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27 Marzo 2020 

 

MATTARELLA: PERCHÈ MI DIMETTO

di Daniele Barbieri

 

Per una incredibile serie di circostanze (*) la “bottega” ha trovato, abbandonata in strada, la borsa di Sergio Mattarella con dentro gli appunti per il suo discorso d’addio. Li pubblichiamo, con un misto di stupore e di strana felicità.

 

Care italiane e cari italiani

ho chiesto – per l’ultima volta – di potermi rivolgere con un messaggio a voi attraverso le tv. Voglio annunciarvi che appena l’emergenza corona virus sarà conclusa (o comunque il governo deciderà in questo senso) rassegnerò subito le dimissioni.

Perchè? Contrariamente al mio solito, vado subito al sodo. Il motivo è terribilmente semplice: sono schifato.

Di fronte alla tragedia mondiale del corona virus ho sinceramente pensato e sperato che la frase «nulla sarà più come prima» stavolta fosse sincera. Invece no. Chi è attento al

reale – e non al fumo – avrà visto

Ritratto dell’Innominato di Fancesco Hayez

 

che nei Palazzi e nei media tutto è identico: nessun dubbio, dolore, pentimento…

Allora ho riflettutto e credo giusto dirvi che passo dall’altra parte.

Molti, sopratttutto nei Palazzi, diranno che sono impazzito. Può darsi, dipende dai punti di vista.

Altre persone penserannno, con sconcerto o con cattiveria, “ma come il vecchio presidente si accorge solo adesso dello schifo?”. E io, da buon lettore del vecchio Manzoni, vi  cito quel che accadde all’Innominato: «si trovò ingolfato nell’esame di tutta la sua vita». E’ così: in queste drammatiche settimane, ormai mesi, mi sono «ingolfato» nell’esame della mia vita (su questo però nulla vi dirò stasera) e di quello che sta accadendo nel mondo.

Sempre più chiaramente, in fretta, drammaticamente la nostra Madre Terra affronta 4 catastrofi insieme.

La prima è quella sanitaria ed ecologica, strettamente connesse.

La seconda è il crescere delle guerre, addirittura il ritorno alle armi nucleari. E con le spese militari così alte da impedire di affrontare ogni altra questione.

Terza catastrofe è lo smantellamento dei diritti, così duramente conquistati, in gran parte del mondo. Con due punte particolarmente drammatiche: la riduzione di molti lavoratori e lavoratrici in nuove (o vecchie) forme di schiavitù; e la violenta offensiva del patriarcato contro le donne.

La quarta catastrofe richiederebbe lunghe analisi ma si può racchiudere in 6 parole: «troppe persone stanno smettendo di ragionare».

Mi ero promesso di essere breve e così sarà.

Ho detto che «passo dall’altra parte». Significa che darò una mano (sono anziano purtroppo ma la volontà è forte) a qualcuna delle tante belle persone che ho incontrato in questi anni: Alex Zanotelli e Greta Thunberg per dirne due note ma ce ne sono davvero tantissime altre delle quali non si parla mai.

Non rilascerò interviste, non scriverò libri.

Vi saluto per una volta senza retorica.

Buona vita a tutte e tutti voi. Impegniamoci insieme a salvare il pianeta.

(*) Questo post appartiene a «Il cuscino della notte», una vecchia, piccola tradizione del blog-bottega che state leggendo. Le persone più assidue hanno già incrociato qui Carlo Giovanardi redento e un leghista pentito, le borracce e Mary “Starr” Gelmini, il discorso più importante di Pio Laghi, un articolo di Marie Laveau, persino Lorella la più amata alle prese con santa CONAD, le ultime righe del discorso di Giuseppe Conte… o altri materiali che appartengono (e apertamente lo dichiarano onde evitare equivoci) a un genere molto particolare: missive e articoli MAI scritti, dichiarazioni che persone “in vista” NON hanno pronunciato o pensato, cronache di avvenimenti GIAMMAI accaduti, sogni altrui e abusivi, recensioni di libri IMPOSSIBILI (un genere in cui anche Umberto Eco si dilettò). La totale inattendibilità è ammessa in partenza almeno nei confronti di questo contingente universo dove attualmente abitiamo. Siamo nel “cuscino della notte” (dove si aggirano desideri e incubi), nella terra degli Elfi o – se vi piace la fantascienza – in universi paralleli. Una celebre rubrica della «Settimana enigmistica» si intitola: “Vero o falso?”. Ma una prospettiva simile appare pedante e limitata. Infatti in compagnia di bugie e verità esistono anche il verosimile e suo zio il paradosso; il silenzio che confessa e il desiderio che nuota controcorrente; sberleffi e infinite strade da esplorare. Altri mondi sono possibili.

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