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Giovedì 13 Febbraio 2020

 

Coronavirus, 254 morti in un solo giorno in Cina. Usa: «Delusi da numeri falsi»

 

L'epidemia di coronavirus Covid-19 segna numeri da record nel giorno in cui il presidente Xi Jinping decapita i vertici del Partito comunista dell'Hubei e di Wuhan per inefficienze, omissioni e ritardi nella crisi. Sono 254 i morti registrati in Cina che portano il totale a 1.369, in base agli ultimi conteggi della Commissione nazionale sulla salute riferiti alla giornata di mercoledì, con altri 15.152 contagi accertati e saliti nel complesso ad oltre 60 mila. Nella provincia dell'Hubei, il cuore dell'epidemia, i decessi sono balzati a 242 e i nuovi contagi a 14.840: è una brusca impennata dovuta, secondo la versione di Pechino, alle nuove regole di conteggio che includono i «clinicamente diagnosticati», che pesano per 13.332 casi. Le autorità sanitarie hanno motivato la modifica con la necessità di includere gli «asintomatici», in modo da poterli sottoporre a trattamento come per i contagi confermati.

 

Usa: delusi da mancanza trasparenza. 

Gli Stati Uniti sono delusi dalla mancanza di trasparenze della Cina sull'emergenza coronavirus: lo ha detto il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, parlando a margine di un evento a Washington. Una dichiarazione in controtendenza rispetto alle parole di lode finora avute da Donald Trump per Xi Jinping e verso la risposta all'emergenza data da Pechino. «Il presidente Xi aveva promesso al presidente Trump che la Cina sarebbe stata aperta alla cooperazione, anche con l'Onu e l'Oms, e che avrebbe accettato il nostro aiuto. Ma non lo stanno facendo», ha detto.

La mossa è in linea con le direttive della scorsa settimana della Commissione nazionale sulla salute di Pechino, considerando che i test attuali puntano sulla tomografia computerizzata per individuare infezioni invece che sul test RNA finora usato che richiede tempo per i risultati. Il balzo di mercoledì è giunto all'indomani dei numeri più bassi di nuovi casi registrati nelle ultime due settimane, un calo che aveva rilanciato le speranze su una fine dell'epidemia entro aprile. «In realtà non c'è stato nessun gran cambiamento nella diffusione dell'epidemia», ha detto il capo del dipartimento dell'emergenza sanitaria dell'Oms, Michael Ryan, commentando i numeri record provenienti dalla Cina a causa del cambio dei parametri. La città di Huanggang, non lontana da Wuhan, ha annunciato che da domani saranno operative misure ancor più draconiane per evitare di diventare un nuovo focolaio: sigillati i complessi residenziali e circolazione autorizzata solo per alcuni veicoli.

 

L'ira del presidente Xi, prima di tutto segretario generale del Partito comunista, si è abbattuta sui vertici del Partito dell'Hubei e di Wuhan, i funzionari di più alto livello ad essere finora colpiti, a pochi giorni dalla decimazione delle autorità sanitarie e della Croce Rossa locali. Jiang Chaoliang è stato rimosso da capo del partito dell'Hubei, sostituito dal sindaco di Shanghai, Ying Yong, uomo di fiducia del presidente. «Allo stato, la situazione epidemica è ancora molto grave e il compito è molto arduo», ha subito constatato Ying. A Wang Zhonglin è stato invece affidato il partito di Wuhan, al posto di Ma Guoqiang che a fine gennaio, in un'intervista alla tv statale Cctv, ammise i ritardi sul coronavirus. Rimosso anche Zhang Xiaoming da direttore dell'Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao del governo cinese: al suo posto Xia Baolong, ex segretario del Pcc dello Zhejiang, provincia cara a Xi.

