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03/9/20

 

Mazzucco: il vaccino antinfluenzale aumenta il rischio-Covid

 

Non c’è la minima base scientifica nelle affermazioni di chi – come David Parenzo – raccomanda la vaccinazione antinfluenzale, addirittura obbligatoria. Sarebbe diverso se quel vaccino funzionasse molto bene, con un’efficacia vicina al 100%. Allora sì: se il bambino ha fatto il vaccino contro l’influenza e poi di colpo gli viene la febbre, si sa già in partenza che non può avere l’influenza, e quindi ha qualcos’altro. Peccato invece che il vaccino antinfluenzale sia il vaccino più inefficace che si conosca, al mondo. Lo sanno tutti, lo ammette persino Burioni. Minoli in televisione lo interrogò: «I vaccini contro l’influenza dimostrano di funzionare poco: come mai?». La risposta di Burioni: «Perché, purtroppo, il vaccino contro l’influenza non è tra i vaccini più efficaci che abbiamo». E non è efficace per un motivo molto semplice: i ceppi influenzali mutano in continuazione. E quindi, quando fanno il vaccino nuovo, spesso usano i ceppi degli anni precedenti: e non sempre imbroccano quello giusto, cioè quello in circolazione. Statisticamente, il vaccino antinfluenzale funziona in meno del 50% dei casi. Il Cdc americano (Center for Disease Control) mostra che l’efficacia pratica dei vaccini degli ultimi 15 anni arriva a malapena al 50%. Poi ci sono addirittura casi come quello di Rovereto, di due anni fa, nel quale l’80% dei vaccinati contro l’influenza si è preso comunque l’influenza.

 

Quindi, questa idea di scremare i casi di Covid vaccinando contro l’influenza non sta in piedi: se hai un bambino che tossisce, non puoi escludere che sia influenza solo perché ha fatto il vaccino. Memorizziamo: il vaccino antinfluenzale è altamenteParenzoinefficace. Quindi: utilità per separare i malati di influenza dai malati di Covid? Zero. E poi ci sono i tamponi: ormai li fanno dappertutto, e in mezz’ora sono in grado di dirti se hai il Covid oppure no. Se sono così bravi ad allarmarci con i nuovi casi di contagiati ogni giorno, saranno anche bravi a farli davvero quando servono, questi tamponi. Dunque, se a scuola qualcuno mostra sintomi strani – bambino o adulto che sia – basta fargli il tampone, e il problema è risolto: dopo qualche ora si sa se quella classe deve andare in quarantena oppure no, senza bisogno di dover vaccinare l’intera popolazione del Sistema Solare contro l’influenza. Anzi, ci sono addirittura i tamponi multipli, che consentono di effettuare test su diversi virus respiratori con un singolo prelievo. Quindi, volendo, si può fare anche il test per il Covid, insieme a quello per l’influenza (nuovamente: senza bisogno di vaccinare il mondo intero contro l’influenza). Ma c’è un terzo punto, che è il più importante, perché riguarda la responsabilità personale di chi, come Parenzo, preme perché sia reso obbligatorio il vaccino antinfluenzale.

 

Non solo il vaccino antinfluenzale non permette di scremare i malati di Covid; facendo il vaccino antinfluenzale, in realtà, si aumentano le possibilità di contrarre altri virus di tipo respiratorio, tra cui proprio il coronavirus. E’ un fenomeno che si chiama “interferenza virale”. Lo spiegano varie fonti scientifiche, tra cui una ricerca eseguita l’anno scorso dal Dipartimento della difesa americano: «Ricevere la vaccinazione per l’influenza – dice – può aumentare il rischio di altri virus respiratori: un fenomeno conosciuto come “interferenza virale”». Nello specifico, la ricerca conclude che, facendo il vaccino contro l’influenza, il rischio di contrarre il coronavirus aumenta addirittura del 36%. Un’altra ricerca (Oxford, Clinical Infectial Diseases) documenta lo stesso fenomeno già nel 2012: «Abbiamo esaminato 115 bambini – dice la ricerca – divisi casualmente tra chi ha fatto il vaccino trivalente per l’influenza e chi ha avuto il placebo; nel corso di 9 mesi, quelli che hanno ricevuto il Mazzuccovaccino per l’influenza avevano un rischio maggiore, di infezioni non da influenza, virologicamente confermate». Ancora: «Pur essendo protetti dall’influenza, quelli che hanno ricevuto il vaccino possono non avere un’immunità temporanea a-specifica che protegga da altri virus respiratori» (come ad esempio il coronavirus, nella situazione attuale).

