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4 Giugno 2020

 

Inferno minneapolis: blacks di Soros & Iisis. Complotto Deep State contro Trump

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

 

Sommario

1 – INDIZI DI UN OMICIDIO PREMEDITATO

2 – TRACCE DI UN COMPLOTTO DEEP STATE

3 – AUTOBOTTE SULLA FOLLA GUIDATA DA MILITARE

4 – ANTIFA ARMATI COME MILIZIANI CANVAS-CIA

5 – FBI: ANTIFA COMPLICI DEI TERRORISTI ISIS

6 – CANVAS E SOROS CON BLACK LIVES MATTER

 

“Non si allontani dalla tua bocca il Libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, per osservare e mettere in pratica tutto quanto vi è scritto; così porterai a buon fine il tuo cammino e avrai successo”. Libro di Giosué – Sacra Bibbia

 

English Version Here

 

REPORTAGE IN 1 MINUTO

«A che punto non rappresenta una volontà intenzionale di causare danni fisici trattenere un uomo che è a faccia in giù con le manette, senza costituire una minaccia? E se ciò provoca la morte, ogni procuratore in America mostrerà che quello è omicidio di primo grado».

In 32 anni di cronaca giudiziaria ho seguito qualche centinaio di omicidi di varia natura e non posso far altro che dare ragione all’avvocato Benjamin Crump, il legale della famiglia dell’afroamericano George Floyd che ha pronunciato quella frase in merito alla brutale uccisione del 46enne pregiudicato di colore morto sotto il ginocchio di un poliziotto a Minneapolis.

 

A causa di questo crimine, troppo assurdo e sfrontato per essere solo un gesto razzista di un poliziotto e non nascondere un intricato complotto, molte città degli Usa sono diventate teatro di una guerriglia urbana tra manifestanti che hanno appiccato incendi e vandalizzato negozi e la polizia che ha sparato ga-lacrimogeni e proiettili di gomma.

 

Le proteste sono state aizzate dal movimento afroamericano “Black Lives Matter” che, come evidenziato dallo psicologo sociale Preston James sul sito americano di geopolitca ed intelligence militare Veterans Today già nel 2016, «è sostenuto segretamente da George Soros ma in realtà è guidata da risorse Intel». Gospa News ha indagato su questa interessante e inquietante informazione…

 

L’avvocato Crump sostiene pertanto che il poliziotto assassino, incriminato per omicidio volontario di secondo grado, dovrebbe essere accusato di delitto di primo grado in riferimento alla volontà premeditata di uccidere per gli interminabili 9 minuti che ha tenuto la vittima inerme bloccata con un ginocchio sul collo.

 

L’azione dell’esperto e spietato agente, già noto per altri episodi di violenza, può essere stata deliberata all’interno di un complotto per scatenare le proteste contro il presidente Donald Trump in vista delle elezioni 2019?

 

E’ un’altra cospirazione dopo quella della pandemia scatenata da un virus da laboratorio come affermato anche dall’ex capo dell’intelligence britannica MI6? Altri fatti sembrano avvalorare questa ipotesi…

L’uomo che ha guidato un’autobotte contro la folla dei dimostranti a Minneapolis è un ex militare originario dell’Ucraina, sospettato di essere mercenario della Central Intelligence Agency come segnalato da Jim Dean su Veterans Today.

 

Un ex direttore CIA ha lodato il Deep State per aver orchestrato l’UkraineGate, innescato da due whistleblower CIA rivelatosi inutile per un impeachment contro Trump ma utile al suo avversario Joe Biden per depotenziare gli scheletri nel suo armadio sulla gestione del golpe a Kiev del 2014, dopo il quale il vicepresidente di Barack Obama prese in mano la riforma della polizia e dell’esercito.

Trump ha segnalato la presenza degli Antifa tra i manifestanti, formazione antifascista sovente partner dei Black Lives Matter, esprimendo la sua intenzione a dichiararla organizzazione terroristica.

