Fonte: thesaker.is https://comedonchisciotte.org/ 13 Maggio 2020
Che cosa significa l’agonia dell’Impero per lo “Stato Ebraico di Israele”? The Saker
Innanzitutto, cominciamo con alcune notizie recenti (apparentemente non correlate): • L’ultimo disastro di pubbliche relazioni statunitensi in Venezuela dimostra che l’Impero Anglo-sionista è veramente in agonia. Anche se questa non è certo la prima ‘operazione speciale’ americana a concludersi con un imbarazzante fallimento, tuttavia, anche per gli standard statunitensi, questo ultimo disastro in Venezuela è dolorosamente umiliante. Ancora più umilianti sono le notizie secondo cui uomini delle forze speciali russe avrebbero aiutato i Venezuelani a catturare i mercenari americani. • Poi è arrivata la notizia che la meraviglia tecnologica di quinta generazione partorita dal complesso militare industriale statunitense non può nemmeno volare a velocità supersoniche sostenute (solo come promemoria, normalmente il concetto di “quinta generazione” implica non solo la capacità di poter volare più veloci del suono, ma anche quella di farlo (per un lungo periodo di tempo) senza utilizzare il postbruciatore, in modalità “supercruise“!). • In numerose simulazioni di guerra tra gli Stati Uniti da un lato e la Cina o la Russia dall’altro, la RAND Corporation ha scoperto che agli Stati Uniti veniva ripetutamente “fatto il culo.” Queste notizie, apparentemente non correlate, hanno una cosa in comune: sono tutte esempi di quanto deboli e inefficaci siano diventate le forze armate statunitensi negli ultimi vent’anni. E, anche se per brevità ho scelto solo tre esempi, la verità è che in Internet ci sono centinaia di storie simili, e tutte indicano la stessa realtà: la maggior parte dell’esercito americano è ormai degradato in maniera irreparabile. Diamo un’occhiata ai vari servizi, uno per uno: • L’intera flotta di superficie della USN è ora compromessa a causa della sua struttura organizzativa, totalmente imperniata sulle portaerei. All’USN mancano anche missili da crociera moderni. Intere classi di navi di superficie sono ora obsolete (fregate) o presentano gravi errori di progettazione (LCS). • L’USAF vola principalmente con jet che risalgono alla Guerra Fredda, spesso modernizzati, ma, nel complesso, è una flotta obsoleta, soprattutto se confrontata con gli aerei russi o cinesi di 4°++ e di 5° generazione. In effetti, il disastro completo del programma F-35 significa che, per la prima volta nella storia, un aereo americano sarà superato qualitativamente dai suoi probabili avversari. Persino gli AWACS statunitensi e gli altri velivoli da ricognizione sono ora minacciati dai missili antiaerei russi e cinesi a lungo raggio (terrestri ed aviolanciati). • Per quanto riguarda l’esercito americano e il Corpo dei Marines, le imbarazzanti catastrofi in Iraq, Afghanistan e altrove dimostrano che le forze di terra statunitensi sono per lo più in grado di autoprogettersi, e anche questo non molto bene. • Poi ci sono le forze spaziali create di recente, che esistono solo sulla carta, e la Guardia costiera degli Stati Uniti che, in una guerra importante, sarebbe sostanzialmente irrilevante. Infine, c’è il Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti, che non è uno dei rami di servizio ma solo un comando di combattimento “funzionale” e “unificato,” ma che viene spesso considerato come un ramo separato delle forze armate. Queste forze fanno sempre una bella figura nei filmati di propaganda, ma la verità è che queste truppe, putativamente “le migliori del mondo” (e che altro ?!), devono ancora ottenere il loro primo operativo e significativo vero successo, ovunque (almeno per bilanciare il loro lunga storia di miseri fallimenti, da Desert One, a Grenada, all’Afghanistan, alla Libia, ecc.). E un piccolo scontro a fuoco contro un avversario molto inferiore non vale. Ora lasciami fare la domanda cruciale: che cosa significa questo per Israele? Beh, in primo luogo, significa che i “poveri” Israeliani ora devono usare con l’F-35 come velivolo di punta. Sono convinto che, nella maggior parte dei casi, gli Israeliani cercheranno di modificare/aggiornare i loro F-35 per eliminare almeno le “caratteristiche” peggiori, ma [eliminarle tutte], nel caso dell’F-35, non è nemmeno teoricamente possibile a causa dei profondi difetti di progettazione (chi avesse bisogno di un aggiornamento “ufficiale” sulla catastrofica realtà del programma F-35, è pregato di leggere questo rapporto ufficiale del governo degli Stati Uniti che elenca 276 carenze “critiche“). Prima o poi, gli F-35 israeliani incontreranno la versione esportata del Su-35, il Mig-29M/MiG-35, molto più economico ma ad alte prestazioni, o magari il Su-57 russo e verranno quindi surclassati senza speranza (anche se il risultato di un duello