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Dal 1973 di Lillehammer al 2011 di Oslo: assassinii in Norvegia e i collegamenti con Israele Una larga porzione dei blog è in fermento, oggi, sulla possibilità che l'attacco terroristico in Norvegia possa essere connesso in qualche modo a Israele. Ad esempio, sono in molti ad aver notato le posizioni di sostegno a Israele espresse da Behring Breivik, l'uomo della violenza folle che ha ucciso 92 persone. Altri invece speculano sul fatto che lo stato di caos che ha scosso il paese scandinavo la scorsa settimana possa portare la falsa bandiera di un attacco condotto dal Mossad, forse non molto diversamente dall'11 settembre. Qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, e ancora qui c'è qualche esempio di scrittori e blogger impegnati a scrutare nella tragedia del 22 luglio per cercare elementi israeliani. Inoltre, in uno dei link qui elencati, un commentatore anonimo ha evidenziato: "E' un colpo del Mossad. Brevik è uno sciocco - proprio come lo fu OBL". Per quanto ne sa chi ne scrive, non ci sono ad oggi prove di sostanza di una collusione tra il Mossad e la catena di violenza di Oslo e Utoya - per lo meno non esiste niente di così voluminoso come tra gli indizi che provano un coinvolgimento israeliano nell'11 settembre. Se dovesse iniziare a venire fuori questo tipo di materiale, allora non sarebbe la prima operazione del Mossad in Norvegia. Nel 1973, una squadra di assassini del Mossad condusse un'operazione nella città di Lillehammer, in Norvegia. Il target allora era Ali Hassan Salameh, un palestinese accusato di aver avuto un ruolo guida nell'uccisione di atleti israeliani l'anno prima, alle Olimpiadi di Monaco. Gli assassini del Mossad, però, compirono un'atrocità ben superiore. Anziché uccidere Salameh, spararono per errore a un marocchino di nome Ahmed Bouchiki mentre tornava a casa dal cinema in compagnia della moglie in stato interessante. All'epoca Bouchiki lavorava come cameriere a Lillehammer, città a circa 100 km da Oslo. Egli fu la vittima innocente di quel reato e la sua sfortuna fu quella di assomigliare a Salameh. Alcuni racconti di quell'episodio possono essere letti qui, qui e qui. Nell'ultimo link si troverà un documento redatto dal comando della Marina statunitense e dallo Staff College nel 1995: La vittima (Bouchiki) e la compagna lasciarono il cinema intorno alle 22:35 e presero un bus. Poi camminarono per "per un po'" per raggiungere il proprio appartamento. Scesi dal bus, ripresero a camminare. Fu allora che due membri della squadra di azione si sporsero da una vettura Mazda e aprirono il fuoco contro l'uomo credendolo Salameh. Fecero uso di una pistola Beretta calibro 22. La donna incinta si accovacciò sull'uomo deceduto e urlò mente gli assassini si mettevano in fuga. Alcuni individui nel quartiere raccontarono dell'arrivo della polizia dopo pochi minuti. Il gruppo di assassini poi abbandonò la Mazda a un punto prestabilito per noleggiare una Peugeot e lasciare Lillehammer. Il giorno dopo, due membri del commando, un uomo e una donna, furono arrestati mentre tentavano di noleggiare un'altra auto per raggiungere l'aeroporto. Dal loro interrogatorio emersero dettagli che portarono la polizia norvegese ad effettuare altri arresti, per un totale di sei israeliani posti in custodia. Nel corso dell'interrogatorio, Gladnikoff fornì alla polizia l'indirizzo del covo e della residenza. La donna inoltre cedette e ammise di stare lavorando per il governo di Israele. Arbel aveva un numero in suo possesso che condusse la polizia sulla pista di Yigal Zigal, inizialmente ritenuto un impiegato della compagnia aerea israeliana El Al. Dal racconto di Gladnikoff la polizia raggiunse l'indirizzo del covo fornito e vi trovò Yigal Zigal, Zwi Steinberg e Michael Dorf. Zigal sostenne di essere un ufficiale di sicurezza israeliano in servizio presso l'ambasciata israeliana. Al momento dell'arresto pretese l'immunità per via delle proprie credenziali di ufficiale israeliano, chiedendo alla polizia norvegese di lasciare l'appartamento. La polizia ignorò la richiesta di immunità e prese Zigal, Dorf, e Steinberg in custodia. Il processo si concluse con cinque condanne - per Dan Arbel, Marrianne Gladnikoff, Yigal Zigal, Abraham Gehmer, e Zwi Steinberg - e il proscioglimento per Michael Dorf. Tuttavia, accade di frequente che degli israeliani siano coinvolti in crimini all'estero, e