Il quotidiano Corriere sostiene che non è possibile perchè, come spiegato dal New York Times, gli USA non hanno una legge contro il terrorismo interno (come quella per le Brigate Rosse in Italia). Ma un’inchiesta FBI menzionata nel libro di un giornalista investigativo americano ha dimostrato i collegamenti di Antifa con leader di ISIS e AL QAEDA.

Gli Antifa, inoltre, agiscono con gli stessi metodi usati dai manifestanti sedicenti pacifisti del “Pugno Chiuso OTPOR” del centro CANVAS di Belgrado che sul suo sito ufficiale si è preso il merito di aver organizzato la rivoluzione Arancione in Ucraina (2004 e 2014) finanziata anche dal plutarca euopeista George Soros.

 

Sul suo sito ufficiale CANVAS sostiene le proteste per la morte di Floyd del Black Lives Matter che è stato supportato dalla Democratic Alliance, un piano di raccolta fondi creato da Soros e da altri sostenitori dei Democratici Usa.

Il magnate di Open Society di New York alcuni mesi fa aveva stanziato un PAC da 5,1 milioni di dollari per il candidato DEM per le presidenziali 2019 che è poi risultato essere proprio Biden, leader del golpe in Ucraina da cui è scaturita la guerra civile del Donbass filo-russo ricco di giacimenti di gas.

 

Ecco tutti i dettagli in un sospetto complotto Deep State. Le dichiarazioni a sostegno dei manifestanti violenti del gruppo di influenza politica National Endowment for Democracy (Sovversione Nazionale per la Democrazia), ispiratore delle proteste a Kiev, non fanno altro che confermare questa ipotesi.

 

1 – INDIZI DI UN OMICIDIO PREMEDITATO

«Pensiamo che abbia avuto l’intenzione, basata non sul minuto, due minuti, ma per oltre otto minuti, quasi nove minuti in cui ha tenuto il ginocchio sul collo di un uomo che chiedeva e supplicava di respirare» aggiunge Crump sintetizzando in modo eloquente la dinamica di un assassinio che un’autopsia indipendente e quella ufficiale poi hanno attribuito all’asfissia da soffocamento per l’azione esercitata dal poliziotto Derek Chauvin durante l’arresto.

La vittima George Floyd e il poliziotto Derek Chauvin mentre la sta uccidendo

 

Il suo gesto, lunedì 25 maggio, è durato così a lungo da finire in diretta social mondiale per il più tremendo, inquietante e sospetto Reality del terrore dopo quello di Brenton Tarrant. Non citiamo a caso il giovane australiano di origini israeliane che filmò la sua strage nelle moschee musulmane di Christchurch il 15 marzo 2019.

Per tenere sotto un ginocchio un uomo ammanettano e agonizzante per 8 minuti e 46 secondi ostentando però il volto cinico e altero verso gli smartphone dei passanti allibiti non basta essere malvagi, non basta avere la volontà di uccidere bisogna anche essere capaci a farlo davvero in virtù di un addestramento particolare.

 

Tarrant, addestrato dai Mossad in Siria secondo il presidente della moschea di Auckland e fonti di intelligence citate da Gospa News nell’articolo di un anno fa, si è già parzialmente pentito, ha ammesso la sua colpevolezza e si avvia così verso il graduale processo di attenuazione delle sue responsabilità, complice l’eventuale semi infermità mentale, che potrebbe consentirgli tra una decina di anni, quando l’attenzione dei parenti delle vittime sarà calata, di uscire di galera per incassare il premio che qualcuno gli ha certamente promesso.

Chauvin potrebbe seguirne l’esempio visto che, anche se fosse dichiarato colpevole dell’accusa peggiore possibile, ovvero omicidio non solo volontario ma pure premeditato in relazione al fatto che ben conosceva la vittima con cui aveva lavorato in un night club, lo stato del Minnesota ha abolito la pena di morte dal 1911.

