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18 agosto 2011

Cile: respingono nuova proposta del governo davanti alla crisi politica

Santiago del Cile, “Noi non vogliamo migliorare il sistema, il sistema bisogna cambiarlo, affermò oggi la leader studentesca cilena Camila Vallejo davanti ad una terza proposta del governo di fronte alla crisi politica che impera nel suo paese.  La portavoce della Confederazione degli Studenti del Cile ha detto che le mobilitazioni degli ultimi tre mesi non sono state per ottenere una legge, che regoli il lucro, quando quello che si cerca è un’educazione accessibile a tutti.  

Vallejo ha sottolineato che il modello neoliberale nell'educazione imposto in Cile dalla dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990) fallì ed il governo di Sebastian Piñera ha davanti a sé l'opportunità storica di cambiarlo definitivamente.  

Il ministro dell’Educazione, Felipe Bulnes, presentò ieri sera una nuova iniziativa che si regge in quattro punti: indebitamento, desmunicipalizzazione, fiscalizzazione al lucro e qualità.  

Il nuovo pacchetto di misure contempla la diminuzione dal 5,6% al 2% nel tasso di interesse del credito con avallo dello Stato, beneficio che si applicherebbe con carattere retroattivo dalla sua applicazione nel 2006.  

Tuttavia, lo specialista nel tema Mario Waissbluth ha affermato che si sta ricorrendo a dei cambiamenti cosmetici e non alla soluzione dei problemi strutturali del paese.  

Il Cile ha uno dei tassi di imposte più alti del mondo paragonato con l'entrata pro capite, ha ricordato.  

Qui non abbiamo avuto libertà di mercato, abbiamo avuto libertinaggio di mercato ed un neoliberalismo estremo, accompagnato da un sistema educativo che è possibilmente il più neoliberale del pianeta, ha enfatizzato.  

Appoggiata solo dai parlamentari fedeli a Piñeira, la proposta che annunciò il titolare dell’Educazione è stata criticata anche dai leader dei partiti dell'opposizione, dal collegio dei maestri e dai rappresentanti della scolaresca dei differenti livelli di insegnamento e distinte regioni del territorio nazionale.  

Questo giovedì, il movimento studentesco cileno, trasformato attualmente in movimento sociale e cittadino, sarà protagonista di un altro sciopero nazionale esigendo un’educazione pubblica e gratuita, garantita dallo Stato e senza l'intervento in aggiunta di privati.  

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