Obama si lamenta delle inaudite violenze contro i cristiani in Medio Oriente



Arrivano le confessioni dei terroristi pentiti ad indicare la Turchia come il retroterra dell’ISIS

 

Arrivano le “confessioni” dei terroristi pentiti che rivelano dove sono stati addestrati e chi ha fornito loro le armi: questo il caso di Abdurrahman Abdulhadi, di 20 anni, detenuto dalle Unità di Protezione del popolo Curdo (YPG) nella regione di Al-Hol, nella provincia nord orientale della Siria di Al-Hasaka.

The truth behind ISIS leader's threats against Israel and Jews

 

By Y. Melman

ansa - 26 dicembre 2015 - L'Isis minaccia Israele. ''La Palestina non sara' la vostra terra ne' la vostra casa ma il vostro cimitero. Allah vi ha raccolto in Palestina perche' i musulmani vi uccidano'' ha avvertito oggi il suo leader Abu Baker al-Baghdadi in un messaggio audio. ''Gli ebrei - ha detto ancora - pensavano che avessimo dimenticato la Palestina e pensavano di essere riusciti a distrarre la nostra attenzione.Assolutamente no. Molto presto, avvertirete la presenza dei combattenti della Jihad''. "Il Califfato resta forte nonostante i raid" della coalizione internazionale contro l'Isis. Lo ha detto il leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, in un nuovo messaggio audio di 24 minuti.

The Islamophobia Industry
and the Demonization of Palestine

Attenzione al sunni-Stan: i neoconservatori sono tornati e la loro visione è più scura che mai

di Ramzy Baroud

Ex ufficiale della Cia: "La Turchia è fuori controllo. Esprime solidarietà all'Isis"

Il nodo della Banca Centrale Libica, l'oro di Gheddafi, i beni congelati delle megabanche,
la sorte del dinaro

di Maria Grazia Bruzzone


Il caso Isis per il diritto internazionale

L’Islam e l’Occidente al bivio

di Claudio Giuseppe Torrero

 

Le torbide vicende in corso in Medio Oriente mostrano con chiarezza come la lotta contro il cosiddetto Stato Islamico sia tutt’altro che ovvia, essendo quest’ultimo espressione di un groviglio inconfessabile di interessi e strategie che è parte dell’occulta guerra mondiale in corso, combattuta sul piano non solo militare ma anche e più che mai su quello comunicativo e culturale.

Dimenticate l’ISIS: l’umanità è a rischio

di Ramzy Baroud

Ricordo ancora quell’espressione compiaciuta sulla sua faccia, seguita dalle osservazioni distaccate che avevano fatto ridere di gusto i giornalisti. “Vi mostrerò un’immagine dell’uomo più fortunato dell’Iraq,” disse il Generale Norman Schawarrkopf, noto come ‘Storming Norman’ a una conferenza stampa in un certo momento del 1991, mentre mostrava un  video delle bombe statunitensi che facevano saltare in aria un ponte iracheno pochissimi secondi dopo che l’autista iracheno era riuscito ad attraversarlo.

Così viaggia il petrolio rubato dall'Isis verso Turchia e Israel


Erdogan, cosa vuole e perché non lo avrà

di Giulietto Chiesa

 

Da quasi vincitore, si trova ora nella posizione di chi ha quasi perduto tutto, salvo i soldi del petrolio trafugato. E nessuno dei suoi alleati ha potuto impedirlo.

 

The Myth of the Caliphate

The Political History of an Idea

By Nick Danforth

Foreign Affairs (Council of Foreign Relations)

 


Turchia, ucciso avvocato curdo a Diyarbakir

 Morte Tahir Elci ripresa da tv sotto occhi giornalisti


Istanbul: in 2mila in piazza, polizia usa lacrimogeni

Notiziegeopolitiche - nov 26th, 2015 - Grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza e alla prova del dna gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dell’attentatore che due giorni fa ha compiuto un attentato colpendo presso Tunisi un autobus carico di agenti della Guardia presidenziale, uccidendone 13: si stratta di Abouab Allah, vero nome Houssem Ambdelli, 27 anni, residente nel quartiere Mnhila di Tunisi e certamente legato al gruppo Jund al-Khilafah, affiliato all’Isis. Il terrorista, che si è fatto esplodere nei pressi del bus, sarebbe ricorso all’esplosivo al plastico Semtex, probabilmente proveniente dalla Libia. La madre, interrogata a lungo dalla polizia, è risultata essere a conoscenza dei propositi di Ambdelli.

