https://www.controinformazione.info/ 26 Luglio 2020
Il Mossad decretò il piano segreto per assassinare 15 scienziati iraniani
Il giornalista Ronen Bergman ha rivelato, in un libro recentemente pubblicato, un piano top-secret elaborato nel 2003 dal servizio di intelligence israeliano (Mossad) per assassinare 15 importanti scienziati nucleari iraniani e quindi fermare lo sviluppo del programma nucleare del paese persiano.
Nel libro “Rise and Kill First” , Bergman aveva pubblicato per la prima volta i dettagli delle operazioni segrete contro l’Iran da parte del Mossad, dopo aver raccontato come nel maggio 2003 l’allora vice capo servizio, Tamir Pardo, presentò un piano segreto, sottoposto al capo dell’agenzia, l’ormai defunto Meir Dagan.
Il progetto mirava a impedire all’Iran di acquisire l’energia nucleare e propose tre opzioni per Israele: “Uno: conquistare l’Iran. Il secondo: portare a un cambio di regime in Iran. Il terzo: convincere l’opinione pubblica iraniana che il prezzo che avrebbero dovuto pagare per continuare il progetto nucleare sarebbe stato maggiore di quello da guadagnare nel fermarlo ”.
Dato che le prime due opzioni non erano realistiche, il capo Mossad aveva optato per la terza ipotesi e l’aveva trasformata in una strategia a cinque punte: “Forte pressione diplomatica sul paese persiano sulla scena internazionale, sostegno alle minoranze iraniane e ai gruppi di opposizione interna per aiutare questi rovesciare il regime, le sanzioni economiche, l’interruzione delle spedizioni di attrezzature e materie prime per il programma di energia nucleare e, infine, le operazioni clandestine, compreso il sabotaggio delle strutture e l’assassinio selettivo di figure chiave nel programma “, tutto questo è descritto e si legge nel libro. Il progetto, sostenuto dall’allora presidente americano George W. Bush e dal primo ministro israeliano Ehud Olmert, era stato portato avanti grazie a una collaborazione a quattro vie tra la Central Intelligence Agency (CIA). e la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti, oltre al Mossad e l’agenzia di intelligence militare israeliana (AMAN).
Il funerale di uno degli scenziati iraniani assassinati
Washington e il regime di Tel Aviv avevano quindi lanciato una vasta campagna di misure economiche, tra cui dure sanzioni, per frenare il progetto nucleare iraniano e persino causato gravi danni alle strutture di arricchimento dell’uranio e alle attrezzature attraverso l’invio di virus informatici come Stuxnet. “Ma gli iraniani erano tenaci”, scrive Bergman.
I due responabili dei piani di attacco all’Iran Pompeo e Netanyahu
Il documento aggiunge che l’ultimo componente del piano di Dagan – l’ uccisione mirata di scienziati – è stato realizzato dal Mossad da solo. Il giornalista ricorda che il 14 gennaio 2007, il dottor Ardeshir Huseinpur, uno scienziato nucleare di 44 anni che lavorava nell’impianto di uranio di Isfahan, fu soffocato “dopo una fuga di gas”, ma l’intelligence iraniana rilevò le implicazioni di Israele nella sua morte.
Altre figure chiave nell’industria nucleare iraniana furono Masud Alì Alimohamadi, assassinato a Teheran nel 2010 mediante una bomba, l’ingegnere nucleare Mayid Shahriari, assassinato anche lui nel 2010 a Teheran con una bomba sotto la sua auto (ferita anche la moglie), Dariush Rezaineyad, assassinato a colpi d’arma da fuoco nel luglio 2011, Mostafa Ahmadi -Roshan assassinato nel gennaio 2012, oltre ad altri scienziati e specialisti iraniani che furono assassinati da agenti israeliani tra il 2010 e il 2011 in varie circostanze.
Inoltre, nel novembre 2010, il Dr. Fereidun Abbasi e sua moglie furono feriti in un altro attacco terroristico fallito che mirava ad eliminare lo scienziato. Moshe Yaalon, uno dei mandanti sospettati degli omicidi selettivi Da notare che l’ex ministo degli affari militari di Israele, Moshe Yaalon, riconobbe implicitamente la responsabilità di Israele nell’assassinio di questi scienziati nel corso di una intervista al settimanale tedesco Der Spiegel.
Lo stesso Yaalon, molto vicino agli ambineti della Casa Bianca, è ritenuto una delle menti strategiche del piano adottato dall’Amministrazione USA di balcanizzazione della Siria e dell’Iraq e di attacco all’Iran, che determinò le guerre di Washington in Medio Oriente sotto il pretesto della “Guerra al terrore” e che continua ancora oggi. Del terrore e del pauroso bilancio di vittime e distruzioni seminato da Israele e USA nella regione non è mai stato imputato alcun politico e responsabile militare dei due paesi.
Le indagini presso la Corte di Giustizia dell’Aja sono state sempre affossate dal governo USA e da quello di Israele.
|