Ma se davvero il poliziotto più contestato d’America fosse implicato in un losco intrigo dovrebbe stare comunque attento a non fare la fine di Lee Harvey Oswald, il militare e criminale statunitense, ritenuto ad oggi unico responsabile dell’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy da tre inchieste ufficiali dell’FBI e da quella della Commissione Warren, giudicato però postumo perché ammazzato da Jack Ruby, il mercenario della CIA morto in carcere 4 anni dopo di embolia polmonare, magari per i primi test di qualche arma batteriologica…

 

In questa premessa non c’è una rilettura complottista della tragedia che ha scatenato l’inferno in Minnesota e in molti altri stati del Nord America per una guerriglia urbana che da un momento all’altro potrebbe diventare guerra civile. C’è semplicemente la narrazione di cospirazioni già avvenute 57 anni fa negli Usa e l’anno scorso in Australia, un altro paese dei Five Eyes, l’accordo di intelligence dei paesi anglosassoni.

Dopo l’epidemia causata da un virus da laboratorio come dimostrato da Gospa News in un dossier di 21 reportages ecco la pandemia della violenza che ha scosso pure Londra dove si è conclusa con 21 arresti una manifestazione degli attivisti del Black Lives Matter, il movimento internazionale della comunità afro-americana che fa propaganda contro il razzismo nei confronti delle persone di colore usando però, a volte, quella stessa violenza che sostiene di voler denunciare e combattere nella società.

 

2 – LE TRACCE DI UN COMPLOTTO DEEP STATE

Il National Endowment for Democracy (Sovversione Nazionale per la Democrazia), un gruppo di soft-power noto soprattutto per aver sprecato dollari governativi nelle campagne di influenza pro-USA all’estero per far rispettare il cambio di regime, ha appoggiato le proteste contro la brutalità della polizia in patria.

«Possa la crisi attuale portare alla realizzazione degli ideali che animano la nostra democrazia, e ciò possa dare speranza a quelli di altri paesi che condividono il nostro impegno per la libertà e la dignità umana. Tale movimento è necessario non solo per il bene del nostro paese, ma per il beneficio di persone coraggiose in prima linea nelle lotte democratiche nel mondo» ha riportato Russia Today. In una dichiarazione di venerdì, il NED è uscito a sostegno delle proteste contro l’uccisione della polizia del nero disarmato George Floyd, che si sono trasformate in violenza, scatenando il caos in dozzine di città degli Stati Uniti.

 

«Il gruppo, insieme ad altre” ONG “con sede negli Stati Uniti, ha sostenuto la Rivoluzione arancione del 2004 in Ucraina e in seguito ha incanalato milioni di dollari di libertà nel paese in vista del colpo anti-russo del 2014 che ha fatto cadere l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych» secondo RT , vediamo di seguito perché questo è importante…

Uno degli incendi appiccati dai manifestanti a Minneapolis e postati su Twitter da Mark Vancleave

 

Il NED, fondato nel 1983, ha sollevato polemiche per l’utilizzo delle risorse stanziate dal governo degli Stati Uniti per incoraggiare il cambio di regime nei paesi che si rifiutano di seguire la linea di Washington, come la Russia e la Cina. Il gruppo, sponsorizzato dal Congresso degli Stati Uniti, è sostenuto da partiti sia Repubblicani che Democratici. Quindi può essere ritenuto una perfetta espressione del Deep State!

Tutto ciò appare quindi un’altra tempesta perfetta in vista delle Presidenziali di novembre. Il presidente Usa Donald Trump, dopo essersi rifugiato per il week-end nell bunker della Casa Bianca, lunedì primo giugno, giorno festivo del Pentecost Monday per i Cristiani Evangelici, è uscito a piedi dalla residenza ufficiale per dirigersi verso la vicina Saint John Epyscopal Church, lievemente danneggiata dalle proteste, protetto da una massiccia scorta di decine di agenti e bersagliato dalle urla della folla di manifestanti che poco prima erano stati caricati dalla polizia per allontanarli da Lafayette Square.

 

Trump ha sventolato la Sacra Bibbia invocando così la protezione dell’Altissimo ma farebbe bene anche a ricordare il vecchio proverbio: “dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io”.