Middleeastmonitor - Tuesday, 24 November 2015 - Lunedi i servizi di sicurezza tunisini hanno informato l'ex presidente Mohamed Moncef Marzouki che è il bersaglio di un complotto terroristico. Un ex consigliere ha usato i social media per rivelare che Marzouki ha ricevuto un’informazione formale dagli agenti di sicurezza nel governatorato di Sousse, che ci sarebbero "informazioni precise su un complotto terroristico" mirato per assassinarlo. Adnan Moncer ha aggiunto che l'ufficio di Marzouki terrà una conferenza stampa nel pomeriggio di Lunedi per dare ulteriori dettagli presso la sede centrale del Partito del Congresso per la Repubblica. Marzouki ha assunto la presidenza in Tunisia dopo le elezioni all’Assemblea Nazionale Costituente nel 2011. E’ poi stato battuto nel 2014 dall'attuale presidente nelle prime elezioni presidenziali che si sono tenute dopo la rivoluzione tunisina che ha rovesciato Zine El Abidine Ben Ali. Le autorità tunisine hanno annunciato in precedenza di aver sventato attacchi simultanei su hotels, centri di sicurezza e installazioni vitali, oltre a tentativi di assassinare politici a Sousse questo mese. Aggiunndo che hanno arrestato una cellula di jihadisti che si erano formati in Siria e Libia.


Tunis : l'explosion d'un bus de la garde présidentielle fait au moins 12 morts
Tunisia: Isil rivendica strage sul bus: “siamo stati noi”

Per il poeta palestinese
Ashraf Fayadh,
l’accusa è di “apostasia”, cioè di rinuncia o abbandono dell’Islam. Nel regno sono state oltre 150 le decapitazioni quest’anno, un primato nero per Riyadh che vede nella letteratura uno dei maggiori veicoli del dissenso

Politico Magazine: i wahhabiti e salafiti sauditi, il vero nemico dell’Occidente


Who’s Calling the Shots? 

Seyyed Hassan Nasrallah: “Hezbollah sta dalla parte giusta della storia”

Islam Is a Religion
of Violence


By Ayaan Hirsi Ali

 

Can the wave of violence sweeping the Islamic world be traced back to the religion's core teachings? An FP debate about the roots of extremism.

Perche’ il Bombardamento di un Ospedale è un Crimine di Guerra

di Robert C. Koehler

L'invasione russa
e la menzogna
del contenimento
di Israele

 

di Bassam Badarin


Arabia Saudita, crimini e follie stanno segnando la fine di un impero

di Salvo Ardizzone

Alcune note sulle elezioni in Turchia

I caccia turchi su obiettivi curdi.


Turchia, perché Erdogan ha stravinto
il voto della paura

di Alberto Negri inviato de IlSole24ore


"La Turchia appoggia l'Isis"
Le prove schiaccianti raccolte da RaiNews nella città siriana di Qamishli

 

Turchia, polizia occupa due tv
di opposizione in diretta

 

Disperso con i lacrimogeni il presidio dei dipendenti che difendeva la sede. Le due emittenti 'commissariate' a pochi giorni dalle elezioni con l'accusa di fare "propaganda terroristica" per conto dell'imam-finanziere Fethullah Gulen. Due ragazzi di 12 e 13 anni arrestati per aver strappato poster con la foto del presidente


La polizia turca ha fatto un’incursione nel quartier generale del gruppo Koza Ipek Holding a Istanbul, che ospita le stazioni televisive Bugün Tv e Kanaltürk, oltre ai giornali
Bugün e Millet.

Stiamo assistendo alla Syrianizzazione della Turchia?

La Turchia riconosce
lo Stato Islamico
e la Merkel la fa entrare in Europa

di Maurizio Blondet


L’attentato di Ankara, ipocrisia e complicità occidentali nella guerra contro il Kurdistan

 

di Alessio Di Florio

 

È guerra
alla pace

 

di Gianmarco Pisa

 

La Turchia da Atatürk all'era moderna: quale Paese prima di Erdogan

di Elisa Gennaro

Il Generale Michael Flynn ammette che Obama sapeva che stavano armando l’ISIS

Il generale Flyn
passa all'est

 

intervista di Russia Today al Generale Michael Flynn

L’opinione di Al-Quds
In altre parole, ci chiediamo: siamo ormai giunti alla disgregazione della Turchia
?


La Turchia nella crisi del Medio Oriente


Turchia, violenza pensando alle urne

La Turchia in piazza contro Erdogan

artefice della politica della paura


L'attentato di Ankara aggrava i conflitti politici in vista delle elezioni anticipate


La strage ad Ankara

Nella capitale turca almeno 95 persone sono rimaste uccise nell'attentato più grave della storia del paese

Kamikaze fanno strage al corteo dei pacifisti. C’è chi alimenta la strategia della tensione

Esplosioni al corteo pacifista di Ankara 97 morti, 186 feriti.