 

Un’altra ricerca è invece del 2018, citata da Elsevier Public Health Emergency Collection. Si intitola: “La valutazione di Malattie Respiratorie Acute (Ari), temporalmente correlate in seguito a vaccinazione da influenza”. La conclusione dice: «Fra i bambini c’è stato un aumento del rischio di malattie respiratore acute, causate da patogeni diversi dall’influenza, nel periodo post-vaccinale, rispetto ai bambini non vaccinati, nello stesso periodo». Quest’ultima ricerca è in fase di “pre-print”, cioè è ancora in attesa di “peer review” (è appena stata pubblicata, il 16 giugno di quest’anno) e riguarda in particolare gli anziani. «Abbiamo trovato una correlazione statisticamente significativa tra la copertura vaccinale contro l’influenza e i casi riportati di Covid-19», si legge. «La nostra analisi indica che aver ricevuto vaccinazioni per l’influenza nel passato può comportare un rischio addizionale, per gli anziani, in termini di maggiore suscettibilità ad un’infezione di Sars-Cov-2, e una maggiore possibilità di esito letale in caso di infezione». Quindi: maggiore rischio di contrarre il Covid, se hai fatto l’antinfluenzale, e maggiore rischio di morire – per gli anziani – in caso di infezione.

 

La stessa cosa l’aveva detta anche il governo inglese, proprio nel mezzo dell’epidemia, ai primi di aprile. In televisione, un rappresentante del sistema sanitario inglese spiegò chiaramente che quelli che ricevono il vaccino contro l’influenza dovrebbero stare a casa, perché sono i soggetti più a rischio. «Sono le persone vaccinate contro l’influenza, bambini a parte, a ricadere nella categoria a rischio», disse il funzionario britannico. «A queste persone – aggiunse – consigliamo vivamente di mantenere il distanziamento sociale». Conclusione: a causa del fenomeno dell’interferenza virale, la vaccinazione antinfluenzale aumenta il rischio di contrarre altre malattie respiratorie, tra cui il Covid, sia nei bambini che negli adulti. ZingarettiQuindi Parenzo dovrebbe studiare, prima di andare in televisione a fare delle piazzate, come quelle di questi giorni. Non è Vanna Marchi, che vende creme di bellezza (che se poi non funzionano, amen). La salute della gente è una cosa seria. Parenzo non può permettersi di propagandare un certo tipo di vaccinazione obbligatoria senza un serio contraddittorio, in studio, e senza – soprattutto – la conoscenza scientifica, per farlo.

 

(Massimo Mazzucco, video-appello a La7 contro la disinformazione sanitaria diffusa da David Parenzo, in varie occasioni, nell’ambito del programma “In Onda”, condotto insieme a Luca Telelese. Mazzucco invita il pubblico a scrivere un’email all’indirizzo programmi@la7.it, «chiedendo educatamente che tolgano Parenzo da una trasmissione per la quale, chiaramente, non è preparato». Aggiunge Mazzucco: «Se fossi nei panni dei produttori del programma farei un bel “disclaimer”, in trasmissione, che dice: “Sul vaccino antinfluenzale, Parenzo ha espresso una sua opinione personale, non basata su dati scientifici, che non è necessariamente quella della redazione”». Chiosa Mazzucco: il rischio, quest’autunno, è quello di ritrovarsi qualche mamma che magari fa causa a La7, dicendo: «Ho dato retta a Parenzo, ho fatto fare l’antinfluenzale a mio figlio, e ora s’è preso il Covid a causa dell’interferenza virale. Che facciamo? Chi paga i danni, adesso?». Visti i tempi che corrono – dice ancora Mazzucco – non ci vuole molto, a trovare un buon avvocato che metta in piedi una causa del genere. «Quindi, proteggetevi: dall’ignoranza, prima ancora che dal virus». Vale anche per gli abitanti del Lazio: i sanitari e gli anziani sarebbero costretti, da Zingaretti, a subire proprio il vaccino antinfluenzale, quello che la comunità scientifica giudica poco efficace, inutile di fronte al Covid e spesso anche pericoloso, specie per gli anziani).

 

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