http://www.libreidee.org Referendum ad ogni costo: quel voto sfratterà il Cavaliere
Giù le mani dai referendum: «Sono la prima vera consultazione democratica in Italia da vent’anni a questa parte». Giulietto Chiesa non usa mezzi termini: non si tratta solo di nucleare e acqua pubblica, è in gioco la democrazia. Solo dalle urne del 12 giugno può arrivare la spallata decisiva al regime di Berlusconi, che «non sa distinguere una centrale nucleare dal sedere di Ruby o dalle tette della Carfagna e della Minetti», ma è terrorizzato dal voto popolare che potrebbe abrogare il “legittimo impedimento”. Primo: evitare a tutti i costi lo scippo del voto, anche «assediando il Parlamento». Se il governo viene sconfitto, si smaschera il bluff: il Cavaliere la maggioranza nel paese «non ce l’ha mai avuta, e ora meno che mai». Se si evita lo scippo dei referendum, per lui sarà l’inizio della fine. Non è per il nucleare, avverte Chiesa, che il governo sta cercando di neutralizzare la consultazione referendaria: il nuovo programma atomico italiano, probabilmente, serviva solo per «distribuire un po’ di prebende agli amici, niente di più». La cosa importante da capire e lo hanno capito tutti è che questa “operazione marcia indietro” è dettata dalla tremenda paura di Berlusconi e soci di perdere il referendum sul “legittimo impedimento”. «Tutto il resto non conta niente: per loro, cioè per lui». Idem per l’acqua pubblica: «Non gliene importa niente neppure di quella, sono disposti a qualsiasi giravolta pur di evitare il quorum sul “legittimo impedimento”. La retromarcia sul nucleare sarà anche «una vittoria anticipata», visto che il governo sapeva che avrebbe perso, ma non basta. Bisogna fermare la manovra, insiste Giulietto Chiesa in un video-intervento, ora o mai più. Obiettivo: impedire lo “scippo” dei referendum. «Loro hanno bisogno di evitare che 25 milioni di persone vadano al voto comunque, ci sia il nucleare o non ci sia il nucleare perché il rischio altissimo è che se la gente va al voto, voti sì per tutti e tre (o quattro) i quesiti, incluso quindi il “legittimo impedimento”». Se questo è il punto centrale, «noi dobbiamo fargliela pagare carissima», annuncia Chiesa, che rivolge un appello ai partiti «che si chiamano “di opposizione”». Ovvero: «Devono assolutamente iniziare e annunciare una operazione di boicottaggio del voto: cioè, ostruzionismo parlamentare a oltranza». Missione possibile: per avere un testo anti-referendum occorre la doppia approvazione di Camera e Senato. Per Chiesa, bisogna arrivare se necessario ad «assediare il Parlamento», per evitare che alla maggioranza degli italiani venga impedito di pronunciarsi col voto. «Tra un anno, se non si vota sul referendum, questi signori ricominciano daccapo come prima. E cioè ci ripresentano un’altra legge che dice la stessa cosa, e noi dovremmo ricominciare da zero la battaglia, in condizioni probabilmente ancora più difficili». Lo “scippo” dei referendum sarebbe «una lesione del tessuto democratico», perché il governo impedirebbe al Paese di esprimersi liberamente. Secondo Giulietto Chiesa, l’opposizione sarebbe tecnicamente in grado di boicottare questo «obbrobrio»: ci sarebbe la discussione in aula, poi la votazione, quindi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Solo a quel punto la Cassazione si può pronunciare per dire se si deve fare o no il referendum. «Quindi abbiamo ancora a disposizione parecchio tempo, da qui fino al 20-25 maggio, per operare perché questo obbrobio non venga compiuto». Dopodiché, aggiunge Giulietto Chiesa, bisogna continuare: «L’idea di dire “rimaniamo mobilitati fino al 25, poi vediamo cosa dice la Cassazione” è un errore politico grave: tutti i componenti e le organizzazioni che hanno fatto parte del comitato per le energie alternative contro il nucleare devono considerare loro compiuto assoluto quello di portare avanti la battaglia per gli altri referendum fino al 12 giugno. E io dico: anche oltre». Per Chiesa, infatti, proprio dalla consultazione referendaria può venire la svolta: «Non crediamo alla storia che Berlusconi ha la maggioranza nel paese. Ha semplicemente una maggioranza di truppe cammellate che si è procurato truccando le carte e truffando gli italiani. Quindi, questa è una battaglia decisiva per toglierci questa gente dalla schiena». E’ un passaggio decisivo, quello che si annuncia: «Dobbiamo sapere che, se Berlusconi viene sconfitto, sarà impossibile per lui ripresentare il nucleare, perché la situazione che si determinerà in una sconfitta elettorale, al referendum, di Berlusconi e dell’attuale maggioranza, sarà la fine politica di questa maggioranza. Perché, da quel momento in poi, per loro sarà impossibile dire “il popolo è con noi”. Non lo è mai stato, ma la loro narrazione ha trionfato comunque, perché lo pensa mezza Italia, anzi tre quarti dell’Italia, che il popolo sia con lui, quando invece non è vero affatto». Proprio l’ondata referendaria spazzerebbe via l’equivoco: per questo il 12 giugno potrebbe essere una pietra miliare. «E’ un’occasione fondamentale», conclude Giulietto Chiesa. «Non credo che negli ultimi 10-15 anni l’Italia abbia avuto un’occasione così preziosa per infliggere un colpo a questa masnada di lanzichenecchi che hanno preso il potere». La questione non finisce né il 25 maggio né il 12 giugno: «Dobbiamo usare il 12 giugno per una rivincita popolare di massa, generalizzata e potente, che cambi il quadro politico italiano. Non ci sono state elezioni non ci sono più elezioni in Italia che possano cambiare il quadro democratico: il referendum è l’elezione più importante degli ultimi 20 anni in Italia. Dobbiamo farlo e vincerlo tutti insieme, e combattere simultaneamente subito per l’acqua, per abrogare il legittimo impedimento, per impedire che questi lanzichenecchi ci possano riproporre tra un anno la stessa solfa che hanno cercato di imporci in precedenza»
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