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aprile 7, 2014

L’ultimo volo del Piccolo Principe
di Anna Lisa Bonfranceschi

10 anni fa viene ritrovato l’aereo dello scrittore e pilota francese Antoine de Saint-Exupéry. Era dato per disperso dal 1944

Quel giorno della fine di luglio del 1944, si era alzato in volo come tante altre volte. Aveva acceso i motori e via, tra le nuvole. Certo, non era esattamente il volo romantico che molti amano immaginare. Lassù, nei cieli tra la Corsica e la Provenza, Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944) aveva il compito di portare a termine una missione di ricognizione. Ma quel fulmine (il suo aereo era infatti un modello del Lockheed Lightning P-38) all’improvviso smise di volare, e precipitò in mare, affondato da un aviatore tedesco. E laggiù, nei fondali marini, l’ultimo compagno di viaggio dello scrittore francese sarebbe rimasto in silenzio, cullato dalle correnti e lontano dalle cronache per sessant’anni, fino quando cioè i giornali francesi non l’avessero fatto riemergere, dando la notizia del suo ritrovamento il 7 aprile 2004.

Ma prima che tutto il mondo conoscesse che fine avesse fatto l’aereo dell’autore de Il Piccolo Principe, nel tempo si era costruita una di quelle storie che forse sarebbe piaciuta anche al famoso scrittore. Stavolta però niente voli, i protagonisti sarebbero stati due uomini di mare, un pescatore e un sub. Tutto era cominciato nel 1998, sulla barca di Jean-Claude Bianco.

Il pescatore francese era uscito come d’abitudine nel mare che bagna le coste di Marsiglia di buon mattino, ignaro che quel giorno la pesca sarebbe stata decisamente diversa dal solito. Mentre si apprestava a ripulir le reti si accorse che qualcosa si era impigliato tra i fili e, dopo lungo armeggiare, capì di avere sotto il naso una di quelle cose che fanno strabuzzare gli occhi: un braccialetto di metallo con inciso il nome di Antoine de Saint-Exupéry e quello della moglie Consuelo. Preso dall’entusiasmo, una volta sceso a terra si precipitò dalle autorità mostrando loro la fortunata pesca. Ma, sul momento, nessuno credette che quel braccialetto fosse davvero appartenuto all’illustre francese: sembrava impossibile trovarlo così, per caso in mare, dopo tutto questo tempo. Fu spacciato per un falso e messo da parte, in attesa di aggiungere alla storia altri pezzi, semmai ne fossero emersi altri dalle acque.

Ma i pezzi non tardarono ad arrivare, e stavolta la pesca sarebbe stata ben più grossa. Infatti, in una delle sue immersioni nello stesso mare battuto da Bianco, il sub Luc Vanrell nel 2000 scovò, distesi sul fondale, i resti di un aeroplano. Non di uno qualsiasi: quell’aereo, lui ne era certo, era quello su cui Antoine de Saint-Exupéry si era alzato per l’ultima volta in volo. Lo aveva capito studiando i disegni originali del velivolo e passando i rassegna i resti degli altri aerei ritrovati in mare. Ma non bastavano le sue supposizioni, c’era bisogno di una prova per mettere fine al mistero sulla scomparsa del poeta francese. E la conferma arrivò: nel 2004, grazie al numero di serie impresso su alcune parti del velivolo ripescate dal fondale, l’aereo fu identificato come quello di Saint-Exupery, il papà del principe più famoso del mondo.

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