Fonte: https://www.youtube.com/channel/

Il Decimo Toro 

del 07 Luglio 2020

 

https://youtu.be/i6hbpI7ChwA

 


http://www.accademianuovaitalia.it/

06 Luglio 2020

 

A chi rivolgersi, ora che tutto sta franando?

di Francesco Lamendola

 

A chi rivolgersi ora che tutto sta franando? E' una rivoluzione epocale: stiamo assistendo alla fine di ogni certezza e siamo sospinti deliberatamente secondo "Un disegno preciso" verso i lidi dell’angoscia e della disperazione

 

A noi è toccato in sorte di vivere in uno di quei momenti storici nei quali la faccia del mondo cambia, drammaticamente e velocissimamente, e quasi di colpo nulla è più com’era prima, e nulla sarà più come l’avevamo conosciuto. Possiamo paragonarlo alla fine della civiltà antica, ma il paragone è forse approssimato per difetto. Allora c’era il collasso di un sistema economico, politico, giuridico; c’erano le invasioni barbariche che gli storici tedeschi chiamano, con maggior precisione, migrazioni di popoli (Völkerwanderung) e che condussero, in molti casi, a delle sostituzioni di tipo etnico; c’era la dissoluzione delle vecchie religioni e la progressiva affermazione di una nuova, venuta da Oriente, estranea alla cultura greco-romana. Per ciascuno di questi fattori si può trovare l’analogia, anzi un preciso parallelismo, con altrettanti fattori caratterizzanti il momento storico attuale. Anche noi stiamo assistendo al collasso di un sistema politico, economico e giuridico; anche noi stiamo vivendo il fenomeno delle invasioni/migrazioni, con relativa sostituzione di popoli; e anche noi constatiamo la dissoluzione delle vecchie forme religiose e il progressivo delinearsi di una fede nuova, venuta dall’esterno e totalmente estranea alla nostra cultura e alla nostra tradizione. E tuttavia, se notevoli sono i punti di somiglianza, ancora più grandi sono le differenze. Noi non stiamo assistendo all’implosione di un sistema politico, economico e giuridico, ma all’implosione del sistema: poiché il sistema attuale ha assunto dimensioni e caratteristiche planetarie e totalizzanti, escludendo e/o distruggendo ogni possibile alternativa, quindi non esiste un piano B, non c’è alcuna strategia di riserva e perciò si delinea una situazione di vuoto, ossia di totale disorganizzazione ed anarchia.

 

A chi rivolgersi ora che tutto sta franando? Il cancro dell’odio di noi stessi è penetrato a fondo nel nostro organismo sociale, ha pervertito la nostra cultura e ci sta togliendo ogni speranza nel futuro!

 

Le odierne invasioni barbariche provengono da aree geografiche e culturali che non hanno niente a che fare con la nostra civiltà e che non sono affatto interessate ad integrarsi, o a raccogliere il testimone che sta scivolando dalle nostre deboli mani, come avvenne fra germani e romani nel V secolo dopo Cristo. Il problema è che non si tratta di popoli, ma di individui isolati, molto numerosi ma con un solo elemento comune, l’islam; per il resto, si tratta di soggetti provenienti da una cultura lontanissima dalla nostra e assolutamente incompatibile con essa, oltretutto provenienti da società disgregate, private della loro identità, per cui la sola cosa che recano con sé tutti questi giovani maschi, senza bambini né donne al seguito, è un individualismo esasperato e una feroce volontà di auto-affermazione, a qualsiasi costo, senza più alcun modello di solidarietà sociale e alcun codice  morale di riferimento, neanche di tipo familiare o tribale. In altre parole, sono atomi che non potranno mai aggregarsi, intimamente asociali, costituzionalmente parassitari, bramosi di sfruttare un po’ di benessere ovunque si trovi, ma incapaci e peraltro indisponibili a dare un contributo positivo, a investire in professionalità e risparmio, a fare qualsiasi cosa che non rientri nel proprio utile più immediato e primitivo. I germani che invasero l’Impero romano erano, al contrario, gente di buona razza: una volta calmati i bollori della conquista, erano pronti a divenire gli eredi e i continuatori di quella civiltà che li aveva accolti e che essi avevano sempre guardato con rispetto, pur combattendola per guadagnarsi il loro posto al sole. E quando si fusero con gli abitanti delle province, in Gallia, in Italia, in Spagna, il risultato fu positivo: portarono sangue fresco e giovane nelle vene di popolazioni stanche e decadenti. Quanto alla religione, allora il cristianesimo si impose sulle altre religioni per la sua intrinseca superiorità teologica e morale: tanto è vero che si affermò praticamente nel vuoto, in quanto la gente non aveva più alcuna relazione profonda e vitale con i vecchi dei, mentre in esso trovò la sorgente cui attingere l’energia necessaria ad affrontare i tremendi sconvolgimenti in corso. Ma oggi, quale sarebbe la nuova religione che avanza e che ambisce a sostituire, svuotandole dall’interno, tutte le altre, cristianesimo compreso? Da quel che è dato capire, un orribile culto, con tratti fortemente gnostici e liturgie sataniche, dell’uomo stesso: ma non dell’uomo in generale, bensì di pochissimi uomini, i Padroni Universali, cioè i signori della grande finanza, che vorranno farsi adorare da sette miliardi e mezzo di goyim.

