MEMC - Infopal - 14/1/2019 - Il ministero della Sanità palestinese ha riferito che un ragazzino è morto, lunedì all’alba, per le gravi ferite subite l’11 gennaio 2019, dopo che i soldati israeliani gli avevano sparato, nel nord di Gaza. Il ministero della Sanità ha dichiarato che il ragazzino, Abdul-Rauf Ismael Salha, di 14 anni, era stato colpito alla testa durante la Grande Marcia del Ritorno, a est di Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale. Ha aggiunto che Salha era stato ricoverato all’Ospedale Indonesiano, a Beit Lahiya, e in seguito era stato trasferito al Centro medico al-Shifa, nella città di Gaza, a causa della gravità delle sue ferite. L’esercito ha ucciso 257 palestinesi nella Striscia di Gaza, tra cui giornalisti, medici, bambini e donne, da quando è iniziata la Grande Marcia del Ritorno, il 30 marzo 2018.
Ma’an - MEMC - Infopal - 14/1/2019 - Venerdì pomeriggio, le forze israeliane hanno ferito un palestinese durante un presunto tentativo di attacco con il coltello nell’insediamento israeliano illegale di Kiryat Arba, vicino a Hebron, nel sud della Cisgiordania. I media israeliani hanno riferito che i militari hanno aperto il fuoco contro un palestinese che ha tentato di effettuare un attacco con il coltello. Non ci sono stati feriti tra gli israeliani. Il ministero della Sanità palestinese ha identificato il palestinese ferito come Ghazi Skafi, 35 anni. Gli autoctoni hanno riferito a Ma’an di aver sentito dei colpi sparati vicino a Kiryat Arba prima di vedere un palestinese a terra. Il collegamento civile palestinese ha detto che Skafi è stato colpito e ferito all’addome e alle gambe, ed è stato poi trasferito all’ospedale israeliano Shaare Tzedek. Le forze israeliane hanno detenuto decine di palestinesi, molti dei quali minorenni, per “possesso di coltelli”, a seguito di un’ondata di presunti ed effettivi attacchi da parte di palestinesi su piccola scala. Hebron è diventato l’epicentro delle violenze, con diversi palestinesi uccisi mentre venivano trattenuti ai posti di blocco nella’area. Testimoni hanno anche dichiarato che, in diversi casi, sono state le forze di sicurezza israeliane a mettere coltelli vicini ai palestinesi uccisi o imprigionati sostenendo che i soldati si sono auto-difesi durante l’attacco.
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