 

Un gruppo di ricercatori di Shanghai intanto ha annunciato di aver isolato e identificato il ceppo del coronavirus da un campione di pazienti, mentre il contagio ha continuato a fare breccia in Giappone, che ha registrato la sua prima vittima (una donna ultraottantenne) e l'infezione di due tassisti. Il ministro della Salute nipponico Katsunobu Kato ha inoltre confermato altri 44 casi (218 in tutto) sulla Diamond Princess, nave da crociera in quarantena nella baia di Yokohama, che ha a bordo oltre 3.000 persone tra cui 35 italiani. Un'altra nave da crociera, la MS Westerdam, è riuscita ad attraccare in Cambogia dopo il rifiuto di Thailandia, Giappone, Taiwan, Guam e Filippine avendo a bordo oltre 2.200 persone: i primi 20 test hanno dato esito negativo. Il Vietnam invece ha deciso di mettere in quarantena per 20 giorni un'intera comunità di 10 mila persone vicino ad Hanoi.

http://www.asianews.it/it.html

14/02/2020

 

Coronavirus, altri 5.093 contagi e 121 morti 

 

I casi d’infezione confermati sono 63.932, le vittime 1.381. Dimesse dagli ospedali 6.728 persone guarite. Non esiste ancora una stima concordata di quanti si sono ammalati a Wuhan. Per l'Oms non vi sono stati “aumenti drammatici” nei casi di coronavirus al di fuori della Cina. Il Vietnam isola un villaggio di 10mila abitanti.

 

Il numero dei casi di Covid-19 registrati in Cina è aumentato di 5.093 tra ieri ed oggi. Gli ultimi dati della Commissione sanitaria nazionale affermano che nel Paese si sono verificati altri 121 decessi. Ciò porta i casi d’infezione confermati a 63.932, 10.204 dei quali sono pazienti in condizioni gravi. Al momento, in Cina le vittime del virus sono 1.381; le persone guarite e dimesse dagli ospedali 6.728. Senza fornire spiegazioni, i funzionari cinesi hanno rimosso dal conteggio 1.043 casi, in precedenza confermati. Tra le nuove morti, 116 sono avvenute nell’Hubei, la provincia al centro dell'epidemia. Qui le autorità affermano che 108 decessi conteggiati due volte sono stati rimossi dalle statistiche ufficiali.

In Cina, non esiste ancora una stima concordata di quante persone potrebbero essere state infettate dal virus a Wuhan, capoluogo dell’Hubei dov’è scoppiata l’epidemia. Un documento di ricerca pubblicato nell'archivio di ricerca medica medRxiv suggerisce che il numero di infezioni al 9 febbraio scorso avrebbe potuto ammontare ad una cifra compresa tra le 54mila e le 90mila persone. Nella città ne risiedono 11 milioni. Secondo la pubblicazione, circa 21mila persone sono state infettate dal virus nel resto della provincia di Hubei.

 

Ieri l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato che non vi sono stati “aumenti drammatici” nei casi di coronavirus al di fuori della Cina. Le affermazioni di Mark Ryan, a capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms, sono giunte dopo l’impennata di ieri nel bilancio delle vittime. Questa era dovuta ai cambiamenti apportati dalle autorità cinesi ai metodi di diagnostica; ciò nonostante, i nuovi dati hanno avuto un forte impatto negativo sui mercati.

 

L'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) rileva che la domanda di petrolio quest'anno registrerà il tasso di crescita più lento dal 2011, riflettendo una delle conseguenze economiche più immediate dell'epidemia. L'Aie ha ridotto le previsioni di crescita del 2020 a 825mila barili al giorno dalle precedenti stime di 1,2 milioni, poiché l'emergenza pesa sui consumi cinesi e sull'economia globale.

 

Al di fuori della Cina, i casi di contagio confermati sono arrivati a 505 in 24 Paesi. Le persone morte sono due, una nelle Filippine e l’altra in Giappone. Una delle situazioni più delicate sta avendo luogo in Vietnam, dove le autorità hanno disposto l’isolamento di un villaggio con oltre 10mila residenti per il controllo del coronavirus. S?n Lôi, nel nord del Paese, si trova a circa 40 chilometri a nord-ovest di Hanoi. Il villaggio resterà isolato per 20 giorni, dopo che un recente caso di infezione confermato ha suggerito che nell'area è in corso la trasmissione del virus. Più di 90 persone a S?n Lôi sono sotto la stretta osservazione dei medici dall’altro ieri.

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