aereo non può essere ridotto al mero confronto tra due velivoli: è necessario un quadro completo e molto più complesso per poter determinare i possibili esiti). Attualmente, il Su-35 viene esportato solo in Cina, ma i futuri potenziali operatori potrebbero essere l’Egitto, l’Algeria e la Turchia. Per quanto riguarda i MiG-29M/MiG-35, alcuni paesi, come l’Egitto e la Siria, hanno già manifestato il proprio interesse. Parlando della Siria, finora abbiamo visto diversi casi di aerei israeliani intercettati e costretti a ritirarsi dai Su-35S russi, e non un singolo episodio del contrario. Sembra esserci stato almeno un caso, anche se non confermato (ancora?) ufficialmente di un Su-35S russo che avrebbe fatto allontanare un F-22 dell’USAF (quando un Su-35 e un F-22 sono a distanza ravvicinata, quest’ultimo ha pochissime speranze di sopravvivenza). Riescite a indovinare cos’altro gli Israeliani potrebbero incontrare in seguito nei cieli del Medio Oriente? Forse la variante da esportazione del MiG-31 o persino i MiG-31BM russi (con i loro missili aria-aria R-37 da 400 km di portata). In effetti, il raggio d’azione, la velocità, il radar e l’armamento di questo velivolo consentirebbero alla Russia di mantenere pattuglie aeree di combattimento per controllare, per esempio, la Siria tenendole in volo sulla Russia meridionale. Mi soffermo su questi aerei perché in passato, e proprio come gli Stati Uniti, gli Israeliani per prevalere hanno sempre fatto affidamento sulla seguente combinazione di fattori: • Un attacco a sorpresa (più o meno giustificato da un false flag o da un attacco preventivo) • La distruzione degli aerei nemici quando sono ancora a terra • La superiorità aerea per la protezione dei velivoli ad ala rotante e delle forze corazzate avanzanti È anche vero che gli Israeliani hanno ancora un notevole numero di F-16/15/18 modificati (14 squadroni, oltre 300 velivoli), ma, proprio come le loro controparti statunitensi, [questi velivoli] stanno invecchiando rapidamente. In netto contrasto con la obsoleta aviazione israeliana, i paesi confinanti stanno acquisendo sistemi di difesa aerea sempre più avanzati, insieme alle apparecchiature per le contromisure elettroniche e ai sistemi di gestione del campo di battaglia. In altre parole, questo è un brutto momento per Israele per far conto sugli F-35 per il prossimo futuro. Attualmente, gli Israeliani bombardano la Siria con regolarità, ma con pochissimi risultati, oltre ai mantrici e senza dubbio terapeutici proclami della superiorità ebraica nei confronti degli Arabi. E, prevedibilmente, la gente che in Israele e in Occidente segue escusivamente i media di regime ne è molto inpressionata. I Siriani, gli Iraniani ed Hezbollah, molto meno… Proprio come il complesso militare industriale americano ha messo tutte le sue uova nel paniere dell’F-35, così gli Israeliani hanno messo tutte le loro uova della sicurezza nazionale nell’eterna volontà e capacità di zio Shmuel di venire a salvarli con denaro, armi o magari anche soldati. La volontà c’è ancora. Ma le capacità stanno rapidamente scomparendo! Inoltre, ci sono altri due paesi che stanno entrando in un periodo di grave instabilità che influenzerà anche la sicurezza di Israele: la Turchia e l’Arabia Saudita. Nel caso della Turchia, le relazioni tra Stati Uniti e Turchia sono al livello minimo, e c’è una possibilità molto reale che, viste le sanzioni e le minacce statunitensi, i Turchi possano decidere di rinunciare all’F-35 e passare ad un aereo russo, molto probabilmente ad una versione da esportazione del Su-35. Anche se questa sarebbe (politicamente) una brutta notizia per il complesso militare industriale degli Stati Uniti, sarebbe però una notizia assolutamente terribile per gli Israeliani, che hanno con la Turchia relazioni generalmente non buone. A tutt’oggi, la Turchia è ancora un obbediente membro della NATO, con tutto ciò che la cosa comporta, ma più debole diventa l’Impero Anglo-Sionista, maggiori sono le possibilità di qualche scontro politico tra gli Stati Uniti e la NATO da un lato, e la Turchia dall’altro. Per quanto riguarda i Sauditi, stanno già corteggiando Mosca perché hanno capito che la Russia ha praticamente sostituito gli Stati Uniti come potenza regionale più importante. Il totale fallimento degli Stati Uniti nel fornire assistenza significativa ai Sauditi nello Yemen e l’incapacità delle difese aeree statunitensi di proteggere l’industria petrolifera saudita dagli attacchi missilistici degli Houthi hanno convinto i Sauditi che, da ora in poi, dovranno parlare direttamente con i Russi, e anche di frequente. È vero, in Medio Oriente gli Stati Uniti sembrano ancora una vera potenza. Date un’occhiata a questa pagina dell’ultimo bilancio militare dell’International Institute for Strategic Studies (IISS). Nella