http://osservatorioglobalizzazione.it/ 5 maggio 2020
Il braccio di ferro sul Covid-19: verso una nuova Guerra Fredda? BY Salvatore Santoru
L’attuale emergenza del Coronavirus è stata contraddistinta, notoriamente, dall’inasprimento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Cina. Tale ‘inasprimento’ è da ricollegarsi, d’altronde, al contesto della ‘Nuova Guerra Fredda’ che sta interessando le due potenze mondiali. A tal riguardo, bisogna dire che tale ‘conflitto indiretto’ si manifesta su diversi livelli: economico/commerciali, geopolitici e attualmente sopratutto comunicativi/mediatici. Quest’ultimo aspetto è evidente nell’ambito della ‘guerra dell’informazione’ che si starebbe svolgendo in questi mesi e che, in linea di massima, avrebbe come ‘punto focale’ la ricerca della ‘vera origine’ del virus. Le tesi alternative sull’origine del Covid-19 Com’è noto, secondo la versione diciamo ‘ufficiale’ e ritenuta più attendibile, il virus è molto probabilmente di origine naturale e sarebbe nato in un ‘wet market’ di Wuhan(1). Tuttavia, c’è da ricordare che non si ha la prova definitiva di ciò ed è doveroso segnalare che esistono numerose tesi alternative. Tali tesi sono diffuse da una parte rilevante della controinformazione e, inoltre, esistono numerose teorie della cospirazione che sostengono un’ipotetica origine ‘artificiale’ del Covid. Compito di questo scritto non è ovviamente quello di dare un giudizio sulla validità o meno di tali interpretazioni ma, sic et simpliciter, citarle per finalità e dovere d’informazione. Detto questo e ritornando al succo del discorso, c’è da dire che le ‘versioni alternative’ sono diversificate ma ovviamente concordano sulla presunta ‘origine non naturale’ del virus. Entrando maggiormente nello specifico, esistono tesi che ritengono che il Coronavirus sia ‘scappato’ per errore dal laboratorio di virologia di Wuhan mentre altre ritengono che sia stato appositamente creato e altre ancora che sostengono si tratti di una sorta di ‘arma batteriologica’. Passando ai fatti certi, sino ad ora non esistono prove della validità di queste ‘teorie alternative’ ma ciò che è sicuro è che la stessa versione ufficiale abbia presentato delle falle. Difatti, tanto per dire, sia in Cina che in altri paesi i casi di Covid-19 erano presenti ben prima di gennaio 2020(2) e, stando ad uno studio scientifico effettuato dal genetista Peter Forster(3), vi sarebbero stati casi già a settembre 2019 nel sud della Cina e non a Wuhan(4). Il governo statunitense e la tesi del virus creato in laboratorio Come già ricordato, una delle principali ‘versioni alternative’ sull’origine del Coronavirus è quella che sostiene che il Covid sia nato nel laboratorio di virologia della città dell’Hubei. Tale teoria è nata a gennaio del 2020 e, ultimamente, è stata ripresa anche dalla destra filo-governativa statunitense e da alcuni importanti membri dell’amministrazione Trump. D’altronde, lo stesso attuale presidente degli States non è mai stato troppo convinto dell’origine totalmente ‘naturale’ del virus e pochi giorni fa aveva annunciato che anche l’intelligence stava indagando sull’origine del Covid-19(5). Tuttavia, gli stessi servizi segreti statunitensi hanno riportato l’inesistenza di prove a sostegno della teoria del laboratorio ma, comunque, hanno ribadito di voler continuare ad indagare. Inoltre, proprio pochi giorni fa la tesi del laboratorio è stata fatta proprio dal segretario di Stato degli USA, ovverosia Mike Pompeo. Stando a quanto riportano i media(6), Pompeo sarebbe convinto che il Coronavirus sarebbe nato nel laboratorio di Wuhan e che, allo stesso tempo, il governo cinese avrebbe insabbiato e distrutto le prove. Le affermazioni di Pompeo sono state accolte favorevolmente da una consistente parte della destra trumpiana e conservatrice statunitense mentre, al contrario, sono state criticate dai dem e dagli opinionisti che ritengono che esse siano legate ad una ‘strategia elettoralistica’. La reazione cinese e la tesi della guerra batteriologica Le affermazioni di Pompeo sono state contestate dai media e dalle autorità cinesi. Secondo il “Global Times“, tabloid legato alla testata ufficiale del PCC “Renmin Ribao“, il segretario di Stato statunitense dovrebbe mostrare le prove delle sue dichiarazioni(7). Inoltre, lo stesso tabloid ha ritenuto le affermazioni di Mike Pompeo come un “bluff”(7). Tali battibecchi e scontri diplomatici, come riportato da “Investire Oggi“, potrebbero costituire i sintomi della “Fase 2 del riassetto delle relazioni commerciali Usa-Cina”(8). Comunque sia, non è improbabile che lo stesso governo cinese potrebbe “riportare in àuge” la teoria che sostiene che il Coronavirus sarebbe stato modificato o creato come una sorta di ‘arma batteriologica’ da parte dell’esercito statunitense(9). A tal riguardo, c’è da dire che a marzo tale tesi era stata ripresa dal portavoce e vicedirettore dell’informazione del ministero degli esteri, ovvero sia Zhao Lijian(10). Sempre a proposito di questa teoria, bisogna ribadire che essa è sostenuta anche e sopratutto da alcuni vertici militari iraniani. Comunque sia, ciò che ora risulta veramente chiaro è che l’utilizzo di tali tesi sarà probabilmente più imponente nelle prossime settimane e che, d’altronde, l’utilizzo della ‘guerra dell’informazione’ è diventato sempre più fondamentale nell’ambito dell’attuale ‘Nuova Guerra Fredda’. NOTE (1) https://www.nationalgeographic.com/animals/2020/04/coronavirus-linked-to-chinese-wet-markets/ (3) https://www.informazioneconsapevole.com/2020/04/coronavirus-un-nuovo-studio-rivela-si-e.html (5) https://www.agi.it/estero/news/2020-04-30/coronavirus-intelligence-usa-wuhan-8486915/ (6) https://www.ilmessaggero.it/video/mondo/wuhan_virus_labopratorio_pompeo_cosa_ha_detto-5207193.html (10) https://www.nytimes.com/2020/03/13/world/asia/coronavirus-china-conspiracy-theory.html
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