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http://it.peacereporter.net Murdoch contro l'élite globale? Su Market Watch (Wall Street Journal) un articolo sorprendente: ''Dietro Davos c'è una cospirazione di super-ricchi quarantennale che finora ha provocato solo disastri. Una rivoluzione violenta li rovescerà'' Dietro il Wold Economic Forum di Davos opera una società segreta, una cospirazione dei super-ricchi che, come nei malvagi piani di Blofeld, il capo della Spectre, mira apertamente a dominare il mondo concentrando sempre più potere e ricchezza nelle proprie mani. Il forum di Davos è un disastro che nel corso degli ultimi quarant'anni ha creato un mondo sempre più diseguale, povero di risorse e afflitto da sempre maggiori povertà, malattie e guerre. Ma i super-ricchi di Davos non si accorgono che il capitalismo reaganiano è per sua natura autodistruttivo e, nonostante la repressione del dissenso, è fatalmente destinato a essere rovesciato da una rivoluzione violenta. Questo non è un post anonimo pubblicato su Indymedia da qualche giovane militante anarchico no-global, ma il fedele sunto di un lungo e sorprendente articolo scritto pochi giorni fa dal principale editorialista del sito di analisi finanziaria Market Watch, collegato al Wall Street Journal e quindi di proprietà del magnate Robert Murdoch - che, tra l'altro, ha disertato il forum svizzero. Il titolo del pezzo, a firma di Paul Farrel, è 'I super-ricchi a Davos: 40 anni di disastri'. Merita leggerlo, almeno nelle parti salienti. Davos, Alpi svizzere. Meeting annuale del noto World Economic Forum, club di soli invitati che dal 1971 riunisce super-ricchi e loro amici all'insegna del mantra positivo: ''Impegnati a migliorare lo stato del mondo''. Ma stanno fallendo. Negli ultimi 40 anni i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sono stati spazzati via. C'è qualcosa si terribilmente sbagliato. Quando si parla di economia globale, Davos è un disastro. Perché? Dentro Davos c'è una società segreta, una cospirazione di super-ricchi che coinvolge oltre metà dei 2.500 partecipanti all'evento. Hanno migliaia di miliardi. Arrivano a Davos viaggiando a 50 mila piedi sui loro jet privati Gulfstream 5 esentasse, mangiando caviale, fois gras, filetto e bevendo Dom Perignon (...). Ora passiamo in una realtà parallela: (...) Nel film 'Al servizio segreto di Sua Maestà', James Bond vola all'Istituto di Blofeld sulle Alpi, noto per le sue avanzate attività di ricerca scientifica, ma che nasconde dietro le quinte un piano diabolico. Dopo una cena formale, Bond scopre che Blofeld fa il lavaggio del cervello a dieci splendide signore, gli Angeli della Morte, per spargere uan tossina mortale in giro per il mondo, un arma biologica di distruzione di massa, allo scopo di prendere in ostaggio il pianeta per ottenere fama, ricchezza e potere assoluto. Si gente: in sostanza la cospirazione dei super-ricchi di Davos ricorda il tentativo di Blofeld di conquistare il mondo. Ma purtroppo, nella realtà non esiste nessun eroe alla James Bond, e la flotta di jet privati può ben essere pilotata da personale dei servizi segreti e sorvegliata da agenti Cia, tutti pagati dal Congresso per proteggere i loro finanziatori nella cospirazione. (...) Domandatevi perché la cospirazione dei super-ricchi di Davos, con la sua altisonante missione di "collaborare in modo proattivo, integrato e sistematico per affrontare le sfide globali", ha in realtà creato un'economia globale che deteriora ad alta velocità, in cui guerra, malattia, sovrappopolazione e povertà stanno accelerando a ritmi allarmanti mentre le risorse del pianeta stanno rapidamente scomparendo? Perché? Perché Davos è veramente un disastro. La loro economia è un disastro, il capitalismo è