https://chiodoantonietta.altervista.org 18 Giugno 2020
“Se questo è un uomo” di Primo Levi dovrebbe essere la nostra Bibbia
Sto leggendo (rileggendo) “Se questo è un uomo”- di Primo Levi. Non riesco a considerarlo un libro. Per me è una specie di Bibbia. Cioè ci sono i libri e poi c’è “Se questo è un uomo”. Un libro che parla dell’ “arte” della deumanizzazione. Un pugno nello stomaco a cui non possiamo sottrarci. Non c’è scampo, quelli siamo noi. Siamo noi, appartenenti al genere umano, che abbiamo studiato a tavolino tutti i percorsi più cinici per arrivare al risultato finale che non è la morte ma la deumanizzazione. Dalle parole di Levi: “Distruggere l’uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice.” “L’ultima traccia di civiltà era sparita intorno a noi e dentro di noi. L’opera di bestializzazione…era stata portata a compimento…”. Il successo del progetto antisemita.
Qualche mese fa con cinismo ed in spregio al suo sacro significato, sono riusciti, utilizzando questa parola a decretare la fine di Corbyn, il leader laburista in UK, ed a fare eleggere un nuovo segretario, sionista dichiarato. Se volete approfondire come vengono artatamente e scientificamente portate avanti queste accuse di antisemitismo vi consiglio questo bell’articolo di Miko Peled (in inglese qui). Un’altra interessante fonte su come venga utilizzata a sproposito dai sionisti la parola antisemita è in questa bellissima inchiesta di Al Jazeera (qui). La Hasbara, l’istituto di propaganda israeliana, ha tra i suoi scopi quello di cercare di influenzare l’opinione pubblica mondiale sulla percezione che questa ha di israele. Uno dei sistemi che utilizza è cercare di occupare quante più testate giornalistiche per ammorbidire molte notizie su israele a danno dei palestinesi. Gli ebrei sono una minoranza nel pianeta, però sono presenti in percentuale elevatissima nei media. Dire questo, secondo gli israeliani e gli ebrei filo israeliani significa dire una cosa antisemita. Cioè dire che dei signori super potenti e super pagati indirizzano artatamente l’informazione su israele, è antisemita. Ma che cosa c’entra? Cosa c’entra questo con l’antisemitismo? Solo una persona cinica e bara può usare con sfrontatezza questo termine alto e grondante di sangue ad uso propagandistico. Se dici che per cercare di interrompere l’occupazione della Palestina e le angherie che i Palestinesi sono costretti a subire, è meglio il boicottaggio di israele piuttosto che la lotta armata, allora sei antisemita. Cioè se boicotti uno dei paesi più potenti del pianeta, sorretto dalla quasi totalità dei governi del pianeta, prevalentemente di destra, sei un antisemita. Ma come può anche solo minimamente essere accostabile la parola antisemita ad una iniziativa di lotta pacifica? Come possono molti paesi produrre leggi contro il BDS (Boycott, Disinvestment and Santions) tacciandolo di antisemitismo? La risposta è solo una : propaganda. Qui non c’è solo un utilizzo improprio di una parola ma lo svillaneggiamento della parola che condensa in se il significato più atroce per l’essere umano: la sua “bestializzazione”. |
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