 

Il momento storico attuale? E' una rivoluzione epocale: stiamo assistendo alla fine di ogni certezza e siamo sospinti deliberatamente secondo "Un disegno preciso" verso i lidi dell’angoscia e della disperazione!

 

È tutto un mondo, il nostro mondo, che ci sta franando addosso, con una velocità ogni giorno crescente: sicché in pochi anni abbiamo visto sparire le cose più care, quelle che sembravano più certe, travolte da un mare fangoso di nuove parole d’ordine, di slogan dal suono ambiguo, di verità  a senso unico, che non hanno più la pienezza delle antiche, non rasserenano l‘anima, non fortificano la volontà, ma provocano smarrimento, confusione, amarezza. Stiamo assistendo alla fine di ogni certezza, anche delle più basilari, e veniamo sospinti deliberatamente, diabolicamente, secondo un disegno preciso, verso i lidi dell’angoscia e della disperazione. Non si deve confondere la causa con l’effetto; la crisi economica che stiamo vivendo non è che il colpo di grazia inferto alla nostra società e al nostro sistema di vita, ma essa non avrebbe la forza devastante di metterci a terra se noi non fossimo già moralmente e spiritualmente indeboliti, frastornati, annichiliti.

Ecco ad esempio cosa scriveva nel suo testamento spirituale lo storico Dominique Venner, intellettuale di grande valore della Nouvelle droite e autore di una ventina di libri, puntualmente ignorati dalla critica che conta, tutta di sinistra, il quale il 21 maggio 2013, poco dopo che la legislazione francese aveva accolto il cosiddetto matrimonio omosessuale, si tolse la vita nella cattedrale di Notre-Dame, sparandosi un colpo di pistola alla tempia:

Io mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze assopite. Mi ribello contro la fatalità del destino. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che stanno distruggendo i nostri ancoraggi identitari, prima su tutti la famiglia, intimo fondamento della nostra civiltà millenaria. Mentre difendo l’identità di tutti i popoli a casa propria, mi ribello nel contempo contro il crimine che mira alla sostituzione dei nostri popoli.

 

Un disegno preciso? È tutto un mondo, il nostro mondo, che ci sta franando addosso, con una velocità ogni giorno crescente: sono stati stritolati e annientati i fondamenti stessi dello stato di diritto e della morale tradizionale. L’ultimo colpo di maglio, è questione di giorni, sta per abbattersi sulla’idea stessa di famiglia, con l’approvazione della legge Zan-Scalfarotto, che aprirà la strada alla persecuzione penale della libertà di pensiero!

 

La lettera è ancora più struggente ed eloquente nella lingua originale, quella di Molière, di La Fontaine, di Chateaubriand, di Victor Hugo e di Paul Claudel:

Je me donne la mort afin de réveiller les consciences assoupies. Je m’insurge contre la fatalité. Je m’insurge contre les poisons de l’âme et contre les désirs individuels envahissants qui détruisent nos ancrages identitaires et notamment la famille, socle intime de notre civilisation multimillénaire. Alors que je défends l’identité de tous les peuples chez eux, je m’insurge aussi contre le crime visant au remplacement de nos populations.