puntualmente gli stessi vengono rilasciati. Si pensa che Arbel, con doppia cittadinanza danese-israeliana oggi viva ad Herzliya. L'uccisione/assassinio di Bouchiki accadde il 21 luglio 1973 - esattamente 38 anni e un giorno prima dell'attacco a Oslo/Utoya. Ma un'altra strana coincidenza è stata osservata da Eileen Fleming, il quale ha fatto notare come l'atrocità di venerdì 22 luglio è concisa con l'anniversario di un'altra ricorrenza, ovvero "65 anni" dopo l'attentato all'Hotel King David a Gerusalemme, il 22 luglio 1946. Quell'attacco fu sferrato dal gruppo terroristico ebraico "Irgun", due giorni prima dell'assassinio del diplomatico svedese, Conte di Bernadotte, per mano di un altro gruppo terroristico ebraico, "la Banda Stern". Ma ci sono altre interessanti "coincidenze". Lunedì 18 luglio, il leader palestinese Mahmoud 'Abbas ha visitato Oslo e in quell'occasione il ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Store ha espresso il sostegno del proprio paese per il riconoscimento dello Stato palestinese. Poi, giovedì, 24 ore prima dell'attacco, Store ha fatto visita al campo dei giovani sull'isola di Utoya, lo stesso che il giorno dopo è divenuta la scena del massacro. Il dirigente aveva incontrato un fervente gruppo politico che chiede il boicottaggio di Israele. "I palestinesi devono avere il proprio Stato, l'occupazione deve finire, il Muro deve essere demolito e tutto questo deve avvenire adesso", avrebbe detto Store nell'incontro stando a quanto è stato riportato. Inoltre, la destra fanatica in Israele sembra essere stata a conoscenza della tendenza politica del paese scandinavo. Così scrive Gilad Atzmon: Sufficienti in modo devastante, Behring Breivik ha trovato in Israele pochi seguaci entusiasti ad elogiarne l'azione contro i giovani norvegesi. Nell'articolo in ebraico dove si definiva il campo AUF come un forum filo-palestinese a sostegno della campagna di boicottaggio di Israele, ho trovato i seguenti commenti tra coloro che si sono espressi a sostegno del massacro: 24. "I criminali di Oslo sono stati ricompensati" 26. "Sarebbe stupido e maligno non desiderare la morte per quanti chiedono il boicottaggio di Israele". 41. "Anche i membri della gioventù di Hitler che furono uccisi nei bombardamenti in Germania erano innocenti. Allora, lasciateci piangere il terribile bombardamento di Allied...Un branco di gente che odia Israele in una conferenza che ne chiede il boicottaggio...Non va bene così, non è carino, una tragedia per le famiglia davvero, e condanniamo l'attacco in sé, ma piangere per chi? Andiamo. Siamo ebrei e non cristiani. Nella religione ebraica non esiste alcuna prescrizione che chiede di amare o di portare il lutto per il nemico". Sembrerebbe che la predilezione dell'Antico Testamento per la collera e la vendetta sia decisamente viva oggi in Israele - così come lo era nel 1973. L'operazione con la quale il Mossad assassinò Bouchiki si chiamava "Operazione Collera divina". Infine, sull'ostilità di Israele verso la Norvegia, è apparso quanto ha scritto l'israeliano dal nome Itamar Eichner nell'articolo intitolato "Israel: Norway inciting against us". Nel pezzo si accenna al sostegno della Norvegia per due produzioni artistiche - lo spettacolo intitolato "I monologhi di Gaza" e il film documentario "Lacrime per Gaza" - come anche il libro di recente pubblicazione di due medici norvegesi presenti a Gaza durante l'operazione "Piombo Fuso". L'Ambasciata israeliana in Norvegia ha protestato con determinazione la demonizzazione contenuta nelle tesi di un presunto coinvolgimento delle autorità israeliane nell'attacco. "La politica ufficiale della Norvegia è aperta ed è tipica della comprensione e della riconciliazione", ha commentato domenica pomeriggio un ufficiale israeliano, proseguendo, "ma sin dalla guerra a Gaza, la Norvegia ha acquisito un super potere nella divulgazione multimediale atta a delegittimare Israele, facendo uso dei fondi dei contribuenti norvegesi per produrre e portare altrove questa produzione multimediale". Certamente, niente di quanto qui raccontato sembra attirare l'attenzione dei media convenzionali. La maggior parte delle notizie, invece, sono concentrate nell'identificare Breivik come un "fondamentalista cristiano di destra" mentre continua ad essere tralasciato qualunque accenno alla sua manifesta posizione a sostegno di Israele.
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