https://www.huffingtonpost.it/ 03/12/2019
Erdogan provocatore Nato. Il Sultano mina vagante del summit di Londra By Umberto De Giovannangeli
Minaccia il veto sui piani atlantici a difesa di Polonia e Paesi baltici se gli alleati non riconosceranno come terroriste le milizie curdo-siriane Ypg. E sull'acquisto di missili russi Macron lo incalza, Trump quasi lo giustifica
Nato, 70 anni portati male. Celebrati tra polemiche, con in prima linea Emmanuel Macron, dottore che ne diagnostica la “morte cerebrale”; Donald Trump, tycoon di Washington che s’inalbera e continua a battere cassa; Recep Tayyip Erdogan, “sultano” di Ankara sorvegliato speciale che minaccia chiunque tra gli alleati osi sostenere i “terroristi” curdi e continua a mantenere il piede in due scarpe, tra Nato e Russia. Il vertice di Londra non nasce con i migliori auspici. “Penso che sia stato molto offensivo, sono rimasto molto sorpreso, è stato molto irrispettoso” è la dichiarazione con cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump critica le parole di Macron sulla Nato in stato di “morte cerebrale”. Si è trattato di “una dichiarazione molto, molto sgradevole per gli altri 28 Paesi” della Nato, ha aggiunto Trump, prima del bilaterale a Londra con il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg. Se non fosse stato già abbastanza tranchant, il tycoon rincara la dose: “Nessuno più della Francia ha bisogno della Nato e francamente chi ne beneficia meno sono gli Stati Uniti”, è l’opinione di The Donald, che rinnova la sua lamentela sul fatto che Washington paghi un contributo “sproporzionato” all’Alleanza. “Non è giusto trarre vantaggio dalla Nato e trarre vantaggio dal commercio... Non possiamo lasciare che ciò accada” è il mantra, dito puntata contro l’Unione europea. Ci sono invece elogi per Stoltenberg - “un lavoro fantastico” - che spinge perché tutti gli alleati rafforzino la spesa per la difesa, ma Trump sottolinea come questi incrementi trascurino però i mancati pagamenti degli anni passati. Al vertice di Londra l’osservato speciale è Erdogan, che è arrivato al summit facendo la voce grossa. La Turchia bloccherà i piani Nato per la difesa di Polonia e Paesi baltici se gli Alleati non riconosceranno come terroriste le milizie curdo-siriane Ypg, ha annunciato prima della partenza. “Ci riuniremo e parleremo della questione con piacere. Ma se le organizzazioni terroriste contro cui combattiamo non vengono riconosciute dagli amici della Nato come gruppi terroristici, mi dispiace ma saremo contro tutti i passi che verranno intrapresi” nella difesa nei confronti della Russia, ha detto Erdogan, spiegando di aver già affrontato ieri la questione in una conversazione con il presidente polacco Andrzej Duda. Nei giorni scorsi erano emerse diverse voci sul veto di Ankara a un nuovo piano di difesa sul fronte orientale se non verrà accettata una sua dichiarazione che indica le milizie curde come una “minaccia” per la sicurezza turca e dell’Alleanza. La Turchia ha espresso forte disappunto per il mancato appoggio o l’esplicita opposizione verso la sua offensiva militare lanciata a ottobre contro le forze Ypg nel nord-est della Siria. Ha inoltre sottolineato la necessità di mantenere buone relazioni con la Russia e altri Paesi, perché “non sono un’alternativa alla nostra relazione con la Nato. Al contrario: sono complementari”. Il “Sultano” aveva preso di petto anche Macron negli ultimi tempi. “Ascolta cosa ti dico dalla Turchia, lo dirò anche alla Nato: prima di tutto fai controllare la tua morte cerebrale”, aveva tuonato Erdogan, dopo le critiche di Parigi all’offensiva di Ankara contro le milizie curde in Siria. “Tu non rispetti i tuoi obblighi nella Nato, non paghi neppure quello che dovresti pagare alla Nato, ma quando c’è da mettersi in mostra ti metti in mostra”, ha aggiunto il presidente turco. “Escludere o non escludere la Turchia dalla Nato… hai l’autorità per prendere una decisione del genere? Tu non hai alcun diritto né legittimità a stare laggiù (in Siria). Non ti ha invitato neppure il regime”, mentre “la sicurezza della Turchia è la sicurezza dell’Europa”. Parole durissime giunte oltretutto dopo che il giorno precedente il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu aveva definito il capo dello Stato francese uno “sponsor del terrorismo”, facendo riferimento all’appoggio di Parigi alle milizie curde Ypg. Cavusoglu aveva anche detto che Macron vorrebbe diventare il capo dell’Europa, ma è in realtà “debole”. Stoltenberg, in qualità di segretario generale della Nato, prova a minimizzare, a margine del vertice, le divergenze fra la Turchia e altri Paesi membri innescate dall’operazione militare anti-curda di Ankara nel nord della Siria. E si dice convinto che gli impegni sulla “difesa collettiva” in Polonia e nei paesi baltici saranno mantenuti, al di là dell’ultimatum turco. D’altro canto, il presidente turco sa di poter contare sull’entusiastico sostegno dell’amico Trump. “Mi piace la Turchia e vado molto d’accordo con il suo presidente″ ha detto il presidente Usa parlando dei suoi rapporti con l’omologo turco. Di recente la collaborazione strategica fra Washington e Ankara con l’uso dello spazio aereo turco da parte degli Stati Uniti nell’operazione che ha portato all’uccisione del califfo Abu Bakr al-Baghdadi, molto elogiata da Trump. Uno dei temi sul tavolo del vertice Nato è l’acquisto del sistema missilistico russo di difesa aerea S-400, che viene considerata una minaccia per i sistemi Nato e i suoi cacciabombardieri F-35, di cui ha già bloccato la vendita alla Turchia. Per Macron “non è possibile per la Turchia essere membro dell’Alleanza atlantica e acquistare i sistemi missilistici russi”. Per questo ha chiesto “un chiarimento” da parte di Ankara rispetto al suo impegno e ai suoi obblighi verso la Nato. Anche Washington sta valutando se sanzionare il regime di Ankara per la commessa, ma Trump ha di fatto giustificato la decisione di acquistare gli S-400 da Mosca accusando Barack Obama, reo di non aver voluto vendere Patriot alla Turchia. ″Così la Turchia ha smesso di insistere e ha acquistato missili russi″, taglia corto Trump. Con buona pace degli Alleati europei.
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