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07/05/2021
I soldati della giunta sono ‘terroristi’
di Francis Khoo Thwe
Un ritorno ai vecchi metodi della dittatura militare: ruberie, perquisizioni, pestaggi, uccisioni sotto tortura. Il caso del 33enne Aung Myint Hlaing.
Yangon (AsiaNews) – Nelle comunicazioni sui social, sempre di più i soldati e la giunta militare responsabile del colpo di Stato sono definiti “terroristi”. L’affermazione non è solo ideologica, fatta per contrastare l’accusa di “terrorismo” che la giunta scarica sull’opposizione. Per molta parte della popolazione, dal colpo di Stato in poi si assiste a un ritorno ai vecchi crudeli metodi dei militari, tipici della dittatura che ha preceduto il breve periodo di democrazia.
Vi sono testimonianza di soldati che passano per il mercato e si servono del cibo o della frutta che vogliono senza pagare; che perquisiscono le case di sospetti attivisti e si intascano i valori che trovano; picchiano fino al sangue persone indifese; rapiscono e fanno scomparire giovani e adulti.
Un altro elemento che prova il carattere “terrorista” dei soldati della giunta è la tortura e l’uccisione dei prigionieri.
Un esempio: Aung Myint Hlaing, 33 anni, era stato arrestato il 4 maggio scorso a Pyay (regione di Bago), sospettato di aver contribuito allo scoppio di un ordigno esplosivo a una filiale della banca Innwa, di proprietà dei militari. I familiari raccontano a Myanmar Now che all’inizio i soldati hanno detto che l’avrebbero trattenuto solo per “fargli alcune domande”. In realtà essi non hanno più visto il giovane. Dopo ore, i loro vicini di casa affermano di averlo visto apparire per breve tempo con segni di pestaggio e incosciente, trascinato via dai soldati.
Il giorno dopo la famiglia di Aung Myint Hlaing è stata chiamata all’ospedale militare di Shwetaung, a 20 km da Pyay, per avere un ultimo sguardo alla sua salma, composta in una bara, solo il volto non coperto, con segni di percosse sulla faccia, le guance, il collo. I militari non hanno voluto consegnare il corpo, dicendo che avevano già preparato una fossa per lui.
La famiglia di Aung Myint Hlaing, buddista, domani andrà alla pagoda per fare delle offerte per il defunto, un buddista molto devoto.
Fra i casi più famosi di uccisione sotto tortura e in prigione, vi sono quello di Khin Maung Latt, manager della campagna elettorale del partito di Aung San Suu Kyi, e di Zaw Myat Lin, anch’egli della Lega per la democrazia, uccisi rispettivamente il 7 e l’8 marzo. |