 

Il presidente americano Donald Trump mostra la Bibbia davanti alla chiesa di San Giovanni a pochi passi dalla Casa Bianca

 

Se l’uccisione di un pregiudicato come George Floyd con alle spalle condanne per rapina a mano armata sta facendo tremare Washington non è solo perché fa seguito ad altri episodi di violenza compiuti dalla polizia statunitense che rappresenta la sesta causa di morte degli Usa sia per i bianchi che per i neri (maggiormente a rischio perché più propensi a reati violenti secondo le statistiche degli studi di Philippe Rushton e dell’Interpol) ma soprattutto perché l’agente assassino è stato arrestato soltanto dopo 4 giorni di proteste

E’ pertanto evidente che c’è stato un corto circuito tra polizia del Minnesota, servizi di intelligence, Dipartimento di Giustizia e Dipartimento di Sicurezza Nazionale se l’autorità giudiziaria ha impiegato ben 96 ore prima di far scattare le manette ai polsi dell’autore del tremendo crimine, rivelatosi subito tale agli occhi di chiunque avesse visto i scioccanti filmati.

E’ pertanto evidente che qualcuno o non ha informato per tempo il presidente Trump o l’ha consigliato malamente: suggerendogli di lasciare che la macchinosa giustizia facesse il suo lentissimo corso davanti alla palese ed inaudita violenza di un poliziotto feroce che per di più aveva già ucciso in passato. Insieme ad altri agenti sparò 16 proiettili al latino-americano Wayne Reyes, che aveva però minacciato le forze dell’ordine con un fucile da caccia.

Chauvin rischia 40 anni di carcere per l’accusa di omicidio di secondo grado (volontario) che però la difesa della vittima vorrebbe diventasse di primo grado, ovvero aggravato dalla premeditazione o dalla crudeltà nell’uccidere. I tre poliziotti che hanno assistito inermi all’omicidio Tou Thao, J. Alexander Kueng e Thomas Lane, già licenziati, sono stati incriminati dal procuratore generale del Minnesota Keith Ellison per aiuto e favoreggiamento nel delitto. Alcuni di loro avevano già dei precedenti specifici di denunce per violenza come riportato da ItaliaStarMagazine.

Ma concentrarsi in modo eccessivo sulla loro predisposizione alla violenza impedisce di inquadrarla come il tassello fondamentale di una presunta cospirazione, come la miccia detonante di una bomba sociale per acuire le rivalità razziali americane, come l’indizio di un complotto del Deep State magistralmente orchestrato come soltanto esperti uomini di intelligence saprebbero fare e come fecero a Kiev durante il golpe del febbraio 2014.

 

3 – L’AUTOBOTTE SULLA FOLLA GUIDATA DAL MILITARE UCRAINO

E’ una notizia da prendere con le dovute cautele perché non esiste ancora una versione ufficiale. Ma le prime indiscrezioni sono assolutamente inquietanti soprattutto per chi, come Gospa News, ha analizzato tutti i protagonisti che hanno pianificato la Rivoluzione Arancione nel paese dell’ex Unione Societica per toglierlo dall’influenza della Russia del presidente Vladimir Putin e portarlo sotto quella dell’Unione Europea, in apparenza, e quella del Partito Democratico Nord Americano, nella realtà dei fatti.

Il golpe finanziato dagli Usa del presidente Barack Obama avviò il progetto di riforma della polizia e dell’esercito seguito dal suo vice Joe Biden (oggi in corsa per la Casa Bianca) mentre la società di suo figlio Hunt (e del figlioccio del segretario di Stato John Kerry) incassava milioni di dollari da Burisma, la principale società energetica ucraina con licenze di estrazione nel Donbass oggetto di contesa nella guerra civile tra il governo golpista e le Repubbliche filorusse di Doneck e Lugansk.

 

Un ruolo fondamentale nella Rivoluzione Arancione lo ebbe, attraverso la società ucraina Renassaince International, il finanziere magiaro naturalizzato americano George Soros, paladino del mondialismo e dell’europeismo al punto da divenire occulto plutarca dell’Unione Europea attraverso il controllo di dozzine di eurodeputati a lui fedeli, schedati in uno studio per la sua fondazione Open Society di New York.