Turchia, dolore e rabbia tra i superstiti di Ankara
I soccorsi in ritardo, i lacrimogeni della polizia contro i manifestanti vittime dell'attentato

Quattro gruppi terroristici potrebbero essere dietro l'attacco ad Ankara

Bombardare ospedali
è normale amministrazione

 

di Phyllis Bennis

L'ospedale di MSF
non è stato bombardato
per errore:
era
l'obiettivo

Arabia Saudita:
il collasso è inevitabile

 

di Nafeez Ahmed

giornalista d’inchiesta e studioso di sicurezza internazionale.

 

Il regno saudita è sull'orlo del declino, un processo che potrebbe iniziare tra pochi anni

 

KREMLIN’S TRIUMPH

 

How Russia Got Ahead
in the Middle East

Beirut brucia: è colpita, arrabbiata e incerta circa il proprio futuro. Le ambulanze ululano. Centinaia sono feriti. Volano pallottole di gomma. E pallottole vere. Una rivoluzione? Una rivolta?

La politica araba e la fine del mondo

di Karim Barakat

prof. di filosofia all’Univ. Usa di Beirut



Siamo umani?

di Abd Al-Wahab Al-Affendi

scrittore e ricercatore sudanese.

La guerra ai curdi: così Erdogan vuole ricompattare il consenso.

L'ultima risorsa dell'impero: lo sterminio dei musulmani

 

di Gary Flomemnthof

La Turchia verso la guerra civile

 

di Andrea Muratore

 

La Turchia ha aperto alla coalizione internazionale le proprie basi aeree e briga affinché le forze anti-Assad riconquistino vigore, addestrando migliaia di miliziani sul suo territorio. Tuttavia, la mancanza di una strategia ben definita, in politica interna come in politica estera, rende il governo turco debole, un cane sciolto i cui colpi di testa potrebbero aggravare la già precaria situazione del Medio Oriente.

L’ISIS in Afghanistan: una guerra per procura contro Iran e Cina

Nel Paese c’è l’anarchia

di Fady Noun

 

Sua Eminenza Beshara Rai, Vescovo del patriarcato maronita, fermato da uomini armati. Il latitante Mohammad Durra chiede i buoni uffici del patriarca Beshara Rai per liberare la sua moglie, coinvolta in un rapimento. Minacce ai cristiani della Bekaa. Lo Stato libanese è quasi inesistente nella regione. Le tribù sciite degli Jaafar assicurano di volere la convivenza con i cristiani.

Infranti i piani sauditi:
Siria, NATO, curdi e il vero Stato canaglia

Putin rompe le relazioni con la Turchia?


“…faremo della Siria una grande Stalingrado contro Erdogan ed i terroristi dell’ISIS, suoi alleati”

I “danni collaterali” della guerra occidentale al terrore

di Chiara Cruciati

 

Almeno 459 vittime civili accertate nei raid Usa, ma sarebbero almeno il doppio. Senza tener conto dei morti provocati dalle interferenze degli alleati (Turchia e Golfo). E nel calderone finiscono anche i fragili rapporti tra Erbil e Baghdad

Lo Yemen muore di guerra e di fame

 

Gravissima emergenza umanitaria: 1,3 milioni di bambini non hanno cibo, mentre Riyadh continua a bloccare gli aiuti. Autobomba di al Qaeda a est, a sud ancora scontri tra Houthi e forze governative.

arabpress.eu - 1 agosto 2015 - I leader del Partito curdo dei lavoratori (PKK) lasceranno i territori del Kurdistan iracheno per salvaguardare i civili dagli attacchi aerei della Turchia, ha dichiarato il leader della regione. “Il PKK deve spostare il campo di battaglia lontano dalla regione del Kurdistan per far sì che la popolazione non diventi vittima di questa guerra” ha dichiarato Massud Barzani. La Turchia ha portato avanti centinaia di raid contro i gruppi ribelli curdi sulle montagne al confine tra Iraq e Turchia. Secondo fonti turche circa 260 militanti curdi sarebbero morti in seguito agli attacchi aerei.

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Circa 260 membri del PKK morti in una settimana di raid aerei turchi

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Erdogan: il processo di pace con i curdi non può continuare

Turchia, Erdogan: “No a uno Stato curdo in Siria”

Qualcuno fermi il sultano

La Turchia per fortuna non è soltanto Erdogan: cresce il dissenso interno ad un'operazione scellerata voluta da Ankara in cui si rischia la totale destabilizzazione del medio oriente. Ma intanto la NATO appoggia il nuovo sultano, mentre i curdi vengono sistematicamente bombardati e ridimensionati.

