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18/05/2020

 

Giulio Tarro all'AntiDiplomatico sui "numeri nascosti" del contagio e la pericolosa "caccia all'untore" da evitare

Intervista di Francesco Santoianni

 

Covid: dilaga la caccia all’untore. Sul lungomare di Salerno una ragazza, seduta in panchina “colpevole” di essersi tolta la mascherina, è stata, prima multata, dalla polizia municipale e, poi, assalita da una folla, verosimilmente, resa isterica dalla paura di subire un nuovo confinamento a casa, se non fossero state rigidamente rispettate le disposizioni governative e regionali. Su queste disposizioni e su altro, una breve intervista all’illustre virologo Giulio Tarro, che abbiamo già intervistato, qui, qui, qui, qui , qui e qui e che sul “Covid19: Virus della paura” sta per pubblicare un libro.

 

Video: Covid: la nevrosi della folla si si trasforma in una Caccia all'Untore

 

All'AntiDiplomatico dichiara: "Questa caccia all’untore nasce perché la gente crede di non essere mai stata contagiata dal virus; una illusione dettata dalle fakenews del Governo, quali, ad esempio: “a oggi, 14 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 223.096”. Un numero ottenuto solo con la disseminazione di pochi tamponi a soli pazienti gravi e in stridente contrasto con ricerche, prodotte da autorevoli istituti, che partendo dalla elevata contagiosità del virus Sars-Cov-2 e dall’enorme numero di asintomatici che produce, stimavano in molti milioni i contagiati in Italia già a marzo. Ma la cosa più irritante di queste “indagini” basati su tamponi sa qual è?"

 

Veramente, non mi viene in mente…

"E che, oggi che il contagio è in fase calante, le indagini basate su tamponi si stanno moltiplicando, perché evidenziando un numero sempre crescente di negativi, dovrebbero attestare che il lockdown ha bloccato la diffusione del virus. E, quindi, spingerci ad osannare Governo e Governatori che ci hanno imposto due mesi di arresti domiciliari e rastrellamenti. Ma è solo un Gioco delle Tre carte. Quei tamponi negativi attestano, in realtà, il gran numero di persone che, pur asintomatiche, sono guarite, e nelle quali, ovviamente, non si trova più traccia del virus.

Per sapere, invece, quale è stato l’andamento del contagio bisognerebbe fare indagini basate su test sierologici; indagini mai realizzate, finora, dalle autorità pubbliche in Italia. Non resta, quindi, che basarsi su quella realizzata, mesi fa, dalla società Meleam e diretto dal medico patologo Pasquale Mario Bacco, che nell’area di Brescia, sottoponendo ad analisi sierologiche 7.038 persone asintomatiche, evidenziava come il 49% di queste, infettate dal virus Sars-COV-2, aveva già sviluppato gli anticorpi (nell’80% dei casi immunoglobuline G, che si sviluppano mesi dopo l’infezione).

Ora queste indagini sierologiche, condotte dalle autorità sanitarie, dopo essere state annunciate come “imminenti” per mesi, pare stiano per cominciare. Ma è davvero irritante scoprire che queste indagini saranno fatte, non nelle aree metropolitane, ma in sperdute aree dove la diffusione del virus è stata certamente più contenuta. Una metodologia questa che si direbbe fatta per premiare i “successi del lockdown”."

 

E per quanto riguarda le misure profilattiche imposte per questa fase due?

 

"Guardi, con le disposizioni per i funerali - dove i partecipanti, che già devono distanziarsi di un metro e indossare le mascherine e guanti, non possono essere più di 15 – credevo che l’Italia avesse toccato il fondo. Sono costretto a ricredermi davanti alle disposizioni che prevedono ben quattro metri di distanza tra ombrelloni aperti nelle pur roventi spiagge estive; dove non capisco proprio come il virus riesca a sopravvivere."

 

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