https://www.ilgazzettinovesuviano.com/ 21 luglio 2020
Al presidente bielorusso Lukashenko offerti 940 milioni di dollari per il lockdown
Il presidente della Bielorussia Lukashenko NON accetta di imporre il lockdown. Dice che gli sono stati offerti 95 milioni di dollari e che sono arrivati ad offrirgliene circa 940 e che lui si é categoricamente rifiutato di Andrea Ippolito -
“E’ stata annunciata la possibilità di fornire alla Bielorussia 940 milioni di dollari di cosiddetti finanziamenti rapidi. Voglio dichiarare che non balleremo con nessuno! Esistono già dei requisiti…nella lotta contro il coronavirus in Bielorussia…Ascoltate, non voglio che la situazione come in Italia si ripeta in Bielorussia, Dio non voglia. Io non lo voglio. Abbiamo il nostro paese, la nostra situazione. E Dio non voglia che finiamo con questo coronavirus come è adesso. Già la Banca mondiale è pronta a finanziarci 10 volte di più di quanto offrisse, per il fatto che stiamo effettivamente combattendo questa malattia. Ho anche chiesto parere al Ministero della Salute. E il FMI continua a chiedere da noi: dai la quarantena, isoliamoci, facciamo il coprifuoco! Ascoltate, é una sciocchezza!”.
Lukashenko (tra marzo ed aprile) si era inoltre rifiutato di prendere qualsiasi misura contro il coronavirus, definendo la pandemia una “psicosi di massa”. Arrivò a dire durante una partita di hockey su ghiaccio, ad un giornalista che stava seguendo l’evento: “Qui il virus non c’è”. Il presidente (in carica dal 1994) agli inizi di marzo aveva persino denunciato una “psicosi” che avrebbe alimentato “un panico più pericoloso del virus stesso”. Aveva quindi invitato i suoi oltre 9 milioni di concittadini a continuare a lavorare, ad andare nei campi e a guidare trattori, anche perché “il trattore guarisce tutti” (la Bielorussia é un paese produttore di trattori appunto).
Presidente del Madagascar, Andry Rajoelina
Dovremmo porci delle domande, invece di Dovremmo allora ricordarci della caduta di credibilità di “The Lancet” che inseriva sul suo sito una nota di scuse (2 giugno), ritirando la pubblicazione dello studio. Dovremmo anche ricordarci che il fatto non ha coinvolto solamente la redazione di The Lancet, ma anche il New England Journal of Medicine (NEJM), il quale ha ritirato anch’esso la pubblicazione di uno studio (sempre sull’idrossiclorochina e clorochina).
Andando a ritroso, nelle ricerche fatte, abbiamo trovato che nel mese di novembre 1918, in piena epidemia “spagnola”, la rivista medica americana JAMA (Journal of American Medical Association) pubblicava, nella rubrica “Correspondence”, a firma del medico H.A. Klein di Chicago, un articolo molto interessante, che alleghiamo in foto, e che trova molti contatti con quanto sta accadendo oggi: anche all’epoca i pareri erano discordi, infatti da un lato si batteva il chiodo sui vaccini, dall’altro sulle cure.
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