http://www.asianews.it/it.html Yangon, ancora proteste. La giunta ricorre a violenza e blackout Sono in atto dimostrazioni a Yangon, Lashio, Loikaw, Myitkyina, Dawei, Myeik, Kyaikto, Myingyan. La polizia usa gas lacrimogeni, granate, pestaggi. L’economia rischia di fermarsi. È difficile anche prelevare contanti dai bancomat. Imprenditori stranieri “con le valigie pronte”. Possibile un lockdown totale come tentativo estremo di soffocare movimenti, comunicazioni e piattaforme social. L’inviata speciale dell’Onu in Myanmar, Christine Schraner Burgener mette in guardia dal garantire legittimità alla giunta. Yangon (AsiaNews) – Non si fermano le proteste della popolazione contro il colpo di Stato militare, mentre la giunta cerca di soffocare nel sangue le dimostrazioni, bloccando elettricità e piattaforme internet. Questo causa ancora più problemi all’economia, già colpita dallo sciopero del movimento di disobbedienza civile, tanto che alcuni imprenditori stranieri hanno confidato ad AsiaNews di essere in procinto di lasciare il Paese. Dall’inizio del colpo di Stato il primo febbraio ad oggi, le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 50 dimostranti sparando contro di loro nelle manifestazioni o massacrandoli di botte nelle prigioni. A queste morti si aggiungono anche centinaia di feriti. Ma le proteste non si fermano. Ancora oggi sono in atto dimostrazioni a Yangon, Lashio, Loikaw, Myitkyina, Dawei, Myeik, Kyaikto, Myingyan, … Poliziotti e soldati tentano di disperdere la folla con gas lacrimogeni, granate, pestaggi. Le dimostrazioni sono un atto di coraggio perché nelle città, militari in uniforme o in borghese fermano le persone, le arrestano, le portano in macchina e le picchiano. Molta gente non esce di casa e ha timore dei blocchi stradali. A causa del movimento di disobbedienza civile, banche, uffici, comunicazioni sono chiusi o funzionano male. È divenuto difficile anche prelevare contanti dai bancomat. Ieri, in molte zone del Paese vi è stato un blackout elettrico. Secondo molti, questo è un tentativo estremo di soffocare le comunicazioni e le piattaforme social, che subiscono già un blocco notturno. Un imprenditore straniero ha confidato che “per ora continuo a lavorare da casa. Tuttavia, io e la mia famiglia abbiamo le valigie pronte, nel caso che il lockdown si intensifichi”. |