Negli intrighi tra Washington e Kiev s’infilò anche la Lobby delle Armi dei Sionisti di Tel Aviv. Pur di lucrare su tale commercio proprio la Israel Weapons Industries (IWI), tra i leader mondiali nelle produzione di armi leggere, non s’è fatta grossi problemi a far arrivare una fornitura di Tavor, il fucile semi-automatico d’assalto concorrente del Kalashnikov, ai neo-nazisti ucraini del Battaglione d’Azov, una delle componenti armate più feroci e sanguinarie nel conflitto del Donbass.

 

Ma IWI collabora anche con il Metropolitan College of New York (MCNY) che offre lauree in Pubblica Amministrazione, Emergency Management e Homeland Security. Tutti gli studenti fanno seminari in Israele seguiti da esperti, tra i quali ci sono anche funzionari del Mossad, i famigerati servizi segreti israeliani, ottimi alleati della Central Intelligence Agency.

Perché dunque stupirsi se l’ex militare che domenica pomeriggio alla guida di un’autobotte ha cercato di investire la folla che manifestava a Minneapolis sull’autostrada 35W è originario dell’Ucraina? Bogdan Vechirko, 35 anni, non ha causato vittime ma è stato assalito e pestato da un gruppo dei dimostranti finchè non sono intervenute le forze speciali che lo hanno arrestato.

 

L’autocisterna piombata sulla folla a Minneapolis

 

«I media dicono che è russo ma le nostre documentazioni mostrano che è andato al liceo a Minneapolis e fa parte della comunità ucraina anti-russa, dalla quale è stato reclutato per tornare in Ucraina dalla CIA» ha precisato Jim W. Dean, managing editor di Veterans Today, sito americano di geopolitica ed intelligence militare gestito da Marines reduci del Vietnam.

Sono state pubblicate anche alcune fotografie del ragazzo in uniforme insieme alla notizia che una persona con il suo nome fece una donazione di 100 dollari per la campagna elettorale di Trump del 2016. Una prima immediata associazione di idee renderebbe facile identificarlo come un sospetto suprematista bianco nemico dei manifestanti e amico dei conservatori radicali GOP del Partito Repubblicano che sostiene l’attuale presidente.

Bogdan Vechirko, 35 anni, ex militare di origini ucraine

 

Ma come abbiamo spiegato nella premessa questa è una contraddizione assoluta in quanto il piano rivoluzionario in Ucraina, culminato con gli spari di cecchini mercenari sulla folla che causò più di cento morti in piazza Maidan secondo lo stesso schema che la CIA utilizzò nel 2002 a Caracas in Venezuela, fu sviluppato sotto la regia dell’amministrazione Obama.

Ecco quindi che anche questo gesto estremo potrebbe essere solo un episodio di “false-flag” per acuire le tensioni tra i dimostranti e lo stesso Trump orchestrato da quella parte di intelligence USA e della NATO a lui ostile. Come sembrano confermare anche le altre molteplici connessioni assai sospette.

 

In un precedente articolo sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia abbiamo visto alcuni collegamenti con la società di consulenza americana McKinsey evidenziando il suo ruolo nellla formazione del management della CIA e i suoi cospicui finanziamenti ricevuti dalla fondazione Bill Gates, principale donors di Obama e del Partito Democratico americano.

Poi scrivemmo di un ex direttore CIA di area Dem che ringraziò pubblicamente il Deep State per l’UkraineGate, costato una procedura di Impeachment contro Trump, e pertanto confermò implicitamente l’esistenza di questo occulto potentato di finanza, massoneria e intelligence militare.

 

4 – GLI ANTIFA ARMATI COME I MILIZIANI CANVAS-CIA

Il procuratore del Minnesota Ellison si è trovato in grande imbarazzo perchè il figlio su Twitter ha sostenuto apertamente proprio l’azione degli Antifa, confermando pertanto il loro ruolo negli atti vandalici e negli scontri con la polizia che invece i media di sinistra americani (The Nation) avrebbero smentito grazie a fonti FBI.

