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A colloquio con Kemal Muftic:- Nessuno si aspettava il successo della nostra resistenza, - spiega il consigliere del pres. Izetbegovic. - la Bosnia sopravviverà a queste difficoltà, anche se la situazione é davvero terribile, ci sono stati tanti morti assassinati, poi i campi di concentramento e la pulizia etnica. Si può spiegare questa follia, il fascismo lo si può spiegare perché é un fenomeno molto conosciuto in Europa. L'Europa non si aspettava una resistenza così violenta da parte dei bosniaci, essa si aspettava la vittoria delle forze di Slobodan Milosevic, si aspettavano un uomo forte, un dittatore dei Balcani, un nuovo Pinochet. Questa resistenza é una sorpresa e ha creato una certa confusione nella diplomazia occidentale. Oggi l'Europa ci impone questi negoziati di Ginevra, in cui si parla della divisione della BiH in tre parti ma, prima di tutto ciò, alla Nazioni Unite é stata approvata una risoluzione in cui si parla correttamente dell'aggressione alla BiH. C'é una contraddizione tra la risoluzione delle Nazioni Unite e la conferenza di Ginevra, dove é stato accettato come rappresentante politico quel criminale, Radovan Karadzic. Io dico che l'idea di questi negoziati non é buona, non é logica. La nostra idea é quella di un paese unito che ha subito un'aggressione e che rivendica la propria sovranità sul proprio territorio. Noi non possiamo accettare l'idea principale di questa aggressione, che é la spartizione della Bosnia tra Serbia e Croazia. Perché questo significa un genocidio ancor più grande e terribile. Si può vedere cosa é accaduto a Banjaluka e cosa accade qui a Sarajevo. Perché uccidere un bambino sparando dalle colline, che senso ha? Questa é la ragione della confusione e della contraddizione della conferenza di Ginevra, non ha un futuro, bisogna fermarsi subito. Bisogna chiedere alle Nazioni Unite e al Consiglio di Sicurezza di dimostrare la volontà politica di fermare l'aggressione e il fascismo, che essi hanno riconosciuto nelle risoluzioni emesse a suo tempo, ma che purtroppo non hanno la volontà politica di fare rispettare. In Bosnia esiste la libera convivenza tra le etnie e le religioni, non c'é il fascismo. Noi difendiamo valori che dovrebbero essere fondamentali per l'occidente. Ma nella realtà l'occidente non fa nulla per aiutarci ad uscire dall'aggressione di due diversi fascismi che ci attaccano da est e da ovest. Non fa nulla per salvare il principio della libera convivenza, l'occidente finge di fare qualcosa, ma di fronte ad una situazione come questa non ha una reazione coerente, che sarebbe quella di fermare questi maniaci e di dire: Sentite, noi siamo più forti, é ora di farla finita.

Esistono dei valori fondamentali, ma solo a parole, perché la BiH é un piccolo paese e per l'occidente sarebbe molto più interessante averci un tiranno come Slobodan Milosevic per controllare tutto questo territorio. Parlano di diritti umani ma non riescono neppure ad aprire i corridoi umanitari. Invece noi siamo pronti a difendere il nostro popolo e le nostre famiglie e, a poco a poco, riconquistare il nostro territorio. Non c'é altra possibilità per noi. Saremmo anche pronti a fermarci subito, ma non si può lasciare entrare in città un maniaco come Karadzic e lasciargli compiere nefandezze disumane. Noi siamo pronti a resistere ad oltranza, noi combattiamo una guerra di resistenza in difesa del nostro popolo.-


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A colloquio con il gen. Divjak:- In questo momento la maggior parte delle unità dell'armata bosniaca sono impegnate nella difesa del territorio dalle truppe paramilitari serbo-bosniache e dalle truppe paramilitari croato-bosniache. Questo, semplicemente perché i nostri nemici dispongono di una consistente superiorità tecnologica. Essi hanno sul territorio dai 300 ai 500 carriarmati e intorno a Sarajevo hanno, lungo un solo kilometro di fronte, circa 35 pezzi d'artiglieria pesante con calibri superiori ai 12,7mm. Mentre durante la seconda guerra mondiale, la densità delle postazioni d'artiglieria durante gli attacchi alleati su Berlino, era di 25 pezzi per kilometro.

