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Obama si lamenta delle inaudite violenze contro i cristiani in Medio Oriente
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The truth behind ISIS leader's threats against Israel and Jews
By Y. Melman
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ansa - 26 dicembre 2015 - L'Isis minaccia Israele. ''La Palestina non sara' la vostra terra ne' la vostra casa ma il vostro cimitero. Allah vi ha raccolto in Palestina perche' i musulmani vi uccidano'' ha avvertito oggi il suo leader Abu Baker al-Baghdadi in un messaggio audio. ''Gli ebrei - ha detto ancora - pensavano che avessimo dimenticato la Palestina e pensavano di essere riusciti a distrarre la nostra attenzione.Assolutamente no. Molto presto, avvertirete la presenza dei combattenti della Jihad''. "Il Califfato resta forte nonostante i raid" della coalizione internazionale contro l'Isis. Lo ha detto il leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, in un nuovo messaggio audio di 24 minuti. |
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L’Islam e l’Occidente al bivio
di Claudio Giuseppe Torrero
Le torbide vicende in corso in Medio Oriente mostrano con chiarezza come la lotta contro il cosiddetto Stato Islamico sia tutt’altro che ovvia, essendo quest’ultimo espressione di un groviglio inconfessabile di interessi e strategie che è parte dell’occulta guerra mondiale in corso, combattuta sul piano non solo militare ma anche e più che mai su quello comunicativo e culturale.
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Dimenticate l’ISIS: l’umanità è a rischio
di Ramzy Baroud
Ricordo ancora quell’espressione compiaciuta sulla sua faccia, seguita dalle osservazioni distaccate che avevano fatto ridere di gusto i giornalisti. “Vi mostrerò un’immagine dell’uomo più fortunato dell’Iraq,” disse il Generale Norman Schawarrkopf, noto come ‘Storming Norman’ a una conferenza stampa in un certo momento del 1991, mentre mostrava un video delle bombe statunitensi che facevano saltare in aria un ponte iracheno pochissimi secondi dopo che l’autista iracheno era riuscito ad attraversarlo. |
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Notiziegeopolitiche - nov 26th, 2015 - Grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza e alla prova del dna gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dell’attentatore che due giorni fa ha compiuto un attentato colpendo presso Tunisi un autobus carico di agenti della Guardia presidenziale, uccidendone 13: si stratta di Abouab Allah, vero nome Houssem Ambdelli, 27 anni, residente nel quartiere Mnhila di Tunisi e certamente legato al gruppo Jund al-Khilafah, affiliato all’Isis. Il terrorista, che si è fatto esplodere nei pressi del bus, sarebbe ricorso all’esplosivo al plastico Semtex, probabilmente proveniente dalla Libia. La madre, interrogata a lungo dalla polizia, è risultata essere a conoscenza dei propositi di Ambdelli. |
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Middleeastmonitor - Tuesday, 24 November 2015 - Lunedi i servizi di sicurezza tunisini hanno informato l'ex presidente Mohamed Moncef Marzouki che è il bersaglio di un complotto terroristico. Un ex consigliere ha usato i social media per rivelare che Marzouki ha ricevuto un’informazione formale dagli agenti di sicurezza nel governatorato di Sousse, che ci sarebbero "informazioni precise su un complotto terroristico" mirato per assassinarlo. Adnan Moncer ha aggiunto che l'ufficio di Marzouki terrà una conferenza stampa nel pomeriggio di Lunedi per dare ulteriori dettagli presso la sede centrale del Partito del Congresso per la Repubblica. Marzouki ha assunto la presidenza in Tunisia dopo le elezioni all’Assemblea Nazionale Costituente nel 2011. E’ poi stato battuto nel 2014 dall'attuale presidente nelle prime elezioni presidenziali che si sono tenute dopo la rivoluzione tunisina che ha rovesciato Zine El Abidine Ben Ali. Le autorità tunisine hanno annunciato in precedenza di aver sventato attacchi simultanei su hotels, centri di sicurezza e installazioni vitali, oltre a tentativi di assassinare politici a Sousse questo mese. Aggiunndo che hanno arrestato una cellula di jihadisti che si erano formati in Siria e Libia. |