Per gentile concessione dell’Autore, pubblichiamo l’introduzione dell’ultimo volume di Bruno Ballardini “ISIS Il marketing dell’Apocalisse”

Il principe saudita Bandar bin Sultan ex capo dei servizi segreti e ambasciatore negli Stati Uniti dice la sua sull'accordo sul nucleare

Erdogan: il processo di pace con i curdi non può continuare
Turchia, PKK e il livello dello scontro

L’intenzione del governo turco è colpire il Pkk non l’Isis

 

«Erdogan sapeva di rischiare di perdere consenso trattando con Ocalan. Per questo, mentre parlava di pace, negava l’identità curda» lo sostiene la giornalista e attivista turca Murat Cinar.

Il patto faustiano tra Obama ed Erdogan
"Una strategia suicida che porterà al caos"

Libia, l’infinita scelleratezza delle guerre occidentali

 

di Alessio
Di Florio

The Turkish Enigma

By George Friedman

stratfor.com

Obama:
Don’t blame Iran for every problem

 

US President Barack Obama this past week called on America’s Arab allies to begin a “practical conversation” with Iran to reduce sectarian divisions and address shared threats from terrorism.


I social media amplificano l’odio settario

Operazione Colomba:
“Il Libano sgombera i campi profughi siriani”

... cacciati da 41 campi 5.300 rifugiati dalla Siria. E altri sgomberi seguiranno.



Il capo del Pentagono:
l'opzione militare in Iran è ancora possibile

L'accordo sul nucleare iraniano non significa che l'azione militare sia fuori dal tavolo quando si tratta di fermare la bomba atomica di Teheran, il Segretario della Difesa Ashton Carter lo ha detto Domenica prima di una visita in Israele.

Il pessimo accordo nucleare con l’iran consentirà lo scontro nucleare in medio oriente

di Fausto Carotenuto

Il Principe bussa allo Zar, e Obama indietreggia
Obama discusses Iran deal with Saudi King Salman
ilfattoquotidiano - 14 luglio 2015 - Per decenni Gerusalemme ha usato la “Sampson Option” – la minaccia di infliggere la distruzione nucleare nei confronti dei nemici nell’area – per aver accesso ad aiuti militari, finanziamenti, intelligence dagli Usa. La possibilità che, nel futuro, anche Teheran abbia un proprio arsenale nucleare rende Washington più libera nei confronti degli storici alleati, indebolisce il potere di deterrenza israeliano nei confronti non soltanto degli iraniani, ma anche di Hezbollah e Hamas

Libia: firmato accordo Onu ma solo da Tobruk senza Tripoli

 

Il documento, che prevede la fine dei combattimenti e la formazione di un governo di unità nazionale, è stato firmato anche da altre fazioni minori

L’appello di Amnesty all’ambasciatore Saudita:
“Rilasciate il blogger Badawi”

“In occasione del Ramadan un gesto di umanità per Raif Badawi” all’appello presentato da Amnesty International all’ambasciatore saudita aderiscono in Italia associazioni, giornalisti, scrittori e rappresentanti delle istituzioni.

In Tunisia gli Islamisti di Ennahda sostengono lo stati di emergenza


Contro il vergognoso silenzio dell’ONU sull’aggressione dell’Arabia Saudita, migliaia di yementi scendono in piazza per protesta

Onu negozia una tregua, mentre continuano i raid

Is ISIL winning the psychological battle?

Global opposition can counter ISIL's psychological campaign by taking away its mythos of fear.

Primo venerdì di Ramadan, un venerdì di sangue

Tunisia, Francia, Siria, Kurdistan: prosegue l'escalation dell'odio

Dal Libano e dal Marocco risposte decisive al terrorismo

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Tunisia, migliaia in piazza a Sousse contro il terrorismo

Strage alla spiaggia di sousse in Tunisia.
Tunisia, primavera e terrore
Era un saudita l’autore dell’attentato alla moschea sciita di Kuwait City

L’Arabia Saudita, nonostante il sostegno degli USA e di Israele, incapace di affrontare la resistenza yemenita, arruola migliaia di mercenari takfiri e li trasferisce dalla Siria allo Yemen

 

Cinquemila mercenari takfiri arrivano in Yemen per riconquistare la città di Aden, nel sud dello Yemen, presidiata dai combattenti yemeniti del movimento Ansarollah.

