https://www.huffingtonpost.it/

01/06/2020

 

Virologi contro

di Silvia Renda

 

Il mezzo televisivo è definitivamente sfuggito di mano. Covid clinicamente non esiste più, anzi no, o forse è cambiato. Nel mezzo, cittadini sempre più spaesati

 

Il virus clinicamente non esiste più, anzi sì. Da quando il covid-19 è entrato nelle nostre vite, il dibattito scientifico si è spostato in televisione, con virologi e immunologi intenti a esporre le proprie previsioni sulla natura della pandemia in atto. Ultima in ordine di apparizione, ma prima per risonanza mediatica, è stata l’affermazione del primario del San Raffaele Alberto Zangrillo, che, ospite del programma Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, ha drasticamente ridotto l’allarme sul coronavirus. Da belva feroce è stato demansionato a gatto addomesticato, se ci passate la metafora. Pronte le smentite e gli attacchi da parte dei colleghi di opinione differente, rendendo arduo il lavoro di lettori e telespettatori, costretti a districarsi tra informazioni che partono tutte dal mondo della scienza e dunque si è portati a credere non possano essere distanti tra loro. Il linguaggio utilizzato attinge a quel mondo, per questo chi ascolta non ha spesso le chiavi (e gli studi alle spalle) per coglierne adeguatamente le sfumature. Abbiamo raccolto i principali interventi fatti dagli addetti ai lavori su giornali e televisioni nelle ultime 24 ore.

Alberto Zangrillo, primario dell’ospedale San Raffaele di Milano, 
a Mezz’ora in più 

“Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell’Istituto di virologia, il professore Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l’hanno fatta. Non si può continuare a portare l’attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma. Terrorizzare il paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità. I tamponi eseguiti attualmente negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale, dal punto di vista quantitativo, assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti uno o due mesi fa”.

Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore all’Università statale di Milano, 
su Huffpost 

“Zangrillo ha ragione, ha voluto enfatizzare un aspetto attuale della questione Covid-19. Oggi registriamo meno casi e di gravità inferiore rispetto al passato, ma questo non deve tradursi in un liberi tutti. Bisogna mantenere una vigile serenità. Oggi c’è una oggettiva evidenza di casi meno rilevanti e con una carica virale inferiore. Da cosa dipenda ancora non si sa. Dobbiamo capire se si tratta di una variante genetica del virus una variante con minore aggressività è stata isolata a Brescia, ma bisogna capire se si tratta di un caso raro o se è il virus che sta circolando adesso. Serviranno altri isolamenti e nuovi confronti. Dobbiamo tornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale, ma bisogna continuare a mantenere alta la guardia perché questo virus nuovo ci ha fregati, ci ha preso alle spalle e lo conosciamo ancora troppo poco”.

 

Guido Silvestri, virologo docente alla Emory University di Atlanta, sul suo profilo Facebook 

- “La bomba Zangrillo? sulla modalità di espressione si può discutere. Sull’aspetto specifico per cui Zangrillo mi chiama in causa, cioè l’osservazione che la carica virale nei tamponi naso-faringei positivi per SARS-CoV-2 è più bassa adesso che a inizio epidemia, si tratta di dati di laboratorio molto solidi ed in corso di pubblicazioneSulla famosa previsione dei 150.000 ricoveri in terapia intensiva entro l′8 giugno, penso che sarebbe utile usare questa vicenda come una opportunità per spiegare al pubblico, con onestà ed umiltà, i limiti concettuali dei modelli epidemiologici, ed i problemi che nascono nel caso ci siano punti deboli nei presupposti “biologici” di tali modelli”

 

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’Ospedale “San Martino” di Genova, all’Ansa 

- “E’ evidente che oggi la malattia Covid-19 è diversa: la presentazione clinica e il decorso sono infatti molto più lievi. Al di là delle dimostrazioni scientifiche, da medico che è quotidianamente sul campo dico che i malato di ora sono diversi da quelli di due mesi fa: prima i pazienti avevano una condizione molto più grave, ora meno. Ci fanno dire che il virus potrebbe essere diverso; il perché va studiato e chiarito, ma certamente la potenza di fuoco che questo virus aveva all’inizio non è la stessa potenza di fuoco di cui dispone oggi. Se prima aveva cioè un armamentario bellico potentissimo, per usare una metafora, ora le armi di cui dispone sono minori. Non c’entra assolutamente il fatto che noi medici siamo diventati più bravi a trattare i malati di Covid-19; questo viene dopo, ma è la presentazione clinica iniziale dei pazienti che è cambiata”.

 

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