Fonte: wsws.org https://comedonchisciotte.org/ 25 Dicembre 2019
Assange testimonia al processo contro la compagnia privata di sicurezza che lo aveva spiato durante la permanenza nell’ambasciata ecuadoriana di Thomas Scripps
Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato trasferito ieri dalla prigione di Belmarsh al Westminster Magistrates Court, dove ha testimoniato in videoconferenza al processo che si svolge in Spagna contro David Morales, fondatore della società di sicurezza UC Global. Morales, un ex ufficiale dell’esercito spagnolo, è accusato di aver spiato Assange nell’ambasciata ecuadoriana ed era stato accusato nel mese di ottobre di violazione della privacy, corruzione e riciclaggio di denaro.
L’audizione si è svolta a porte chiuse. Nessun membro dei media o del pubblico è stato ammesso all’interno dell’aula del tribunale per vedere o ascoltare Assange, in base alla sostanziale motivazione che il procedimento spagnolo contro la UC Global comporta “questioni di sicurezza nazionale.” Questa audizione è avvenuta 24 ore dopo la sua apparizione, sempre in videoconferenza, all’udienza preliminare per la gestione del processo, previsto per il 24 febbraio, sulla domanda di estradizione da parte degli Stati Uniti. Assange è accusato di 17 reati specifici di spionaggio e corre il rischio di essere condannato all’ergastolo per il suo ruolo nella pubblicazione, da parte di WikiLeaks, dei documenti fatti trapelare dall’informatore Chelsea Manning, documenti che avevano messo in luce i crimini di guerra degli USA e vari intrighi diplomatici.
Il caso Morales è molto importante per il tentativo di estradizione statunitense. La UC Global era stata incaricata dal governo ecuadoriano di garantire la sicurezza alla propria ambasciata di Londra, dove Assange aveva chiesto e ottenuto asilo politico nel giugno 2012. Si è poi saputo che, invece di proteggere Assange, la società di Morales aveva monitorato e registrato illegalmente ogni aspetto della sua vita personale, dal 2015 al marzo 2018. Le indagini, pubblicate dal quotidiano spagnolo El Pais e dal quotidiano italiano La Repubblica, hanno portato alla luce prove che lasciano ben pochi dubbi sul fatto che la sorveglianza fosse stata condotta per conto della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti.
Tra le numerose conversazioni che erano state spiate illegalmente c’erano i colloqui riservati tra Assange e i suoi avvocati e con i suoi medici, il che significa che, in queste situazioni, era stato violato il suo fondamentale e legale diritto alla privacy. Gli avvocati britannici di Assange hanno nuovamente chiarito ieri che intendono utilizzare le prove derivanti dal caso UC Global per sostenere la tesi secondo cui la domanda di estradizione dovrebbe essere respinta senza mezzi termini, perché questa è l’ulteriore dimostrazione che [Assange], negli Stati Uniti, non sarà sottoposto ad un processo equo. Un precedente importante era stato stabilito negli anni ’70, quando il caso contro il divulgatore dei Pentagon Papers, Daniel Ellsberg, era stato invalidato proprio dopo la rivelazione che il presidente Richard Nixon aveva ordinato di registrare i colloqui fra Ellsberg e i propri medici.
Si era vista tutta l’importanza del caso UC Global quando le autorità britanniche avevano inizialmente rifiutato di ottemperare all’ordine europeo di indagine (EIO) emesso dal giudice spagnolo José de la Mata, dove si chiedeva che Assange fosse posto in condizione di fornire la propria testimonianza. La sua apparizione di ieri è potuta avvenire solo a causa della considerevole copertura mediatica della denuncia formale da parte di de la Mata. El Pais ha osservato che il passo indietro [dei giudici inglesi] era dovuto al fatto che la posizione della Gran Bretagna è stata “vista come una forma di resistenza ad un’indagine che potrebbe ostacolare l’estradizione di Assange negli Stati Uniti.”
Morales e la UC Global avevano notevolmente migliorato le attrezzature e le procedure di sicurezza presso l’ambasciata ecuadoriana [di Londra] nel 2017, lo stesso anno in cui Trump aveva annunciato un potenziamento delle operazioni di intelligence degli Stati Uniti contro Assange. Questo comprendeva il montaggio di telecamere con dispositivi di registrazione e l’inserimento di microfoni segreti negli spazi dell’ambasciata utilizzati da Assange.
Secondo la giornalista di Repubblica Stefania Maurizi, che ha ottenuto i file che evidenziano le operazioni spionistiche di UC Global, tra quelli registrati c’erano medici, giornalisti, politici e celebrità che avevano visitato Assange. La UC Global aveva raccolto dati completi sull’avvocato londinese di Assange, Jennifer Robinson, e sul capo del suo team legale spagnolo, Baltasar Garzon. Una serie di fotografie viste dalla Maurizi mostrano che Garzon era stato anche pedinato. Il telefono e le chiavette USB della giornalista erano state manomesse.
