Da queste ulteriori iniziative e da altri interventi su questo progetto sono emerse anche queste considerazioni. Se la guerra è un problema della società, è logico che anche i rimedi, più che dallo stato, devono venire, in primo luogo, dalla società.
Finora, nella prassi politica, la strategia nonviolenta mal si distingueva da quella antimilitarista. E stata essenzialmente una strategia di contrasto più che di progettualità. Nessuno è tanto ingenuo da ipotizzare un domani senza conflitti. In un processo di trasformazione il conflitto è una componente dinamica positiva. Compito della nonviolenza non è quindi eliminare il conflitto. Compito della nonviolenza è insegnare la soluzione nonviolenta dei conflitti. E qui necessita la progettualità.
LUnione Europea, agli inizi del conflitto in ex-Jugoslavia, aveva creato la European Community Monitoring Mission. Essa aveva come obiettivi originari il controllo delle tregue, la supervisione dello scambio dei prigionieri e lapplicazione delle sanzioni internazionali. Oggi si adopera per riportare le parti ad un unico tavolo negoziale, prevenire la ripresa delle ostilità e monitorare lattuazione degli aspetti civili degli accordi. La ECMM potrebbe essere il primo passo, con le dovute modifiche, per listituzione del Corpo Civile di Pace Europeo.
A livello Europeo il percorso di "avvicinamento" ai Corpi Civili di Pace è continuato con l'approvazione, nel gennaio del 1999, da parte del Parlamento Europeo di una Raccomandazione ai Paesi Membri per la costituzione dei CPCE. A seguito di ciò poi si è tenuto un seminario a Bruxelles il 09 dicembre 1999 "Corpi Civili di Pace Europei, verso un'efficace politica dell'Unione Europea per la trasformazione dei conflitti", organizzato dall'Intergruppo iniziative per la Pace dei Parlamentari Europei e presieduto da Luisa Morgantini.
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