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Per il poeta palestinese
Ashraf Fayadh, l’accusa è di “apostasia”, cioè di rinuncia o abbandono dell’Islam. Nel regno sono state oltre 150 le decapitazioni quest’anno, un primato nero per Riyadh che vede nella letteratura uno dei maggiori veicoli del dissenso |
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Islam Is a Religion
of Violence
By Ayaan Hirsi Ali
Can the wave of violence sweeping the Islamic world be traced back to the religion's core teachings? An FP debate about the roots of extremism. |
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Perche’ il Bombardamento di un Ospedale è un Crimine di Guerra
di Robert C. Koehler
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Beirut brucia: è colpita, arrabbiata e incerta circa il proprio futuro. Le ambulanze ululano. Centinaia sono feriti. Volano pallottole di gomma. E pallottole vere. Una rivoluzione? Una rivolta? |
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La Turchia verso la guerra civile
di Andrea Muratore
La Turchia ha aperto alla coalizione internazionale le proprie basi aeree e briga affinché le forze anti-Assad riconquistino vigore, addestrando migliaia di miliziani sul suo territorio. Tuttavia, la mancanza di una strategia ben definita, in politica interna come in politica estera, rende il governo turco debole, un cane sciolto i cui colpi di testa potrebbero aggravare la già precaria situazione del Medio Oriente. |
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L’ISIS in Afghanistan: una guerra per procura contro Iran e Cina
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Nel Paese c’è l’anarchia
di Fady Noun
Sua Eminenza Beshara Rai, Vescovo del patriarcato maronita, fermato da uomini armati. Il latitante Mohammad Durra chiede i buoni uffici del patriarca Beshara Rai per liberare la sua moglie, coinvolta in un rapimento. Minacce ai cristiani della Bekaa. Lo Stato libanese è quasi inesistente nella regione. Le tribù sciite degli Jaafar assicurano di volere la convivenza con i cristiani.
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I “danni collaterali” della guerra occidentale al terrore
di Chiara Cruciati
Almeno 459 vittime civili accertate nei raid Usa, ma sarebbero almeno il doppio. Senza tener conto dei morti provocati dalle interferenze degli alleati (Turchia e Golfo). E nel calderone finiscono anche i fragili rapporti tra Erbil e Baghdad |
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Lo Yemen muore di guerra e di fame
Gravissima emergenza umanitaria: 1,3 milioni di bambini non hanno cibo, mentre Riyadh continua a bloccare gli aiuti. Autobomba di al Qaeda a est, a sud ancora scontri tra Houthi e forze governative.
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arabpress.eu - 1 agosto 2015 - I leader del Partito curdo dei lavoratori (PKK) lasceranno i territori del Kurdistan iracheno per salvaguardare i civili dagli attacchi aerei della Turchia, ha dichiarato il leader della regione. “Il PKK deve spostare il campo di battaglia lontano dalla regione del Kurdistan per far sì che la popolazione non diventi vittima di questa guerra” ha dichiarato Massud Barzani. La Turchia ha portato avanti centinaia di raid contro i gruppi ribelli curdi sulle montagne al confine tra Iraq e Turchia. Secondo fonti turche circa 260 militanti curdi sarebbero morti in seguito agli attacchi aerei.
Articoli correlati:
Circa 260 membri del PKK morti in una settimana di raid aerei turchi
Iraq: attacco turco ai curdi è contro “la sovranità nazionale”
Erdogan: il processo di pace con i curdi non può continuare
Turchia, Erdogan: “No a uno Stato curdo in Siria” |
Qualcuno fermi il sultano
La Turchia per fortuna non è soltanto Erdogan: cresce il dissenso interno ad un'operazione scellerata voluta da Ankara in cui si rischia la totale destabilizzazione del medio oriente. Ma intanto la NATO appoggia il nuovo sultano, mentre i curdi vengono sistematicamente bombardati e ridimensionati.
