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14 gennaio 2010

Resa dei conti per Israele
di John Pilger

traduzione di Alessandra per Action for Peace

> La farsa del Vertice sul clima a Copenhagen ha affermato un mondo

> guerresco sostenuto dai ricchi contro la maggior parte dell'umanità.

> Ha anche illuminato una resistenza crescente come forse mai prima: un

> internazionalismo che lega la giustizia per il pianeta ai diritti

> umani universali, e giustizia penale per coloro che invadono e

> espropriano impunemente. E le notizie migliori vengono dalla Palestina.

>

> La resistenza dei palestinesi al furto della propria terra ha

> raggiunto un momento critico nel 2001 quando una conferenza delle

> Nazioni Unite sul razzismo a Durban, in sud Africa, ha identificato

> Israele come uno Stato di apartheid. Per Nelson Mandela, la giustizia

> per i Palestinesi è "la questione morale numero uno della nostra

> epoca". L'appello della società civile palestinese al boicottaggio, al

> ritiro degli investimenti, alle sanzioni (BDS) è uscito il 9 luglio

> 2005, in effetti riconvocando il grande movimento non violento che ha

> spazzato il mondo ed ha portato al crollo l'impalcatura dell'apartheid

> Africano.

>

> “Attraverso decenni di occupazione e espropriazione, ha scritto

> Mustapha Barghouti, una saggia voce della politica palestinese, "90%

> della lotta palestinese è stata non violenta...Una nuova generazione

> di dirigenti palestinesi (oggi parla) al mondo esattamente come lo ha

> fatto Martin Luther King. Lo stesso mondo che rifiuta qualsiasi uso

> della violenza da parte palestinese, perfino se è chiaramente

> autodifesa, sicuramente non dovrebbe rimproverarci la non violenza

> usata da uomini come King e Gandhi":

>

Non più un tabù

> Negli Stati Uniti e in Europa, sindacati, importanti chiese, e

> associazioni accademiche hanno ripreso le strategie che erano state

> usate contro l'apartheid in Sud Africa. In una risoluzione votata con

> 431 voti contro 62, la Chiesa presbiteriana degli stati Uniti ha

> approvato per un processo di " progressivo e selettivo ritiro degli

> investimenti" in aziende multinazionali che fanno affari con Israele.

> Questo è avvenuto in seguito al parere della Corte Internazionale di

> Giustizia che il Muro di israele e le sue colonie sono illegali. Una

> dichiarazione analoga, nel 1971 della Corte, che denunciava

> l'occupazione da parte del Sud Africa della Namibia, dette avvio al

> boicottaggio internazionale.

>

> Come per la campagna sud africana, la questione del diritto è

> centrale. A nessuno Stato è consentito di contravvenire al diritto

> internazionale così intenzionalmente come Israele. Nel 1990, una

> Risoluzione ONU del Consiglio di sicurezza, chiedeva che Saddam

> Hussein se ne andasse dal Kuwait, quasi con le stesse parole di quella

> che chiede che Israele se ne vada dalla Cisgiordania. L'Iraq è stato

> fatto uscire, mentre Israele è stata ripetutamente ricompensata. L'11

> dicembre, Barack Obama ha annunciato un aiuto di 2.8 miliardi di

> dollari per Israele, parte di quei 30 miliardi di dollari che i

> contribuenti negli Stati Uniti daranno per la loro economia colpita in

> questo decennio.

>

> L'ipocrisia adesso è ben compresa negli Stati Uniti. La campagna

> "Bellezza rubata" persegue adesso i cosmetici Ahava, che sono prodotti

> nelle colonie illegali della Cisgiordania; lo scorso autunno ha

> costretto l'azienda a mollare la sua "ambasciatrice" Kristin Davis,

> una stella di Sex and the City. In Gran Bretagna, Sainsbury's e Tesco

> sono sotto pressione affinché identifichino i prodotti provenienti

> dagli "insediamenti", la cui vendita contravviene le condizioni sui

> diritti umani nell'accordo di asociazione UE-Israele.