 

Perché se i sindacati e la chiesa trovano esser cosa buona e giusta adoperarsi per favorire l’invasione e la sostituzione della nostra popolazione, mentre non li si vede sfoggiare altrettanto zelo quando si tratta di sovvenire ai bisogni degli italiani?

 

Il suo gesto – il gesto di un padre di cinque figli – voleva esprimere il profondissimo disagio delle persone normali nei confronti di una società che, dietro il pretesto di una difesa dei “più deboli”, in realtà colpisce al cuore la famiglia naturale, aperta alla vita, sostituendole il modello aberrante di una vera e propria contro-famiglia, che pretende la genitorialità pur rifiutando la procreazione; e allo stesso tempo per una invasione mascherata da accoglienza di popolazioni totalmente estranee e, quel che più conta, refrattarie a qualsiasi integrazione, proprio perché animate da disprezzo e senso di superiorità nei confronti della società ospitante. Del resto, perché mai dovrebbero sforzarsi d’integrarsi, se la società ospitante fa di tutto, ma proprio di tutto, perché conservino tutti i loro usi e le loro tradizioni e rifiutino ogni compromesso con la patria adottiva? Si pensi, tanto per fare un esempio fra mille, all’arcivescovo Zuppi si offre di servire dei tortellini senza carne di maiale agli islamici di Bologna, per favorire la loro partecipazione alla festa del santo patrono. Allora il gesto di Dominique Venner – sono trascorsi sette anni, da poco Benedetto XVI era stato forzato alle dimissioni, e il falso papa Bergoglio eletto al suo posto, al preciso scopo di distruggere quel che restava della Chiesa cattolica e dei suoi valori morali – apparve, e in effetti era, condannabile in quanto auto-distruttivo, oltre che eccessivo, se non addirittura delirante; oggi, tuttavia, non appare più tanto sproporzionata la preoccupazione che lo aveva originato, e ciò si mostra con sempre maggiore evidenza. Nel caso dell’Italia, nel giro di pochi mesi, anzi di poche settimane, si è assistito a una stretta finale impressionante, nella quale sono stati stritolati e annientati i fondamenti stessi dello stato di diritto e della morale tradizionale, e ciò mentre viene tacitamente tollerata, favorita e approvata quella stessa invasione afro-islamica che già ha pressoché fatto sparire per sempre la nazione francese così come la conoscevamo. L’ultimo colpo di maglio, è questione di giorni, sta per abbattersi sulla’idea stessa di famiglia, con l’approvazione della legge Zan-Scalfarotto, che aprirà la strada alla persecuzione penale della libertà di pensiero e metterà il bavaglio alla maggioranza degli italiani su un tema tanto sensibile, a beneficio di quella minoranza ultraprogressista, radicale e libertina, che già la tiene prigioniera, a dispetto di ogni risultato elettorale e nel più totale disprezzo della Costituzione.

 

 Perchè pagare le tasse? Gl’invasori africani hanno il mantenimento gratuito assicurato, pur non essendo cittadini italiani, pur non pagando le tasse e pur non osservando le leggi; hanno quindi paradossalmente maggiori diritti degli italiani che le tasse, crisi o non crisi, Covid o non Covid, le devono pagare! 

 