un disastro. La visione del mondo di Davos è un disastro. Ma i super-ricchi non riescono a vedere la realtà mentre viaggiano a 50 mila piedi di quota. (...) I super-ricchi di Davos perseguono la ricchezza personale, il potere poiltico, la gloria. A loro non interessano le masse. Sono miopi narcisisti, come gli Angeli della Morte di Blofeld, addestrati solo a concentrarsi sulle opportunità di profitto e la marginalizzazione dei rischi. (...) La realtà sui progressi economici da quando Davos è stato lanciato nel 1971 è discutibile. Francis Fukuyama, autore di 'La fine della storia' e tra le principali menti della politica estera del presidente Ronald Reagan ha recentemente scritto sull'American Interest Journal: ''E' dimostrato che la disuguaglianza retributiva negli Stati Uniti è fortemente aumentata negli ultimi trent'anni e che i frutti della prolungata crescita economica durata fino al 2007-2008 sono sproporzionatamente finiti ai vertici degli strati più ricchi della società''. Sì, da quando Davos è stato lanciato, i super-ricchi miliardari si sono accaparrati il grosso della prosperità economica. Fukuyama scrive: "Uno studio condotto da Thomas Piketty e Emmanuel Saez mostra che tra il 1978 e il 2007, la quota di reddito Usa percepita dall'uno per cento delle famiglie americane più ricche è saltato dal 9 al 23,5 per cento del totale, con i salari dei lavoratori fermi al 1970''. L'ultima volta che la divario retributivo era così grande era alla vigilia della Grande Crisi del 1929 e della Grande Depressione. (...) I super-ricchi vengono a Davos per trovare furbi trucchetti politici, legali, fiscali e finanziari per proteggere e accrescere le loro ricchezze personali e il loro potere, ignorando le masse. (...) Fukuyama scrive ancora: "I sostenitori dell'economia di mercato hanno ripetuto per anni che la crescita col tempo filtra giù verso tutte le classi, ma con il passare degli anni gli smisurati guadagni del vertice della piramide dei redditi non sono filtrati in alcun modo''. Insomma, le ricette del capitalismo reaganiano hanno fallito miseramente, ma ironicamente stanno tornando alla ribalta. Perché? Perché la cospirazione dei super-ricchi di Davos è ossessionata dalla ricchezza, dal potere e dal globalismo. (...) Non ci sono organizzazioni segrete comandate da un diabolico clone di Blofeld che complotta di distruggere il mondo. Sicuro, i super-ricchi complottano, ma lo fanno alla luce del sole. Controllano tutto. Hanno tutti i soldi e i lobbisti necessari per comprare abbastanza politici da far apparire legale e costituzionale il loro comportamento corrotto e immorale. (...) Alla fine del brillante saggio di Chrystia Freeland, 'L'ascesa della nuova élite globale', pubblicato sulla rivista Atlantic, l'autrice cita il best-seller 'Quando i mercati collidono' dell'amministratore delegato di Pimco, Mohamed El-Erian : ''La vera minaccia per la super-élite è la possibilità che la rabbia popolare, ancora non organizzata, provochi pressioni politiche protezioniste''. O magari una rivoluzione. (...) La Freeland conclude che ''la storia ha dimostrato che le super-élite hanno solo due modi di sopravvivere: reprimere il dissenso o distribuire la propria ricchezza''. Purtroppo c'è una terza, più violenta, possibilità. (...) Il capitalismo è in una spirale di morte, resa evidente dalla recente recrudescenza delle ricette reaganiane in America. Non sopravviverà. La storia ci dice che alla fine la repressione del dissenso fallisce sempre, e che la distribuzione della ricchezza non avviene in modo pacifico e diplomatico, ma solo dopo violente rivoluzioni che rovesciano i 'sistemi' esistenti, come quello della cospirazione dei super-ricchi di Davos.
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