Attentati dell’Isil a Kobane, decine di vittime

 

I jihadisti dell’Isis ci riprovano ed entrano a Kobane dalla Turchia.

Siria, l'Is distrugge due antichi mausolei a Palmira: sono "simboli del politeismo"

 

Si tratterebbe dei santuari di Mohammad ben Ali e di Abu Baha Edin, che si trovano al di fuori del sito delle rovine greco-romane iscritte al patrimonio mondiale dell'umanità. I jihadisti hanno usato esplosivi.

Isis, “imbottite di esplosivo le rovine di Palmira. A Mosul rapiti 1.227 bambini”

 

L'Osservatorio dei diritti umani ha detto di non sapere se le mine sono state piazzate per distruggere o per impedire l’avanzata dei governativi. I piccoli invece, secondo il partito democratico curdo, sono stati "portati in un campo per essere addestrati"

La fine dell’impero? La violenza e l’egemonia degli Stati Uniti in Medio Oriente


Tom Mills, di New Left Project,
ha parlato con
Gilbert Achcar

Mosul, Isis: l'inferno delle donne. "In molte si suicidano, stanche di vivere come prigioniere".
La testimonianza di Suha

La brigata cristiana di Hezbolláh

La psyop Isis continua

Stati Uniti e guerra allo Stato Islamico: se Obama tentenna, i repubblicani non sono da meno

Comunicato conclusivo della riunione
di Berlino sulla Libia


Il piano ONU per la Libia

 

Quarta versione della proposta delle Nazioni Unite alle delegazioni libiche in Marocco. Si punta a una presidenza "tripartita". L'obiettivo è arrivare a un accordo prima dell'inizio del Ramadan, il 17 giugno

Erdogan, sultano claudicante

di Michele Paris

 

Dopo tredici anni di potere ininterrotto e indiscusso, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe avere appena imboccato la parabola discendente della sua carriera politica in seguito al considerevole ridimensionamento patito dal suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) nelle elezioni parlamentari andate in scena nel fine settimana.

Tutti i pericoli delle scelte di un'amministrazione che non può placare il Medio Oriente. Non ora.

ISIS sells girls for as little as a pack of cigarettes

Gli jihadisti al servizio dell’imperialismo

Se Maometto fosse vivo oggi, sarebbe alleato della NATO, parola dello sceicco Yussuf

Scappare dallo Stato Islamico

L’Isis dichiara guerra ai jihadisti di Tripoli.

 


Che succede nell’Isis?

 

di Aldo Giannuli


L'Isis chiude gli Yazidi in una trappola mortale


Rivals With Benefits

 

By Asher Orkaby

 

Israel and Saudi Arabia's Secret History of Cooperation

DEBKAfile Exclusive Report May 13, 2015, 1:52 PM – Circa 250 combattenti Hezbollah sono morti nella battaglia di Qalamoun. Tra le crescenti perdite, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ha fortemente sollecitato il Gen. Jean Kahwagi di inviare le sue truppe in battaglia sulla Montagna di Qalamoun. Il generale libanese gli ha risposto un piatto no, dicendo che l'esercito libanese non scivolerà in una guerra all'interno della Siria. Per ora, non ci sono soluzioni prevedibili, intanto il Libano rimane aperto all’infiltrazione jihadista dalla Siria. More>


S.Hersh demolisce la “grande bugia”


Seymour Hersh, stavolta non ci hai convinto

 

di Carlo Perigli

 

A dispetto di molti lavori precedenti, la ricostruzione che Seymour Hersh fa dell’uccisione di Osama bin Laden non appare confermata da alcuna prova


La guerra civile siriana arriva nei campi dei rifugiati palestinesi in Libano

di Mauro Pompili

Dal 1948 tre generazioni di palestinesi vivono nei campi libanesi. Senza la possibilità di un futuro diverso da quello di una vita da profugo tra i giovani crescono la rabbia e l’estremismo.

A Tawarê, un quartiere del campo, sventola la bandiera nera di ISIS e sui muri le foto dei leader palestinesi sono state sostituite da quelle dell’autoproclamato Califfo Abu Bakr al-Baghdadi è del defunto leader di al-Qaeda, Osama bin Laden. Grazie alla collaborazione di un giornalista libanese abbiamo parlato con Abu Ahmed, un palestinese di Ain al-Hilweh che combatte con il Fronte al-Nusra, affiliato di al-Qaeda.

arabpress.eu - 6 maggio 2015 - Iraq e Siria: oltre 3 milioni di sfollati - Secondo uno studio diffuso dal Consiglio Norvegese per i Rifugiati, sono almeno 2,2 milioni gli iracheni che sono stati costretti a lasciare le loro case nel corso del 2014 a causa dell’invasione da parte dei militanti Daesh (ISIS). Lo studio inoltre segnala che gli sfollati in Siria superano il milione. Negli ultimi quattro anni, la Siria ha registrato il più alto numero di persone che sono state costrette a fuggire o a lasciare le loro case, contando 7,6 milioni di sfollati, che equivale al 35% della popolazione.

