Fonti: Countercurrentnews

Al Manar

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06 Ott 2014

 

I media statunitensi accusano il senatore Mc Cain di intrattenere collegamenti con i terroristi dell’ISIS

Il senatore repubblicano  John Mc Cain  viene accusato di  intrattenere collegamenti con i terroristi dello Stato Islamico (ISIS), il gruppo terrorista autore delle decapitazioni di ostaggi occidentali, gruppo che il governo USA qualifica come “principale minaccia alla sicurezza nazionale”.

Secondo quello che si ricava dalle foto che circolano in vari siti web, Mc Cain ha partecipato ad una riunione nel 2013, in una imprecisata località della Siria, con le forze ribelli anti Assad che erano compartecipi di questo gruppo jihadista.

Il fatto ha suscitato una valanga di critiche sul senatore dell’Arizona, considerato da sempre  uno dei falchi pro guerra nel Congresso e favorevole all’intervento degli Stati Uniti in Siria con l’obiettivo di rovesciare il governo di Bashar al-Assad.

Nel corso di una recente apparizione in un programma TV della catena Fox news, il senatore ha criticato la strategia del presidente Barack Obama per combattere l’ISIS, basata nell’armare quella che viene chiamata l'”opposizione moderata” di questo paese ed ampliare l’offensiva aerea contro i suoi obiettivi all’interno del territorio siriano.

Nell’intervista il senatore repubblicano ha confermato che  “conosceva questa gente”, riferendosi ai membri dell’ISIS ed ai due capi di questo movimento, Salim Idrios e Khalim Al Hamad, che compaiono nelle foto.

Da questa ammissione sono piovute molte accuse al senatore Mc Cain anche da parte del senatore Rand Paul e da altri esponenti  dell’ opposizione i quali hanno stigmatizzato come questo dimostri che i così detti “ribelli moderati” sono in realtà gli stessi che sono poi confluiti nel gruppo dell’ISIS.

In un articolo pubblicato dal portale web Counter Current News, un analista  ha interpretato queste parole di Mc Cain alla Fox  come  una conferma dei  suoi rapporti  con i terroristi dello Stato Islamico.

Alcuni osservatori avvertono che il gruppo sunnita- originato da una diffusione della rete Al Qaeda-, è nato e si è fortificato grazie al ruolo di supporto svolto dalla CIA , per conto del governo degli Stati Uniti.

L’influente quotidiano  New York Times, poco tempo fa, ha messo in dubbio   l’esistenza di questa supposta “opposizione moderata” di cui parla Obama ed ha messo in guardia che, con il suo atteggiamento, la Casa Bianca e l’Occidente potrebbero accendere le fiamme di un nuovo conflitto bellico in Medio Oriente.

Le autorità di Damasco hanno avvisato chiaramente che qualsiasi attacco sul loro  territorio, in nome della lotta al terrorismo, sarà considerato come una aggressione allo Stato siriano.

Dal 23 di Settembre l’aviazione statunitense ha realizzato più di 70 attacchi aerei contro gli obiettivi dei terroristi dell’ISIS in Siria, con l’appoggio dell’Arabia Saudita, della Giordania, del Barhein, del Qatar, degli Emirati Arabi e di altri paesi alleati.

In forma parallela, il Pentagono ha eseguito dal passato 8 di Agosto più di 250 bombardamenti per distruggere le postazioni dell’ISIS in Iraq.

Il conflitto in Siria dura dal Marzo del 2011. Le statistiche ufficiali parlano di oltre 220.000 vittime ed alcuni milioni di rifugiati nei vari paesi della regione.

I gruppi che si sono sollevati contro il governo di Assad sono formati in prevalenza da mercenari provenienti da oltre 80 paesi, appoggiati materialmente, armati  e finanziati  da Washington e dai suoi alleati occidentali ed arabi.

Questo permette di nutrire molti dubbi sulle affermazioni della Casa Bianca circa l’obiettivo degli USA di combattere il terrorismo come loro priorità quando appare sempre più confermata la complicità di ambienti USA ad alto livello nella creazione e nel supporto  fornito a questi gruppi di terroristi.

Molto probabile che il vero obiettivo della Casa Bianca, con gli attacchi aerei attuati contro l’ISIS,  sia quello di avere un pretesto per rovesciare il regime di  Assad  in Siria che Washington considera da molto tempo la vera priorità per la strategia USA, visti i legami che questa nazione araba intrattiene con la Russia e con  l’Iran.

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