http://www.strill.it E Francesco come sta? Come sta Francesco? Sono passati ormai quasi 4 mesi da quel tragico 14 agosto. Il giorno nel quale il volontario di Emergency Francesco Azzarà è stato rapito a Nyala, nel Darfur. Francesco lavorava nel centro pediatrico messo in piedi dall’Associazione di Gino Strada. Il suo impegno, messo assieme a quello di tutti gli altri volontari, dava sollievo ai bambini di una delle regioni più martoriate del mondo. Era il 7 settembre, neanche un mese dopo il rapimento, quando dal palco della Festa Nazionale di Emergency Cecilia Strada annunciava l’imminente liberazione di Francesco. “Sta bene, speriamo di ricevere presto la telefonata più bella e di avere Francesco qui con noi presto” furono le parole della Presidente nazionale di Emergency che avevano rilanciato le speranze della famiglia Azzarà e di tutti gli italiani che attendevano col fiato sospeso. Pochi giorni dopo fu lo stesso Gino Strada, al telefono con Fabio Fazio nella trasmissione Rai “Che tempo che fa” con malcelato ottimismo a dichiarare “ci sono buoni motivi per dire che molto presto potremo riabbracciare Francesco”. Da li in poi il vuoto, il silenzio. Dopo una serie di interrogazioni parlamentari sulla vicenda e qualche dichiarazione possibilista, la Farnesina è ripiombata nel silenzio più assoluto. Una linea, quella del silenzio, tenuta per altro anche dal nuovo Governo che alle sollecitazioni di Associazioni e giornalisti continua a trincerarsi dietro i soliti “problemi di sicurezza” o “di intelligence”. Proprio nel momento in cui ci si attendeva una vicinissima soluzione qualcosa sembra essersi inceppato e da li in avanti nulla sembra far ben sperare circa il rilascio di Francesco. Sulla stampa nazionale di lui non si parla più. Un rapimento cosi lungo ormai non fa più notizia. E mentre i media ci informano in tempo reale sull’andamento dello spread, di Francesco ormai non parla più nessuno. Gli unici tentativi di tenere accesa la fiaccola della speranza sono stati quelli del deputato Pd Franco Laratta, che già nei mesi passati aveva ripetutamente esortato l’ex ministro degli esteri Franco Frattini ad intervenire in Aula sulla questione. Una nuova interrogazione, presentata insieme al collega di partito Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, chiede poi al neoministro Giulio Terzi di riferire “se il governo segue con costanza il sequestro di Francesco Azzarà; se vi sono stati contatti con i rapitori; se si hanno notizie sulla condizioni e sullo stato di salute del rapito”. Purtroppo se fino a qualche tempo fa si riusciva quantomeno ad ottenere delle indiscrezioni sullo stato delle cose, oggi la situazione sembra essere piombata nel silenzio più assoluto. Dove sono le Istituzioni? Dove sono i signori Deputati e Senatori che nei primissimi giorni si dichiaravano addolorati del rapimento del nostro concittadino e adesso si impegnano in improbabili bagarre parlamentari pur di salvaguardare il loro stipendio dorato? Dove sono i Comuni, le Province e le Regioni, che dopo aver appeso in estate sulle facciate dei loro palazzi lo striscione “Francesco Libero” lo hanno lasciato marcire alle intemperie dell’autunno? Dove sono tutti quelli che andavano gridando a gran voce di fare presto? Il rapimento di Francesco Azzarà è apparso fin da subito come un rapimento di serie B che quindi meritava una limitata attenzione mediatica ed Istituzionale. Ma se loro non lo fanno continuiamo a chiedercelo noi. E se lo chiede la sua famiglia: Francesco come sta? Adesso che è quasi Natale e tutte le buone mamme di famiglia di questa terra disgraziata che è la Calabria si preoccupano di dove sono e come stanno i loro figli, di dove trascorreranno la festa che per eccellenza è simbolo della famiglia e dello stare insieme. Francesco non è con la sua famiglia. Non è con noi che attorno alla sua famiglia ci siamo stretti in questi mesi di barbara angoscia. Francesco è da solo in una terra straniera, sta vivendo un incubo senza sapere se esso avrà mai una fine. Adesso che è quasi Natale noi vogliamo sapere come sta Francesco. Adesso che è quasi Natale è l’ora della mobilitazione, è l’ora di riaccendere i riflettori su questa buia e troppo silenziosa vicenda. La Calabria torni ad occuparsi di Francesco, lo faccia il Governo nazionale, lo facciano le Istituzioni, lo facciano anche i cittadini. Chiediamo a tutti di riaccendere la propria fiaccola. Chiediamo che si torni a fare luce sul viso di Francesco e si chieda a gran voce la fine dell’incubo. Se non lo fanno i grandi riflettori, lo faremo noi con i nostri lumini, centinaia, migliaia, milioni, in questo Natale un po’ triste per il quale uno dei nostri figli, forse, non sarà a casa con noi.
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