Cosa si cela sotto il valzer di cariche a Riyadh

 

Il radicale “rimpasto” in Arabia Saudita è il segnale del riavvicinamento agli Stati Uniti e della volontà di contrastare a ogni costo Teheran.


Re Salman,
cambio al vertice

L’Arabia Saudita cerca la strada verso la modernità

 

Intervista con Eugenio d’Auria, per cinque anni ambasciatore a Riyadh

Lo scrive il giornale britannico Guardian citando fonti ben informate a Mosul. Il capo dello Stato Islamico sarebbe stato sostituito dal suo vice Abu Alaa al Afri

Al-Baghdadi probabilmente morto: il nuovo “Califfo” sarebbe
Abu Ala al-Afri

 

di Guido Keller

Notiziegeopolitiche - apr 20th, 2015 - Il noto settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato che l’ideatore dell’Isis (Daesh) sarebbe stato un ex agente dei servizi segreti dell’epoca di Saddam Hussein: si sarebbe trattato di Haji Bakr, vero nome Samir Abd Muhammad al-Khlifawi, ed alla conclusione si sarebbe arrivati grazie a lettere, documenti e mappe reperite ad Aleppo, in un’area da dove i jihadisti si sono ritirati. Bakr sarebbe stato ucciso tre mesi fa dai combattenti dell’Esercito libero siriano, ma la sua storia lo ha visto nelle carceri Usa di Camp Bucca e Abu Ghraib dopo la capitolazione dell’esercito iracheno di Hussein. Già nel 2010 ex agenti dei servizi segreti iracheni davano Bakr come ideatore dell’Isis, il quale sarebbe poi ricorso a Abu Bakr al-Baghdadi per dare al movimento una dimensione religiosa

Arrivano le armi comprate da Riyadh

 

Il carico di missili anti-carro è il primo di una serie di trasferimenti di armi di fabbricazione francese donate dai sauditi all’instabile Libano, il cui esercito deve fronteggiare i miliziani islamisti provenienti dalla Siria. Un nuovo monito a Hezbollah e soprattutto a Teheran

Lo stato islamico è il cancro del capitalismo moderno

di Nafeez Ahmed

 

Il brutale 'Stato islamico' è il sintomo di una crisi profonda della civiltà fondata sulla dipendenza dai combustibili fossili, che sta minando l'egemonia occidentale ed espandendo il potere dello Stato islamico in tutto il mondo musulmano.

Su alcune recenti letture di Ocalan e Gramsci

 

Da più di quindici anni Abdullah Öcalan vive in una condizione di completo isolamento nella prigione di Imrali. Il testo che qui proponiamo istituisce una comparazione tra Öcalan e Gramsci, accomunati non solo dalla lunga esperienza di dura detenzione ma, secondo l’autore, anche da percorsi concettuali e affinità di elaborazioni (innanzitutto sulla società civile e la sua conquista).

L’origine del caos mediorientale è economica

Il Generale di Brigata Moni Katz: il Libano andrà indietro di 200 anni, se scoppia la guerra

Arabia Saudita: accordo con Russia, tensioni con l’Iran


L’Onu conta le vittime del massacro in Yemen, gli Usa inviano altre armi
Nel paese è in corso una strage: almeno 540 morti, 100mila sfollati, a causa dei raid sauditi e della guerra civile. L’Iran chiede il cessate il fuoco, Washington promette armi alla coalizione anti-sciita.

E’ iniziato il crepuscolo dell’impero di Erdogan?

   

Turchia, tra blackout e attentati il “sultano” trema

 

di A.Caschera

 

Il blackout più lungo degli ultimi 15 anni e una serie di attentati nella città di Istanbul fanno vacillare il "sultano" Erdogan, alle prese con la gestione di un potere non più così saldo.

Turchia nel caos a due mesi dalle elezioni. Il pugno di ferro di Erdogan scricchiola sotto mille tensioni

Mancano poco più di due mesi alle elezioni in cui la Turchia dovrà decidere se proseguire con il modello Erdogan, oppure voltare pagina dopo 12 anni di progressiva centralizzazione del potere nelle mani di un solo uomo. La struttura di potere concepita dal presidente sembra avvicinarsi a un bivio: o una cementificazione ancora più forte, oppure il crollo, su cui soffiano con varia intensità le tante anime dell’opposizione.

