divario fra il servizio che il governo offre alla gente e il servizio al debito-bolla.

Potrebbe esserci una sinergia di bolle con una tripla crisi nel periodo 2011-12.

Non sorprende che i BRICS mirino a una riforma economica con un “sistema valutario internazionale a base più ampia” ed escludano l’uso della forza per risolvere le dispute internazionali (China Daily su Int’l Herald Tribune del 28 aprile 2011, si veda anche l’IHT del 21 aprile 2011, con commenti sul loro terzo vertice).

L’Occidente celebra Alessandro Magno, che cambiò il mondo noto ai Greci in un impero super-bolla prima di morire nel 323 a.C. all’età di 32 anni. Un’importante esposizione a Madrid che non pone nessuna domanda, limitandosi a elogiare lui e il suo cavallo Bucéfalo, senza sprecare parole su quanto capitò alla gente comune conquistata. Quanto occidentale! Ma l’Afghanistan ha avuto la sua funzione di tomba anche per questo impero.

Stati e nazioni vanno e vengono, come tutti noi. I paesi nell’infanzia stanno annaspando per definirsi un ruolo (Africa?); i paesi in pubertà hanno sommosse contro i paesi dominanti invecchiati (arabi? musulmani?); poi ci sono paesi adulti, emergenti, e paesi stanchi, in declino. Così va la vita. In quell’ospizio per anziani c’è anche una corsia psichiatrica per chi soffre di disordini mentali credendo di essere eccezionali, unti da Dio come eletti.

Tornando al paese di William e Kate: parecchio di buono, sì; ma anche enormi danni causati da quella piccola macchia nel mare del Nord. Importanti problemi nel mondo d’oggi sono stati in buona parte creati da loro: Israele-Palestina-stati arabi mediante Sykes-Picot, Balfour, Churchill; l’Iraq fu una costruzione britannica post-ottomana; in Afghanistan fecero enormi danni col loro guerreggiare; poi c’è il Sudan “anglo-egiziano” e il colonialismo in generale, in alcuni paesi con grossi insediamenti, come in Zimbabwe, creando enormi problemi. Thatcher e Major sembrano aver favorito le compensazioni agli agricoltori britannici; ma Tony Blair, il “socialista”, rinnegò la promessa, volendo invece eliminare la povertà in Zimbabwe. Il resto, come si dice, è storia.

L’elenco è molto, molto più lungo. Così essi predicano al mondo dal loro ritiro, giocando a golf come fanno spesso i pensionati.

Soluzione? Imparare dagli arabi, svegliarsi, rivoltarsi – nonviolentamente, non alla maniera libica-CIA-NATO– buttar fuori quel capitalismo pazzo, cleptocratico, finanziario-d’azzardo progettando un sistema bancario da economia reale, capovolgere l’economia, cominciando dal nulla là in basso e restando coerenti. Usare la democrazia locale, la democrazia delle ONG, la democrazia famigliare, aziendale, quando quella nazionale è in mano a cleptocrati che campano di tangenti. Imparare dal capit-comunismo stile BRICS.

Pensionarsi vuol dire avere nessun altro progetto che restare in vita. Svilupparsi vuol dire avere un progetto, come mezzi di sussistenza per tutti. Che vale la pena realizzare.

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