Del resto, ormai da mesi i cittadini sono stati privati della libertà di uscire di casa e, in molti casi, di poter lavorare e guadagnarsi da vivere, mentre per gl’invasori africani il mantenimento gratuito è assicurato, comprese le spese legali per appurare il loro diritto d’asilo, che poi risulta inesistente nel 95% dei casi, il che non fa scattare l’immediata espulsione perché costoro possono ricorrere in appello e  tirare in lungo le pratiche, con il sostegno dei sindacati e della chiesa, e mal che vada darsi uccel di bosco e ingrossare le file dei criminali e degli spacciatori che già formano un vero esercito clandestino. Pur non essendo cittadini, non pagando le tasse, non osservando le leggi, hanno tuttavia maggiori diritti dei cittadini italiani che da sempre pagano le tasse e rispettano le leggi. E già da questi fatti si capisce l’entità della tragedia che si è abbattuta sul nostro mondo: perché se i sindacati e la chiesa trovano esser cosa buona e giusta adoperarsi in questo modo per favorire l’invasione e la sostituzione della nostra popolazione e della nostra civiltà, mentre non li si vede sfoggiare altrettanto zelo quando si tratta di sovvenire ai bisogni degli italiani sempre più mortificati e impoveriti, anche dalle scelte criminali del governo, i quali non chiederebbero elemosine o il mantenimento gratuito, come altri fanno senza provare vergogna, ma semplicemente la possibilità di lavorare in pace e guadagnarsi i mezzi per la sopravvivenza, ciò significa che il cancro dell’odio di noi stessi è penetrato a fondo nel nostro organismo sociale, ha pervertito la nostra cultura e ci sta togliendo ogni speranza nel futuro. Che altro pensare, quando si vede un noto personaggio dello spettacolo rientrare in Italia con suo “marito” e con il bambino che hanno comperato da una madre bisognosa, e tante persone lodare il suo gesto e compiacersi di quella bella famiglia che in tal modo si è arricchita d’una prole ottenuta comunque, anche a dispetto delle leggi di natura e del più elementare senso di umana pietà, il quale vieta anche al bruto più insensibile di togliere il figlio alla madre che lo ha generato? E a tutto ciò si aggiunge la prospettiva di non poter più nemmeno esprimere il disagio, e protestare contro simili fatti, perché una legge liberticida ridurrà tutti al silenzio, con la minaccia delle multe, del carcere, del ritiro del passaporto e dei lavori socialmente utili (si fa per dire) presso qualche associazione LGBT. Considerando tutto questo, e la rapidità scioccante con cui si è realizzato, non c’è da disperarsi?

 

I Padroni Universali vogliono farci sentire in colpa per il debito pubblico? la verità è che quel debito l’hanno creato loro, coi meccanismi usurai della finanza speculativa. Dove volgere lo sguardo, dunque, per trovare ragioni di speranza in mezzo a tanto sfacelo? Dove, se non verso quel Dio al quale abbiamo voltato le spalle? 

 

Ebbene, è proprio a questa tentazione che occorre resistere con tutte le proprie forze. Chi odia la nostra civiltà, la nostra famiglia, i nostri valori, la nostra cultura, vorrebbe ottenere proprio questo: che noi cadessimo nella disperazione e magari gli facessimo il favore di auto-eliminarci, o direttamente, come ha fatto il povero Venner, o in maniera più discreta, cadendo in depressione e tirando avanti a forza di ansiolitici e trattamenti psichiatrici. Ma quali trattamenti psichiatrici, dal momento che non è la nostra psiche ad essere malata, ma è la società ad essere impazzita; e che la radice del nostro malessere non è di natura privata, non sta in noi, in qualcosa che abbiamo fatto, ma nelle scelte criminali di altri, che vorrebbero imporci di vivere in un mondo invivibile, la negazione palese di tutto ciò che abbiamo amato e rispettato, a cominciare dalla verità e dalla bellezza? Essi vorrebbero farci sentire in colpa, e precisamente per il fatto di esistere: vorrebbero che fossimo così collaborativi da toglierci di mezzo da noi stessi, perché siamo d’intralcio al progresso, cioè all’instaurazione di quel mondo demoniaco chiamato Nuove Ordine Mondiale. È lo stesso meccanismo con cui i Padroni Universali vogliono farci sentire in colpa per il fatto del debito pubblico: i loro scribacchini e giornalettari prezzolati ci ripetono da trent’anni che il debito è colpa nostra, perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, e ora stiamo indebitando anche i nostri figli e i nipoti prossimi venturi: ma la verità è tutt’altra, e cioè che quel debito l’hanno creato loro, coi meccanismi usurai della finanza speculativa, e non abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, al contrario siamo stati saggi e virtuosi, tanto è vero che abbiamo messo da parte uno dei risparmi privati più consistenti al mondo. Dove volgere lo sguardo, dunque, per trovare ragioni di speranza in mezzo a tanto sfacelo? Dove, se non verso quel Dio al quale abbiamo voltato le spalle?

 

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