Bastonano una donna afgana a morte con la falsa accusa di aver bruciato il Corano

 

La famiglia sostiene chesoffrisse di malattia mentale,la folla la circonda, e riprende l’attacco sui cellulari prima che il suo corpo sia dato alle fiamme.

Il gran muftì dell'Arabia Saudita, Abdul Aziz bin Abdullah, ha dichiarato che tutte le chiese cristiane vanno distrutte.

Ecco chi sono gli alleati dell’Occidente nella regione

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Pesanti scontri all’aeroporto di Aden, poi triplice attentato suicida a due moschee Huthi almeno 137 le vittime

In seguito agli eventi che ieri hanno scosso la capitale tunisina, dove un gruppo di uomini armati ha preso d’assalto il museo de Bardo, tenendo in ostaggio diversi turisti stranieri, di cui almeno 20 hanno poi perso la vita, sui social network è stata lanciata una campagna di solidarietà che risponde all’hashtag #JeSuisBardo.


La ricostruzione dell’assalto al museo Bardo e al Parlamento a Tunisi e le ragioni di un massacro


Attacco al museo del Bardo di Tunisi: 24 i morti, fra i quali 4 italiani.


sei mesi orsono: USA: “i Fratelli Musulmani lascino il Qatar”

Oggi: Washington “resuscita” i Fratelli musulmani contro lo Stato islamico

L’ascesa al trono di re Salman in Arabia saudita ha cambiato la politica del regno, rafforzando l’asse con gli Stati Uniti, che hanno progettano di ricostituire la Fratellanza come forza di influenza in tutto il mondo arabo .... per annientare lo Stato Islamico e frammentare il Medio oriente per proteggere Israele.

Nonostante sia considerato da molti analisti l’unico successo delle cosiddette primavere arabe, il Paese ha il maggior numero di cittadini andati a combattere la “guerra santa” in Siria e Iraq. Ma a preoccupare Tunisi è soprattutto il caos nella confinante Libia ... leggi

Daesh rade al suolo villaggio assiro di Nimrud

 

Cristo si è fermato a Ninive

 

Mentre i jihadisti dello Stato islamico distruggono con furia iconoclasta l’arte e la storia preislamica dell’Iraq, i cristiani cacciati da Mosul si organizzano in milizie volontarie. Con scarso denaro, poche armi, molta fede.

 

Nella foto: statua del poeta Abu Tammam (788-845) di epoca Abbasside abbattuta a Mossoul.

 

Bambini indottrinati dall’ISIS alla jihad per conquistare Gerusalemme e Roma

Lo Stato Islamico se ne vanta in un video

Premiato come miglior diffusore dell’islamSeguitissimo, favorevole alla morte per gli apostati, ha accusato Bush di aver organizzato l’11 sett. Io sono con Bin Laden ...

Breve storia del movimento wahhabita

 

Chi è effettivamente Muhammad Ibn Abd al-Wahhab? nella foto

 

Questa mattina durante la quotidiana lettura dei giornali sono rimasto impigliato nel wahabismo, nella storia dei suoi fondatori e in quello che significa oggi, senonchè questa notte avevo letto pagine del libro "Massoni" di Gioele Magaldi edito da Chiare Lettere, quello che ho letto rimaneva anch’esso impigliato con il wahabismo e così ho ricostruito questo patchwork.

Buona lettura Maurizio

 

Breve estratto dal libro Massoni

Conoscere l’islam e il fondamentalismo

 

L’ISIS uccide, il nichilismo di più

 

In questi primi giorni dell’anno stiamo assistendo all’avanzata di quello pseudo-esercito islamico chiamato ISIS ed armato (come da copione) dal giudeo-americanismo, nemico della Verità e della vera pace. Pax Christi.

L'IS contro i cristiani in Rojava, vescovo denuncia Francia e Usa

La Libia è ormai un buco nero per noi umanitari

Anche per l'Alto Commissariato per i Rifugiati, però, lavorare in Libia è sempre più difficile. Lo ha raccontato a Vita.it Dunnapar Fern Tilakamonkul, responsabile per le relazioni esterne dell'agenzia Onu nella repubblica araba.