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Obama:
Don’t blame Iran for every problem
US President Barack Obama this past week called on America’s Arab allies to begin a “practical conversation” with Iran to reduce sectarian divisions and address shared threats from terrorism. |
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ilfattoquotidiano - 14 luglio 2015 - Per decenni Gerusalemme ha usato la “Sampson Option” – la minaccia di infliggere la distruzione nucleare nei confronti dei nemici nell’area – per aver accesso ad aiuti militari, finanziamenti, intelligence dagli Usa. La possibilità che, nel futuro, anche Teheran abbia un proprio arsenale nucleare rende Washington più libera nei confronti degli storici alleati, indebolisce il potere di deterrenza israeliano nei confronti non soltanto degli iraniani, ma anche di Hezbollah e Hamas |
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In Tunisia gli Islamisti di Ennahda sostengono lo stati di emergenza
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L’ISIL esiste perché esiste al-Assad
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La brigata cristiana di Hezbolláh
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Tutti i pericoli delle scelte di un'amministrazione che non può placare il Medio Oriente. Non ora.
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ISIS sells girls for as little as a pack of cigarettes
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Rivals With Benefits
By Asher Orkaby
Israel and Saudi Arabia's Secret History of Cooperation |
DEBKAfile Exclusive Report May 13, 2015, 1:52 PM – Circa 250 combattenti Hezbollah sono morti nella battaglia di Qalamoun. Tra le crescenti perdite, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ha fortemente sollecitato il Gen. Jean Kahwagi di inviare le sue truppe in battaglia sulla Montagna di Qalamoun. Il generale libanese gli ha risposto un piatto no, dicendo che l'esercito libanese non scivolerà in una guerra all'interno della Siria. Per ora, non ci sono soluzioni prevedibili, intanto il Libano rimane aperto all’infiltrazione jihadista dalla Siria. More> |
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La guerra civile siriana arriva nei campi dei rifugiati palestinesi in Libano
di Mauro Pompili
Dal 1948 tre generazioni di palestinesi vivono nei campi libanesi. Senza la possibilità di un futuro diverso da quello di una vita da profugo tra i giovani crescono la rabbia e l’estremismo.
A Tawarê, un quartiere del campo, sventola la bandiera nera di ISIS e sui muri le foto dei leader palestinesi sono state sostituite da quelle dell’autoproclamato Califfo Abu Bakr al-Baghdadi è del defunto leader di al-Qaeda, Osama bin Laden. Grazie alla collaborazione di un giornalista libanese abbiamo parlato con Abu Ahmed, un palestinese di Ain al-Hilweh che combatte con il Fronte al-Nusra, affiliato di al-Qaeda. |
arabpress.eu - 6 maggio 2015 - Iraq e Siria: oltre 3 milioni di sfollati - Secondo uno studio diffuso dal Consiglio Norvegese per i Rifugiati, sono almeno 2,2 milioni gli iracheni che sono stati costretti a lasciare le loro case nel corso del 2014 a causa dell’invasione da parte dei militanti Daesh (ISIS). Lo studio inoltre segnala che gli sfollati in Siria superano il milione. Negli ultimi quattro anni, la Siria ha registrato il più alto numero di persone che sono state costrette a fuggire o a lasciare le loro case, contando 7,6 milioni di sfollati, che equivale al 35% della popolazione.
