Workers hurry to produce protective suits and face masks at a factory in Hai'an, East China's Jiangsu Province

https://www.huffingtonpost.it/

12/02/2020

 

Quarantena siberiana. Il cordone siderale russo contro il Coronavirus

By Michela A.G. Iaccarino

 

Isolati in Siberia 144 sospetti russi: nessun contatto, temperature di -20° e sanatori di epoca sovietica. Tra le proteste dei residenti e follie social

 

Bianche le pareti, bianchi i letti, bianche le pappine che mangiano. E bianca la terra immensa e gelida che si vede fuori dalla loro finestra: la Siberia, lazzaretto dei pazienti russi in quarantena per sospetto contagio del Coronavirus. Il Cremlino ha deciso di congelare l’infezione nel polmone bianco della nazione, tra betulle e steppa selvaggia. Un cordone sanitario innevato e siderale per prevenire la diffusione dell’infezione, dove la task force di Mosca ha deciso di sistemare i suoi cittadini rimpatriati dalla zona focolaio del virus a Wuhan, Cina.

 

In stanze che assomigliano a celle, 144 russi vengono trattenuti in un sanatorio d’epoca sovietica a Tyumen. Nessun visitatore ammesso, nessun contatto con il mondo esterno concesso prima dell’uscita dall’isolamento dopo verificata decontaminazione nella tundra a venti gradi sotto zero. Però sappiamo che i muri della stanza di Vittoria sono viola. Come quasi duecento persone, la danzatrice sotto osservazione ha deciso di aumentare i suoi follower fotografandosi tra corsie, barelle e flebo mentre balla o in pose eccentriche.

Nella lotta contro il tempo per stimare il numero degli infetti Mosca risponde con il suo spazio remoto e traccia la prima linea dell’emergenza derubricandola in zone poco accessibili, dall’isolamento endogeno. Una scelta che è costata la rivolta della popolazione negli Urali. “Nikogo ne pustim”, da qui non facciamo passare nessuno, hanno urlato i residenti alla polizia in divisa e colbacco nella regione di Chelyabinsk, dove i cittadini del villaggio di Varna hanno fatto da scudi umani per impedire che alcuni pazienti in quarantena venissero trasportati nel sanatorio di Topolyok, sito nel bosco in cui abitano.“Questo posto è per i bambini, per gli animali, per noi. Difendiamo le nostre case” ha urlato la ronda. Qualche giorno di trincea di ghiaccio e neve ha generato la resa delle autorità che ora dirottano cittadini in quarantena verso luogo da destinarsi con quote di contagiati da aggiornare.

 

Reazioni respiratorie ma anche psicologiche. Corona, gioco mortale per la diffusione di panico e psicosi, entrambi virali come la malattia, strumentalizzati per follie social. Il ragazzo bruno dal volto coperto dalla mascherina chirurgica ha le convulsioni e si accascia al pavimento mentre viaggia nell’affollata metro di Mosca. “Bistree vychodite”è quello che urlano terrorizzati passeggeri mentre abbandonano il vagone: “scappate subito, è Corona virus”. Invece era solo lo scherzo degenere di un blogger – secondo alcuni media russi si tratta di Karomat Dzhaborov, su Instagram noto come Kara.prank - che ha ripetuto la stessa scena in più fermate sotterranee, finendo infine in cella con l’accusa di “hooliganismo” e una pena prevista di cinque anni di galera. 

 

La propaganda al tempo del Corona virus: una colpa americana, del Paese a stelle e strisce sulla bandiera, di Donal Trump, insinua il Primo canale russo. È la solita “cospirologhia” slava dell’ora di cena, teoria della cospirazione che la propaganda statale non condanna e diffonde senza smentire. “Potete dire che è un totale delirio, sarei d’accordo con voi se non fosse per questo reportage”, informa il presentatore Kirill Kleimenov sull’unico canale che insiste più degli altri su similitudini lessicali. Il Corona virus sarebbe riconducibile all’opera del presidente americano perché prende il nome dalle corone da lui consegnate alle regine di bellezza. Oppure è un virus “che colpisce solo particolari etnie” o prodotto elaborato da “case farmaceutiche che devono guadagnare” chiosa l’occhialuto scienziato intervistato durante il telegiornale. 

 

Tra dati e contraccolpi ufficiali la vittima sacrificale alla latitudine est rimane l’economia interconnessa. Frutta, armi, turisti sono miliardi persi per accordi congelati tra Mosca e Pechino. Tutto è in stato di stallo mentre la Russia arretra allontanandosi dal suo primo partner commerciale per volume di scambi bilaterali. Ritardata la consegna degli S-400, il sistema di difesa aerea; bloccati i tour turistici di massa da un Paese all’altro che generano un volume di guadagno milionario ad entrambi; il secondo distributore russo di cibo, Magnit, ha bloccato la merce in arrivo dalle province cinesi. La politica emergenziale russa assomiglia a quella del resto del mondo e fa appello a proroghe, fermi e ritardi. Ritardato il forum degli investimenti di Sochi previsto in questi giorni perché sul Mar Nero i finanziatori erano soprattutto cinesi. E allungate le vacanze di migliaia di studenti di Pechino e provincia che studiano nelle università slave e a cui ora è vietato rientrare, proprio come è proibito tornare in Cina per centinaia di impiegati russi che lavorano nelle aziende del Dragone.

 

Una malattia che fugge senza fermarsi alla dogana ha fatto apporre sigilli ad un confine tra i più lunghi al mondo. Dall’ultima ora dell’ultimo giorno del mese scorso la frontiera condivisa tra i due Stati in sedici punti di attraversamento è stata sbarrata per prevenire la diffusione del virus e per “fare di tutto per proteggere il popolo russo”, ha detto il nuovo premier Mikhail Mishustin.

 

Sempre più volti coperti in metro, sempre più paura per le strade. Il picco di richieste delle mascherine tra i russi è in aumento e nella prigione di Kursk hanno cominciato a produrle perfino i detenuti. L’autorità del penitenziario ha reso noto che sono utili quanto quelle acquistate nei negozi sanitari. Infine si è espresso anche il presidente. I russi conterranno il Corona, stanno lavorando per sintetizzare il vaccino, “la lotta contro il virus deve essere il più effettiva possibile”. Infine il presidente ha intimato di strappare la licenza di tutte le farmacie della Federazione che aumentano i prezzi delle mascherine protettive ormai divenute quasi introvabili negli ultimi giorni. Parola di Putin.

 

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