«Siamo di fronte a un atto di terrorismo domestico. Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifa» ha dichiarato Trump affermando di essere intenzionato a dichiarare organizzazione terroristica questo gruppo di estremisti di sinistra che si è guadagnato un’ampia descrizione, quasi un incensamento, da parte del principale quotidiano italiano.

«Gli Antifa si si vestono principalmente di nero, spesso hanno il volto coperto, non amano le forze di polizia — che ritengono un simbolo autoritario — e vengono da diversi background politici: sinistra radicale, gruppi anarchici e anche Black Bloc, gruppo che negli Stati Uniti emerse a Seattle nel 1999, durante le proteste contro la conferenza dell’Organizzazione mondiale del Commercio. Oggi si battono contro i leader autoritari, l’omofobia, il razzismo e la xenofobia, a volta unendosi ad altri gruppi come Black Lives Matter o Occupy, ma soltanto per le cause comuni. Non rifiutano l’uso della violenza perché credono che, se i gruppi razzisti o fascisti venissero lasciati liberi di organizzarsi, ne deriverebbe comunque violenza contro le comunità più emarginate» scrive il Corriere senza osare la minima censura di tali crimini.

 

Una milizia Antifa di Portland in assetto da guerra

 

Il primo gruppo ad adottare il nome è stato nel 2007 il Rose City Antifa di Portland, Oregon. Infatti nel Nordovest degli Stati Uniti il movimento è molto attivo, anche negli stadi di calcio. Proprio da Portland arriva il racconto del giornalista indipendente Andy Ngo che, come riporta Fox News, ha documentato attacchi degli Antifa a giornalisti, poliziotti ma persino ad altri estremisti di sinistra.

«Lo scorso giugno, lo stesso Ngo è stato attaccato dall’antifa mentre copriva il loro confronto con il gruppo Proud Boys di estrema destra e ha subito una lesione cerebrale» scrive il network americano

«Durante gli eventi di oggi, sono stati segnalati molteplici attacchi, così come proiettili lanciati contro manifestanti e agenti – riferì la polizia dopo l’infortunio di Ngo – Ci sono state anche segnalazioni di spray al peperoncino e spray per orsi utilizzati da persone in mezzo alla folla. Sono stati segnalati casi di individui che lanciavano “frappè “con una sostanza miscelata che era simile a un cemento ad asciugatura rapida. Un soggetto è stato arrestato».

«Oltre al teppismo di strada che vediamo continuamente nelle strade d’America, questo movimento ha anche un’ideologia politica che si sta agitando per una violenta rivoluzione politica» ha aggiunto Ngo.

Questa finalità ben evidenziata in slogan e scritte degli attivisti, la guerriglia urbana in tute da Black-Bloc, i volti nascosti da caschi simili a quelli dei militari, lo stemma con la doppia bandiera impresso su t-shirt e altri gadget rivenduti su internet, i metodi di offesa sofisticati e ingegnosi, l’utilizzo del fuoco come arma, la graduale escalation delle violenze ricordano tutte le metodologie di un’altra organizzazione internazionale combattente.

Ci riferiamo agli attivisti di Belgrado del pugno chiuso “Otpor” che nascondendosi sotto la denominazione pacifica di CANVAS (Centro per le azioni e le strategie non violente applicate) hanno fomentato la rivoluzione dei Cedri in Libano, quella delle Rose in Georgia, quella degli Ombrelli ad Hong Kong e quella Arancione proprio in Ucraina, come da loro stessi pubblicizzato sul sito ufficiale nonostante il sangue versato.

 

Nei reportages inerenti le recenti rivoluzioni in Libano e Iraq e gli scontri violenti in Cina abbiamo ripercorso le loro azioni che si ritiene siano state supportate dalla CIA fin dalle manifestazioni in Serbia contro Slobodan Milosevic per una guerriglia più energetica che etnica e democratica, finalizzata al blocco (riuscito) del gasdotto SouthStream che avrebbe collegato i giacimenti della Russia alla Bulgaria, ai Balcani e all’Italia mettendo in crisi il commercio del GNL (gas naturale liquefatto), più costoso perché esportato in Europa dagli Usa con le navi cisterna.