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Notiziegeopolitiche - apr 20th, 2015 - Il noto settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato che l’ideatore dell’Isis (Daesh) sarebbe stato un ex agente dei servizi segreti dell’epoca di Saddam Hussein: si sarebbe trattato di Haji Bakr, vero nome Samir Abd Muhammad al-Khlifawi, ed alla conclusione si sarebbe arrivati grazie a lettere, documenti e mappe reperite ad Aleppo, in un’area da dove i jihadisti si sono ritirati. Bakr sarebbe stato ucciso tre mesi fa dai combattenti dell’Esercito libero siriano, ma la sua storia lo ha visto nelle carceri Usa di Camp Bucca e Abu Ghraib dopo la capitolazione dell’esercito iracheno di Hussein. Già nel 2010 ex agenti dei servizi segreti iracheni davano Bakr come ideatore dell’Isis, il quale sarebbe poi ricorso a Abu Bakr al-Baghdadi per dare al movimento una dimensione religiosa |
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Arrivano le armi comprate da Riyadh
Il carico di missili anti-carro è il primo di una serie di trasferimenti di armi di fabbricazione francese donate dai sauditi all’instabile Libano, il cui esercito deve fronteggiare i miliziani islamisti provenienti dalla Siria. Un nuovo monito a Hezbollah e soprattutto a Teheran |
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Lo stato islamico è il cancro del capitalismo moderno
di Nafeez Ahmed
Il brutale 'Stato islamico' è il sintomo di una crisi profonda della civiltà fondata sulla dipendenza dai combustibili fossili, che sta minando l'egemonia occidentale ed espandendo il potere dello Stato islamico in tutto il mondo musulmano.
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Su alcune recenti letture di Ocalan e Gramsci
Da più di quindici anni Abdullah Öcalan vive in una condizione di completo isolamento nella prigione di Imrali. Il testo che qui proponiamo istituisce una comparazione tra Öcalan e Gramsci, accomunati non solo dalla lunga esperienza di dura detenzione ma, secondo l’autore, anche da percorsi concettuali e affinità di elaborazioni (innanzitutto sulla società civile e la sua conquista). |
L’origine del caos mediorientale è economica |
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sei mesi orsono: USA: “i Fratelli Musulmani lascino il Qatar”
Oggi: Washington “resuscita” i Fratelli musulmani contro lo Stato islamico
L’ascesa al trono di re Salman in Arabia saudita ha cambiato la politica del regno, rafforzando l’asse con gli Stati Uniti, che hanno progettano di ricostituire la Fratellanza come forza di influenza in tutto il mondo arabo .... per annientare lo Stato Islamico e frammentare il Medio oriente per proteggere Israele. |
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Nonostante sia considerato da molti analisti l’unico successo delle cosiddette primavere arabe, il Paese ha il maggior numero di cittadini andati a combattere la “guerra santa” in Siria e Iraq. Ma a preoccupare Tunisi è soprattutto il caos nella confinante Libia ... leggi |
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Daesh rade al suolo villaggio assiro di Nimrud
Cristo si è fermato a Ninive
Mentre i jihadisti dello Stato islamico distruggono con furia iconoclasta l’arte e la storia preislamica dell’Iraq, i cristiani cacciati da Mosul si organizzano in milizie volontarie. Con scarso denaro, poche armi, molta fede.
Nella foto: statua del poeta Abu Tammam (788-845) di epoca Abbasside abbattuta a Mossoul.
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Durante i quattro mesi in cui Kobane è stata sotto l’assedio dell’ISIS, pochi media hanno prestato attenzione alla vera lotta della gente della Siria del Nord, in cui si sta combattendo per la vera democrazia, per i diritti delle donne, e per la sostenibilità ecologica .... leggi |
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Libia, interventisti smemorati e modello Gomorra
Lo scenario libico alla vigilia dell’ennesima inutile missione internazionale |
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Dopo il brutale stupro e assassinio di una studentessa di 20 anni, migliaia di attiviste hanno manifestato sostenute da uomini che per solidarietà indossavano una minigonna ... leggi |
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Il governo algerino sta facendo del suo meglio per scongiurare l'interferenza militare egiziana in Libia. Cercando invece di proporre una soluzione politica alla crisi libica, lo ha riferito il quotidiano Arabi 21 Venerdì. leggi |
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euronews - 03/02/15 - I peshmerga curdi, sostenuti dagli attacchi aerei della coalizione internazionale, hanno conquistato il villaggio di Mariam Baik in Iraq, a 30 chilometri da Kirkuk. Ripreso anche l’impianto petrolifero di Khabbaz. Parallelamente alla guerra, prosegue la fuga dei civili. Il governo turco si aspetta di ricevere altri 35 mila rifugiati. A varcare il confine anche un tesosriere dell’Isil, fuggito portando con sé un milione di dollari del gruppo armato jihadista. Mosul, la capitale dell’autoproclamato Stato islamico, è il principale obiettivo della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Nelle ultime 24 ore sono stati colpiti quattordici obiettivi nemici, mentre l’Isil ha fatto saltare in aria la chiesa della Sacra Vergine, luogo di culto storico per i cristiani dell’Iraq, nella foto.