La Maurizi aveva scritto il 18 novembre: “Niente e nessuno è stato risparmiato. Anche gli incontri più segreti sono stati violati: i video e le riprese audio ottenute da Repubblica mostrano un Julian Assange seminudo durante un controllo medico, l’ambasciatore ecuadoriano Carlos Abad Ortiz e il suo staff durante uno dei loro incontri diplomatici, due degli avvocati di Assange, Gareth Peirce e Aitor Martinez, che entrano nel bagno femminile per una conversazione privata con il loro cliente. Era stato Julian Assange a suggerire di tenere le riunioni legali nel gabinetto delle donne perché sospettava di essere sotto stretta sorveglianza. Gli avvocati l’avevano considerata una forma di paranoia da parte di Assange, e la UC Global li aveva rassicurati su questo punto, ma, in realtà, i microfoni erano stati collocati persino nei bagni femminili.”
Secondo il New York Times, nel capo d’accusa di 61 pagine emesso dal pubblico ministero spagnolo si afferma che le informazioni raccolte nell’ambasciata venivano inviate al quartier generale della UC Global a Jerez de la Frontera, nel sud della Spagna. In un’audizione davanti al giudice José de la Mata, Morales aveva affermato che tutte le registrazioni venivano condotte per conto del servizio segreto ecuadoriano e che il suo operato era noto all’ambasciatore del paese. Aveva dichiarato che “non vi era assolutamente alcuna possibilità di fuga” per le informazioni raccolte all’interno dell’ambasciata. Tuttavia, le testimonianze ricevute da ex dipendenti dell’azienda affermano che Morales si recava una o due volte al mese negli Stati Uniti e portava con sé gli hard disk delle registrazioni. I dipendenti sostengono inoltre che Morales aveva ordinato loro di non rivelare ai funzionari ecuadoriani l’esistenza di questi viaggi. Nel 2015, Morales aveva firmato un contratto con la società di casinò Las Vegas Sands, che, secondo l’accusa, ha funzionato come suo intermediario con la CIA. Il proprietario di Las Vegas Sands è Sheldon Adelson, “uno dei principali finanziatori del Partito Repubblicano ed amico personale di Donald Trump,” secondo El Pais.
Morales, al suo ritorno da un congresso sulla sicurezza a Las Vegas, avrebbe detto ad un suo dipendente: “D’ora in poi, giocheremo in Serie A … Ora stiamo lavorando per il lato oscuro,” specificando che ciò significava lavorare per le agenzie statunitensi. Parlando ieri fuori dal tribunale, l’ex console ecuadoriano a Londra, Fidel Navraez, ha respinto l’affermazione di Morales secondo cui la sorveglianza sarebbe stata condotta per conto delle agenzie ecuadoriane. “Quella società [UC Global] era stata incaricata dall’Ecuador di proteggere l’ambasciata, proteggere Julian Assange, proteggere il personale dell’ambasciata … ma è una società corrotta, ora lo sappiamo,” ha affermato. Lo spionaggio illegale è solo una dei molteplici abusi perpetrati contro Assange dai governi di Stati Uniti, Inghilterra, Svezia, Ecuador e Australia. Giovedì, il team legale di Assange ha sottoposto diversi fascicoli di prove da presentare all’inizio del prossimo anno a sua difesa contro la domanda di estradizione da parte degli Stati Uniti. Queste riguardano la natura palesemente politica delle accuse formulate dal governo degli Stati Uniti in base all’Espionage Act, prove relative a Chelsea Manning, dichiarazioni pubbliche di politici statunitensi contro Assange e WikiLeaks che mettono in dubbio qualsiasi prospettiva di imparzialità, nonché prove relative alla mancanza di un processo equo, alle condizioni carcerarie punitive e al rifiuto di cure mediche.
Parlando con il New York Times, Amy Jeffress, un ex addetto del Dipartimento di Giustizia presso l’ambasciata americana a Londra, ha affermato che il comportamento illegale venuto alla luce nel caso UC Global non sarebbe rilevante per l’estradizione di Assange. Secondo il Times, [Jeffress] ha affermato che “il nocciolo legale della questione è se l’estradizione è conforme alla legge sui diritti umani della Gran Bretagna, che protegge il diritto alla privacy ma che tiene conto anche di altre considerazioni, come la sicurezza nazionale e la lotta alla criminalità.”
Dichiarazioni del genere servono solo a sottolineare l’ostilità all’interno dell’establishment politico per i diritti legali fondamentali e i principi democratici in gioco nel caso di Julian Assange. Assange non ha mai commesso alcun crimine. Nell’interesse pubblico e in collaborazione con i principali quotidiani di tutto il mondo, Wikileaks ha pubblicato documenti trapelati, che hanno rivelato la criminalità dilagante da parte degli Stati Uniti e di altri governi.
L’incessante persecuzione di Assange, ormai al nono anno, inclusa la flagrante violazione dei suoi diritti umani e il monitoraggio di ogni sua parola e di ogni suo movimento mentre avrebbe dovuto essere protetto dall’asilo politico, mira a terrorizzare e indurre al silenzio tutti i giornalisti e i loro possibili informatori.
Thomas Scripps
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