 

5 – RAPPORTO FBI: ANTIFA COMPLICI DEI TERRORISTI ISIS

Tra i sostenitori di CANVAS c’è sempre stata l’agenzia governativa americana USAID, considerata il braccio finanziario della CIA per le missioni di regime-change all’estero. E’ pertanto evidente che nell’ottica di una lotta intestina nell’intelligence USA e NATO alcuni agenti ostili all’amministrazione Trump possano aver replicato le strategie già utilizzate all’estero nella loro stessa nazione, come sostiene anche il sito investigativo GreatGameIndia citando un interessantissima inchiesta FBI.

USAID è una delle agenzie che ha finanziato i ribelli siriani nella guerra civile contro il presidente Bashar Al Assad che, come dimostrato da un documento esclusivo pubblicato da Gospa News, era stata pianificata dalla CIA contro suo padre fin dal 1983.

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 90 Terroristi qaedisti di Al Nusra a Idlib in una tenda con il marchio Usaid (United States Agency fort International Development), l’agenzia governativa americana per la lottà alla povertà globale e il rafforzamento delle democrazie nei paesi del terzo mondo

Altre nostre inchieste sui gruppi jihadisti collegati con ISIS e Al Qaeda hanno rivelato gli stretti collegamenti con l’intelligence MIT della Turchia (paese Nato) e con la CIA che ha fornito agli estremisti islamici radicali i potenti razzi anti-carro TOW.

In questo contesto diventa illuminante la rivelazione fatta da Edward Klein, ex redattore capo del New York Times Magazine nel suo ultimo libro All Out War, in relazione a un’indagine dell’FBI che ha scoperto la collusione degli anarchici americani con ISIS e Al-Qaeda.

 

«Esistono prove schiaccianti dell’esistenza di legami crescenti tra i radicali statunitensi e lo Stato islamico, così come diversi gruppi [ISIS] e gruppi di frammenti. Ora che l’ufficio ha stabilito di avere seguaci nel movimento di resistenza radicale degli Stati Uniti negli Stati Uniti, è chiaro che ci saranno ulteriori violenze negli attacchi alle forze dell’ordine e alle istituzioni statunitensi, comprese le banche» ha affermato il rapporto sul campo dell’FBI, che era consegnato al Direttore Operativo Andrew McCabe l’11 luglio 2017 e pubblicato per la prima volta nel libro All Out War».

La scoperta avvenne quando il Federal Bureau of Investigation inviò una task force in Germania per monitorare i gruppi radicali partiti dagli Usa per andare a protestare contro la partecipazione del presidente Trump al vertice del G20 del 2017.

«È stato dimostrato che tre leader chiave di un gruppo di Oakland si sono incontrati ad Amburgo con un capo di Al Qaeda. I terroristi stranieri stavano aiutando Antifa ad acquisire le armi che cercavano, principalmente attrezzature per la fabbricazione di bombe e sostanze chimiche e gas tossici» aggiunge GreatGameIndia, tra i pochi media del mondo ad aver fatto molteplici reportages sulla teoria del virus SARS-CoV-2 costruito in laboratorio come Gospa News.

 

Il collegamento con gli estremisti musulmani di confessione Sunnita non desta stupore proprio in relazione alla rete dei collegamenti degli attivisti CANVAS. Basti pensare che nella loro Rivoluzione dei Cedri del 2005 in Libano un ruolo chiave lo ebbe Eli Khoury, un esperto di comunicazione e marketing che prima delle proteste lavorò per un gruppo pubblicitario mondiale negli Usa e dopo divenne CEO della filiale Omnicom Media Group MENA (Medio Oriente e Nord Africa) di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