Su molte posizioni abbiamo portato a termine azioni offensive con successo, ma per un successo completo della nostra lotta per la liberazione dei territori occupati dagli aggressori, ci mancano i mezzi tecnici e materiali. Questo a causa dell'embargo sulle armi che colpisce solo noi, mentre la Serbia e la Croazia si armano senza problemi. La nostra armata é nata un poco alla volta, dopo l'inizio dell'aggressione e non dispone di carriarmati o di artiglieria pesante, ne di aviazione. E, visto che l'Armija di BiH é sorta come un'armata popolare, é naturale che i musulmani siano la maggioranza, visto che essi sono la maggioranza della popolazione, ma fanno parte dell'armata anche il 18% di serbi e il 12% di croati. Così come nel QG, il comandante dello Stato Maggiore é un musulmano, ma i suoi vice sono un serbo e un croato, ed io sono uno di loro. Ma non ho mai dato peso alla mia identità nazionale, mi sono sempre sentito un cittadino di Sarajevo e della BiH e così sarà per sempre.

L'UNPROFOR ci ha minacciati, dicendo che dobbiamo accettare il piano di pace, altrimenti la nostra gente congelerà durante l'inverno, però quest'anno mi pare che Dio o la natura siano dalla nostra parte. Quest'inverno é molto migliore del precedente quando, nello stesso periodo, abbiamo avuto venti gradi sotto zero. No, seriamente, é difficile sopravvivere ad un inverno freddo, ma la scelta tra il freddo e la lotta per una difesa onorevole cade sulla seconda opzione. Già nel settembre del 1992 ci dissero che dovevamo firmare la pace, altrimenti saremmo morti di fame e di freddo, ma per ora di fame e di freddo sono morte solamente lo 0,5% di tutte le vittime di questa guerra. La gente non morirà di freddo. E' stata attuata un'aggressione alla BiH e la guerra ci é stata imposta, non siamo stati noi ad iniziare questo conflitto per conquistare territori altrui. Comunque il morale dei combattenti é alto e nonostante le condizioni di inferiorità tecnologica in cui ci troviamo, noi continueremo sempre a difendere il popolo bosniaco.

Per quanto riguarda Sarajevo, sta per iniziare il terzo anno di resistenza all'assedio, e Sarajevo entrerà nella storia moderna come la città che ha tenuto alla forza di assedio più dura. Leningrado, durante i 900 giorni di assedio aveva libero sbocco ad ovest, verso la Finlandia. Mentre l'attuale assedio di Sarajevo non é mai stato registrato nella storia, in quanto non ci sono sbocchi ne corridoi per uscire od entrare in città, che permettano l'approvvigionamento delle merci. Lei sà bene che un un kilo di zucchero costa 50 marchi e che un litro di benzina ne costa 35. Ma nonostante tutto questo, in città si tengono concerti, si organizzano manifestazioni culturali e si pubblicano libri sulla resistenza. I nostri eroi più cari sono i medici, i panettieri, i giornalisti della radio e della TV, i pompieri ecc ... Questi sono i nostri eroi e con loro Sarajevo sfida l'inverno.

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A proposito delle dichiarazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite sig. Boutrous Ghali, che consentirebbe il bombardamento NATO delle posizioni dell'artiglieria serbo-bosniaca intorno a Sarajevo, credo che siano l'ennesimo gioco del sig. Ghali e delle Nazioni Unite, perché ciò che non é stato fatto in 21 mesi, non cambierà per un comunicato del sig. Ghali. I serbo-bosniaci hanno detto ieri sera che, se attacca risponderanno al fuoco. Sappiamo che durante quest'ultimo mese hanno già sparato contro aerei NATO, senza che questi rispondessero al fuoco. Se si vuole veramente bombardare le postazioni serbo-bosniache, allora c'é bisogno di molte più forze UNPROFOR sul territorio. Credo che una dichiarazione del genere serva solo ad insinuare vane speranze tra i cittadini di Sarajevo. Nel periodo giugno/luglio del 1992, tutti si aspettavano un intervento NATO, così era stato detto, ma non accade nulla. Ed anche nell'agosto del 1993 é stato annunciato l'intervento NATO, ma senza alcun riscontro con la realtà. Noi invece siamo coscienti che la BiH deve riconquistare i territori occupati da sola, perché mai qualcuno dovrebbe venire a combattere per noi? Però l'Europa é colpevole di ciò che é successo, perché solo dopo aver constatato che gli interessi della Francia e di altri paesi erano minacciati, solo allora ha reagito, ma senza argomenti. Un vero argomento sarebbe la risoluzione in cui si dichiara che tutta l'artiglieria pesante deve essere ritirata e che devono cessare i bombardamenti sulle zone protette dalle Nazioni Unite. Se, in base alla risoluzione di cui sopra, il sig. Ghali intimasse un ultimatum di 48 ore e, nel caso non venisse rispettato, ordinasse il bombardamento, allora darei peso alle dichiarazioni del sig. Ghali. Ma questo metterebbe in pericolo le forze UNPROFOR in Bosnia ed é per questo che dico che é solo un gioco e non esiste una precisa volontà di forzare la conclusione del conflitto. -

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