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L'Isis attacca il cuore della capitate libica
di Umberto De Giovannangeli
Kobane liberata: curdi in festa
Kobane è libera
Un tweet annuncia la liberazione. I mercenari dell’Isis sarebbero confinanti in sole quattro strade a est della città. Ypg: appena le sgomberiamo dichiareremo libera Kobane. leggi
La Notte delle Mongolfiere
E’ morto all’età di 90 anni re Abdullah, sovrano dei Sauditi
Come siamo arrivati ad applaudire Israele?
Per abbattere un Gheddafi, ne abbiamo creati altri cento in lotta tra loro
Il processo di disintegrazione della Libia
Accordo fra il presidente Hadi e le milizie Houthi
Ma gli Houthi restano nella capitale
Non una frustata in più:
Sit-in a Roma e Milano
Je suis Badawi
Bbc internazionale - 06 Gen 2015 - I curdi che combattono contro il gruppo Stato islamico nella città di Kobane, nel nord della Siria, hanno conquistato un quartiere chiave e ora controllano l’ottanta per cento della città. Appoggiati dai peshmerga iracheni, i curdi hanno preso il quartiere dove è la sede della polizia, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano sui diritti umani. A settembre, il gruppo Stato islamico aveva invaso gran parte della città, ma da allora i combattenti curdi, aiutati dall’alleanza guidata dagli Stati Uniti e dai raid aerei, hanno spinto indietro i miliziani jihadisti.
Arabpress - 10 gennaio 2015 - Almeno 9 persone sono rimaste uccise e 36 ferite in un attacco suicida avvenuto in un bar di Tripoli, in Libano, dove due attentatori suicidi si sono fatti esplodere. Secondo l’agenzia di stampa nazionale libanese, un primo attentatore si è fatto saltare in aria in un café di Jabal Mohsen, quartiere a predominanza alawita di Tripoli, mentre un secondo ha fatto esplodere la sua carica dopo che alcune persone si erano recate sul luogo dell’accaduto. Secondo il quotidiano libanese The Daily Star Lebanon, l’attacco arriva poche ore dopo un nuovo mandato di arresto per Ali Eid, capo del Partito Democratico Arabo pro-Assad che ha sede nel quartiere di Jabal Mohsen. Eid era stato accusato per il sospetto coinvolgimento negli attentati a due moschee in Libano nell’agosto 2013.
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Morti assiderati quattro profughi siriani
Colpisce duro l’inverno in Libano, il quarto per centinaia di migliaia di siriani rifugiati nel Paese dei Cedri, soprattutto dopo il passaggio della tempesta Zina (chiamata Huda in arabo), che in poche ore ha imbiancato gran parte del Medio Oriente dalla Turchia all’Egitto.
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Nel 2014 più che raddoppiati i morti per i conflitti in Siria e Iraq
Sono oltre 90mila le persone uccise nel corso dell'anno passato: più di 76mila in Siria e di 15mila in Iraq. Ma per entrambi i Paesi, gli attivisti sostengono che il numero reale delle vittime è con ogni probabilità più alto, a causa della mancanza di dati verificabili sui territori controllati dallo Stato islamico.
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