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Israele contro il Sinodo: «Ostaggio di maggioranza anti-ebraica»
Il sinodo vaticano sul Medio Oriente è stato «preso in ostaggio da una maggioranza anti-israeliana». Israele, per bocca del vice ministro degli Esteri Danny Ayalon, respinge al mittente le critiche lanciate dal Sinodo allo stato ebraico bollandole come «attacchi politici nel segno della migliore tradizione della propaganda araba». «Esprimiamo il nostro disappunto perché questo importante sinodo è diventato un forum per attacchi politici contro Israele, nel segno della migliore tradizione della propaganda araba» ha detto Ayalon. Le parole del ministro degli Esteri sono state anche pubblicate dalla versione online del quotidiano The Jerusalem Post. Il Sinodo aveva chiesto ieri l'intervento dell'Onu per porre fine all'occupazione israeliana, su cui aveva espresso forti critiche. «Siamo soprattutto allibiti per il linguaggio usato dall'arcivescovo Cyril Salim Bustros durante la conferenza stampa» ha aggiunto Ayalon. «Chiediamo che il Vaticano prenda le distanze dai suoi commenti che diffamano gli ebrei e lo Stato d'Israele; commenti che non dovrebbero costituire la posizione ufficiale vaticana, perché getterebbero un'ombra sulle importanti relazioni tra Santa Sede, Israele e gli ebrei» ha concluso il vice ministro degli Esteri israeliano. Il Sinodo aveva poi accusato Israele di servirsi della Bibbia per giustificare «le ingiustizie». «I governi israeliani non si sono mai serviti della Bibbia» per difendere l'occupazione o il controllo di alcun territorio, inclusa Gerusalemme est. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Yigal Palmor.
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