Koury fece parte della cellula decisionale delle proteste insieme a Samir Kassir, il giornalista assassinato a Beirut nel 2005 che fondò il Movimento della Sinistra Democratica (MGD) nel 2004, nello stesso anno in cui nacque il Partito Democratico Europeo, che vide tra i fondatori l’italiano Francesco Rutelli, strettissimo alleato di Hillary Clinton, come il suo allievo Matteo Renzi, segretario del PD nato nel 2007, lo fu poi di Barack Obama. Dall’Ucraina al Libano affiorano sempre le impronte dei Dem dietro i golpe…

 

6 – IL SUPPORTO DI CANVAS E SOROS A BLACK LIVES MATTER

L’interessamento alle proteste negli USA del centro CANVAS giunge dal suo stesso sito ufficiale che dedica ampio spazio alla faziosa ricostruzione degli eventi. «Dopo che un video di un ufficiale di polizia che ha ucciso un uomo disarmato afroamericano è emerso online, i manifestanti di Black Lives Matter sono scesi in strada chiedendo giustizia per il deceduto» si legge.

«Le proteste sono state inizialmente pacifiche fino a quando la polizia non ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla; ci sono state anche segnalazioni di poliziotti che sparavano proiettili di gomma contro i manifestanti. Le proteste si sono evolute in rivolte; gli edifici vengono incendiati, compresi i distretti della polizia, e i negozi vengono saccheggiati. I disordini sono seguiti per quattro giorni e non mostrano segni di rallentamento».

Il supporto al BLM è talmente palese da indurre a ritenere che anch’esso stato addestrato dagli attivisti Otpor per l’ennesima coincidenza sospetta che chiude l’anello di un apparente cospirazione. Uno dei principali finanziatori dei Black Lives Matter è lo stesso che ha sostenuto CANVAS nel golpe denominato PORA (E’ ora!) in Ucraina: George Soros.

 

Gospa News ha svelato in esclusiva la storia di uno dei reporter che guidò la Rivoluzione Arancione a Kiev: un afghano sunnita che lavorò per la tv di Kiev finanziata dalle ambasciate di Usa, Regno Unito e Paesi Bassi e dall’Open Society di Soros prima di diventare parlamentare e quindi vicedirettore dell’industria nazionale di armi dell’Ucraina.

«L’investitore miliardario George Soros ha donato milioni di dollari a Black Lives Matter attraverso la sua Open Society Foundation, secondo il Washington Times» riportava FoxNews nel dicembre 2017 quando il movimento per la propaganda afro-americana aveva già assunto importanti dimensioni anche grazie al sostegno della Democracy Alliance, fondata nel 2005 dallo stesso finanziere di origini ungheresi insieme ad altri importanti donatori per costruire un’infrastruttura permanente per le cause liberali: donazione minima annua di almeno $ 200.000.

 

Il summit tra esponenti di DA e BLM si tenne a Washington nel novembre 2015 come sostenuto dal giornale specialistico Politico. «I principali donatori non sono in genere radicali o conflittuali come gli attivisti più in contatto con il dolore dell’oppressione» affermò Steve Phillips, membro di Democracy Alliance e significativo collaboratore di candidati democratici. Lui per primo fece una donazione al gruppo no profit di St. Louis chiamato Organizzazione per la Lotta Nera per aiutarlo a organizzare le proteste del 2014 legate a BLM a Ferguson, nel Missouri, per l’uccisione della polizia di un adolescente nero di nome Michael Brown.

 

E’ certamente curioso notare che tale organizzazione antagonista in difesa delle persone di colore sia nata proprio durante l’amministrazione Obama, il primo presidente afro-americano della storia USA. Alcuni degli stessi Democratici e di importanti donatori erano persino «diffidenti nei confronti del finanziamento di un movimento noto per tattiche aggressive» riferì Politico.

Ma poi Hillary Clinton fu sconfitta da Donald Trump alle presidenziali del 2016 e da allora sono scattati piani di aggressione sistematica alla Casa Bianca con RussiaGate, UkraineGate e infine la pandemia della violenza dopo quella altrettanto ben congegnata del coronavirus.

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