https://it.insideover.com/ 7 febbraio 2020
La rivelazione di Mosca: Israele stava per colpire un aereo di linea di Davide Bartoccini
Un aereo di linea con 172 passeggeri a bordo è stato costretto ad atterrare in una base militare russa per non rischiare di trovarsi sulla traiettoria dei missili sparati da Israele. È questa la versione sostenuta da Mosca, che ha reso noto come un Airbus 320 diretto a Damasco abbia dovuto cambiare rotta per evitare una nuova strage del cielo. Il velivolo, proveniente da Teheran, è atterrato alla base aerea russa di Khmeimim, nella provincia siriana di Latakia, mentre le due ondate di F-16 dell’aeronautica israeliana colpivano senza preavviso obiettivi militari filo-iraniani in Siria. Il rischio sarebbe stato lo stesso che si è verificato a Teheran durante il raid dell’8 gennaio: quando la difesa aerea ha “intercettato” per errore il Boeing 737 dell’Ukraine Airlines che è caduto preda di un missile Tor (secondo le versioni più accreditate). A rendere nota questa informazione è stato ministero della Difesa russo, che attraverso uno dei suoi portavoce generale Igor Konashenkov, ha denunciato l’accaduto spigando le dinamiche di un possibile “incidente sventato” e rivelando dati importanti sul raid israeliano.
Come anticipato ieri, quattro caccia israeliani F-16 “Sufa”, dopo aver violato lo spazio aereo libanese, hanno lanciato otto missili su obiettivi militari filo-iraniani localizzati nella periferia sud di Damasco. L’azione avrebbe attivato immediatamente le difese anti-aeree che hanno lanciato diversi missili per cercare di intercettare e sventare la minaccia. Nello stesso momento, un Airbus 320 proveniente Teheran stava approcciando l’aeroporto di Damasco. Secondo le fonti russe l’aereo di linea sarebbe “quasi entrato nell’area di fuoco dell’artiglieria e dei missili antiaerei”. “Solo grazie al rapido intervento dei controllori dell’aeroporto di Damasco e all’efficace funzionamento del sistema automatico di regolazione del traffico aereo è stato possibile deviare l’Airbus 320 sullo scalo di riserva, la base aerea russa di Khmeimim dove è atterrato” ha concluso il generale Konashenkov. E ha dato così man forte al Cremlino che ha sempre espresso pesanti moniti nei confronti di Israele e dei suoi “raid” a sorpresa che infuocano il Medio Oriente. Secondo un incrocio di dati effettuato su FlightRadar24, si sarebbe tratto di un aereo della compagnia siriana Cham Wings.
Il ministero della Difesa russo a Mosca ha inoltre fornito un resoconto aggiornato dell’attacco già segnalato ieri dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, portando a 23 le vittime dell’attacco: tutti militari armati filo-iraniani. Il raid sarebbe avvenuto in due ondate, la prima all’1:21, con obiettivi localizzati nell’area di al-Kiswah, Marj al-Sultan e Jisr Baghdad, e la seconda ondata all’1:41, con obiettivi militari localizzati “nei dintorni della campagna di Dara’a, Quneitra e Damasco”, riporta The Jerusalem Post. I missili, riporta sempre il sito israeliano, sarebbero stati lanciati da “aerei da guerra israeliani in volo nello spazio aereo nel Libano meridionale e nel Golan occupato”.
Questi eventi – e questi rischi – non sono una novità. Sono oramai sette infatti che Israele conduce ufficiosamente una “guerra” contro le milizie filo-iraniane attive in Siria, Iraq e Libano per sventare il trasferimento di armi avanzate provenienti dall’Iran e destinate ad Hezbollah e altri movimenti armati sciiti attivi in Medio Oriente e legati anche ad Hamas. La Difesa israeliana ha infatti ammesso – sebbene non riveli mai informazioni approfondite – di aver effettuato centinaia di attacchi aerei in Siria da quando è scoppiata la guerra civile nel 2011.
Numerosi sono stati anche quelli al confine nord dell’Iraq. Di recente un raid è stato anche confermato in Libano per “merito” della diffusione propagandistica di una foto che ritrae uno dei nuovi F-35 “Adir” in volo su Beirut. Questa libertà che l’aeronautica israeliana si concede nei conforti di un alleato di Mosca, come lo è la Siria, non coincide con la visione dello scacchiere che hanno al Cremlino. Il generale Konashenkov ha infatti colto l’occasione per denunciare quella che è diventata ormai una “pratica tipica” dell’aeronautica di Israele, che userebbe inoltre aerei civili o terzi come “scudo” per inficiare le difese antiaeree siriane. Questa affermazione – priva di un reale riscontro nel primo caso – riporta tuttavia alle cronache il caso del 2018: quando la difese aerea siriana finì con l’abbattere per errore un aereo spia russo in volo sulla Siria, uccidendo tutti e 15 i membri dell’equipaggio. L’incidente si verificò proprio a causa di un jet israeliano che cercava di sfuggire al tracciamento dei missili di Damasco. |