regione ci sono ancora molte attrezzature e personale CENTCOM. Ma cercate di guardare oltre queste fantasiosa grafica e chiedetevi: che cosa stanno facendo queste forze? Che cosa stanno effettivamente realizzando? Sottolineerei che la maggior parte di ciò che fanno è cercare di impressionare la gente del posto, fare soldi (con tutti i tipi di contratti militari) e, ultimo ma non meno importante, cercare di proteggersi. E sì, l ‘”impronta” degli Stati Uniti in Medio Oriente è ancora grande, ma questo è anche ciò che rende le forze statunitensi così vulnerabili agli attacchi. Gli Iraniani, ad esempio, hanno chiarito che considerano tutte queste strutture e forze come degli “obiettivi” e questo, dopo gli attacchi missilistici iraniani di alta precisione a seguito dell’omicidio del generale Suleimani, significa che l’Iran ora ha i mezzi per infliggere gravi danni a qualsiasi forza regionale abbastanza folle da volersi confrontare con esso. Certo, ogni volta che qualcuno scrive che gli Stati Uniti o Israele non sono invincibili, c’è sempre almeno una persona che dice qualcosa del tipo “sì, forse, ma hanno le armi nucleari e le userebbero se fossero minacciati.” A questa affermazione la mia risposta è diversa nel caso degli Stati Uniti e di Israele. Nel caso degli Stati Uniti, anche se un primo utilizzo delle armi nucleari equivarrebbe ad un suicidio politico per l’Impero, nessun avversario degli Americani in Medio Oriente ha la capacità di vendicarsi, allo stesso modo, contro gli Stati Uniti. Nel caso di Israele, però, le cose sono molto più serie. In primo luogo, dobbiamo ricordare che, per ovvie ragioni geografiche, gli Israeliani non possono usare le armi nucleari su forze attaccanti, almeno non su forze in prossimità del confine israeliano. Tuttavia, se gravemente minacciati, gli Israeliani potrebbero affermare che sta per verificarsi un altro “Olocausto” e che la “difesa del sangue ebraico” non lascia loro altra scelta se non quella di usare armi nucleari su obiettivi iraniani o siriani. Sottolineo però che più sarà il danno causato da tali attacchi nucleari israeliani, maggiore sarà la determinazione degli Arabi e/o degli Iraniani. Questo è il problema della deterrenza: una volta che ha fallito, ha fallito totalmente e, di solito, non esiste un “piano B.” Questo significa che un grosso attacco ad Israele è inevitabile? No, per niente. Per prima cosa, sia gli Stati Uniti che Israele possono ancora infliggere danni enormi a qualsiasi paese o coalizione di paesi, che li minacciasse (e non devono ricorrere alle armi nucleari per raggiungere questo obiettivo). Il fatto che né gli Stati Uniti né Israele possano ottenere risultati simili ad una “vittoria” non implica in alcun modo che attaccare gli Stati Uniti o Israele sia facile o sicuro. Ad entrambi i paesi è rimasta abbastanza potenza militare convenzionale da far pagare un prezzo enorme a qualsiasi aggressore. In secondo luogo, è proprio perché agli Stati Uniti e ad Israele è rimasta molta potenza militare che i loro avversari favoriranno un progressivo e lento indebolimento degli Anglo-Sionisti, piuttosto che un confronto aperto. Ad esempio, anche se è vero che gli Stati Uniti non se la sono sentita di attaccare l’Iran dopo l’attacco missilistico iraniano di rappresaglia, è anche vero che gli Iraniani hanno “calibrato attentamente” la loro risposta per non costringere gli Stati Uniti a reagire. La verità è che, in questo momento, nessuno dei due paesi vuole una guerra aperta. Lo stesso si può dire della Siria e di Hezbollah, che stanno molto attenti a non fare nulla che costringerebbe gli Israeliani (o gli Stati Uniti) a passare dagli attuali attacchi simbolici a puntura di spillo a vere e proprie incursioni aeree e missilistiche. In questo momento, gli Stati Uniti possono ancora stampare abbastanza dollari per tenere a galla Israele, ma sappiamo già che, anche se cercare di risolvere un problema stampando soldi è spesso molto allettante, questo non costituisce una strategia sostenibile, soprattutto quando le effettive capacità militari degli Stati Uniti e di Israele si stanno rapidamente degradando. In questo momento, nessuno sa per quanto tempo durerà ancora l’ultimo regime dichiaramente razzista del pianeta, ma è estremamente improbabile che l’entità sionista possa sopravvivere senza un sostegno da parte dell’Impero. In altre parole, prima piuttosto che dopo, lo “Stato Ebraico di Israele” non avrà migliori possibilità di sopravvivenza rispetto, per esempio, allo “Stato Indipendente del Kosovo” o, per quel che importa, all'”Ucraina indipendente“: sono tutte brutte metastasi dell’Impero che, da sole, non sarebbero neanche in grado di esistere. The Saker
Link: https://thesaker.is/what-does-the-empires-agony-mean-for-the-jewish-state-of-israel/ 12.05.2020 |