Durante i quattro mesi in cui Kobane è stata sotto l’assedio dell’ISIS,  pochi media hanno prestato attenzione alla  vera lotta della gente della Siria del Nord, in cui si sta combattendo per la vera democrazia, per i diritti delle donne, e per la sostenibilità ecologica .... leggi

Libia, interventisti smemorati e modello Gomorra

 

Lo scenario libico alla vigilia dell’ennesima inutile missione internazionale

Dopo il brutale stupro e assassinio di una studentessa di 20 anni, migliaia di attiviste hanno manifestato sostenute da uomini che per solidarietà indossavano una minigonna ... leggi
Il governo algerino sta facendo del suo meglio per scongiurare l'interferenza militare egiziana in Libia. Cercando invece di proporre una soluzione politica alla crisi libica, lo ha riferito il quotidiano Arabi 21 Venerdì. leggi

euronews - 03/02/15 - I peshmerga curdi, sostenuti dagli attacchi aerei della coalizione internazionale, hanno conquistato il villaggio di Mariam Baik in Iraq, a 30 chilometri da Kirkuk. Ripreso anche l’impianto petrolifero di Khabbaz. Parallelamente alla guerra, prosegue la fuga dei civili. Il governo turco si aspetta di ricevere altri 35 mila rifugiati. A varcare il confine anche un tesosriere dell’Isil, fuggito portando con sé un milione di dollari del gruppo armato jihadista. Mosul, la capitale dell’autoproclamato Stato islamico, è il principale obiettivo della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Nelle ultime 24 ore sono stati colpiti quattordici obiettivi nemici, mentre l’Isil ha fatto saltare in aria la chiesa della Sacra Vergine, luogo di culto storico per i cristiani dell’Iraq, nella foto.

L'Isis attacca il cuore della capitate libica
di Umberto De Giovannangeli

Kobane liberata: curdi in festa

Kobane è libera

Un tweet annuncia la liberazione. I mercenari dell’Isis sarebbero confinanti in sole quattro strade a est della città. Ypg: appena le sgomberiamo dichiareremo libera Kobane. leggi

La Notte delle Mongolfiere

E morto all’età di 90 anni re Abdullah, sovrano dei Sauditi

Ocalan invia una lettera al popolo assiro-siriaco-caldeo

Come siamo arrivati ad applaudire Israele?

Per abbattere un Gheddafi, ne abbiamo creati altri cento in lotta tra loro

Il processo di disintegrazione della Libia

Accordo fra il presidente Hadi e le milizie Houthi

Ma gli Houthi restano nella capitale

Non una frustata in più:
Sit-in a Roma e Milano

Je suis Badawi

Bbc – internazionale - 06 Gen 2015 - I curdi che combattono contro il gruppo Stato islamico nella città di Kobane, nel nord della Siria, hanno conquistato un quartiere chiave e ora controllano l’ottanta per cento della città. Appoggiati dai peshmerga iracheni, i curdi hanno preso il quartiere dove è la sede della polizia, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano sui diritti umani. A settembre, il gruppo Stato islamico aveva invaso gran parte della città, ma da allora i combattenti curdi, aiutati dall’alleanza guidata dagli Stati Uniti e dai raid aerei, hanno spinto indietro i miliziani jihadisti.

Arabpress - 10 gennaio 2015 - Almeno 9 persone sono rimaste uccise e 36 ferite in un attacco suicida avvenuto in un bar di Tripoli, in Libano, dove due attentatori suicidi si sono fatti esplodere. Secondo l’agenzia di stampa nazionale libanese, un primo attentatore si è fatto saltare in aria in un café di Jabal Mohsen, quartiere a predominanza alawita di Tripoli, mentre un secondo ha fatto esplodere la sua carica dopo che alcune persone si erano recate sul luogo dell’accaduto. Secondo il quotidiano libanese The Daily Star Lebanon, l’attacco arriva poche ore dopo un nuovo mandato di arresto per Ali Eid, capo del Partito Democratico Arabo pro-Assad che ha sede nel quartiere di Jabal Mohsen. Eid era stato accusato per il sospetto coinvolgimento negli attentati a due moschee in Libano nell’agosto 2013.

Morti assiderati quattro profughi siriani

Colpisce duro l’inverno in Libano, il quarto per centinaia di migliaia di siriani rifugiati nel Paese dei Cedri, soprattutto dopo il passaggio della tempesta Zina (chiamata Huda in arabo), che in poche ore ha imbiancato gran parte del Medio Oriente dalla Turchia all’Egitto.

Nel 2014 più che raddoppiati i morti per i conflitti in Siria e Iraq

Sono oltre 90mila le persone uccise nel corso dell'anno passato: più di 76mila in Siria e di 15mila in Iraq. Ma per entrambi i Paesi, gli attivisti sostengono che il numero reale delle vittime è con ogni probabilità più alto, a causa della mancanza di dati verificabili sui territori controllati dallo Stato islamico.

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