>

> In Australia, un consorzio diretto da Veolia ha perso la sua offerta

> per una fabbrica di desalinizzazione da due miliardi di dollari, in

> seguito ad una campagna che metteva in luce un piano, che coinvolgeva

> anche la azienda francese, per costruire una metropolitana leggera di

> collegamento tra Gerusalemme e gli "insediamenti". In Norvegia, il

> Fondo pensioni del Governo, ha ritirato il suo investimento nella

> azienda israeliana ad alta tecnologia Elbit Systems, che ha aiutato a

> costruire il muro attraverso la Palestina. E questo è il primo

> boicottaggio ufficiale da parte di un paese occidentale.

>

> Nel 2005, L'associazione dei docenti universitari britannici, ha

> votato di boicottare le istituzioni Accademiche per complicità

> nell'oppressione dei palestinesi. L'Associazione è stata obbligata a

> tornare indietro quando la lobby di Israele scatenò una bufera

> violenta con accuse di antisemitismo. Lo scrittre e attivista Omar

> Barghouti ha chiamato questo "terrore intellettuale": una perversione

> della moralità e della logica che dice che essere contro il razzismo

> anti palestinese trasforma in antisemiti. Tuttavia, l'assalto

> israeliano su Gaza il 27 dicembre 2008 ha cambiato quasi tutto. Si è

> formata la Campagna US per il boicottaggio accademico e culturale di

> israele, con Desmond Tutu nel suo Consiglio Consultivo. Nel 2009 in

> Gran Bretagna il TUC ha votato per un boicottaggio dei consumatori.

> Non c'è più "il tabù Israele".

>

> Crimini contro l'umanità

>

> A completare, c'è il rapido sviluppo del diritto penale internazionale

> dal caso Pinoche del 1998-99, quando l'ex dittatore cileno venne messo

> agli arresti domicialiari in Gran Bretagna. I signori della guerra di

> Israele si trovano adesso di fronte ad una situazione simile nei paesi

> che hanno leggi di "giurisdizione universale". In Gran Bretagna, la

> Convenzione di Ginevra del 1957 è rafforzata dal rapporto UN su Gaza

> del Giudice Richard Goldstone, che a dicembre, ha obbligato un

> magistrato londinese ad emettere un mandato di arresto per Tzipi

> Livni, la ex Ministro israeliana degli affari esteri, per crimini

> contro l'umanità. E a settembre solo un'ottenuta immunità diplomatica

> ha salvato Ehud Barak, ministro della difesa israeliano durante

> l'attacco a Gaza, dall'arresto di Scotland Yard.

>

> Proprio circa un anno fa, 1,400 persone indifese a Gaza, sono state

> assassinate dagli Israeliani. Il 29 dicembrer, Mohamed Jassier e

> diventato il 367° abitante di gaza a morire, perché perfino quelli che

> avevano bisogno di trattamenti salva-vita non vengono fatti passare

> per uscire. Tieni questo a mente quando vedrai la prossima volta alla

> BBC l'"equilibrio" tra questa sofferenza e le furbesche rimostranze

> degli oppressori.

>

> C'è adesso un impulso chiaro. Per segnare il primo anniversario

> dell'atrocità di Gaza, una processione umanitaria di 42 paesi -

> musulmani, ebrei, cristiani, atei, vecchi e giovani, sindacalisti,

> scrittori, artisti, musicisti, e quelli che portavano convogli di cibo

> e medicine - si sono ritrovati in Egitto. E anche se la dittatura

> nutrita dagli Stati Uniti al Cairo ha impedito alla maggior parte di

> riuscire a entrare a Gaza, la popolazione in quella prigione a cielo

> aperto ha saputo che non era sola, e i ragazzi si sono arrampicati sui

> muri e hanno issato la bandiera palestinese. E questo è solo l'inizio.

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