Redazione ANSA

ROMA

21 ottobre 2019

 

Cile, sale a 10 il bilancio delle vittime

Imposto coprifuoco a Santiago

 

Due persone sono morte carbonizzate durante il saccheggio ad un grande magazzino di materiali per l'edilizia e il bricolage, durante il quale si è sviluppato un incendio. Salgono così a 10, rileva la testata cilena Bio Bio,  le vittime di cui si ha notizia dall'inizio delle proteste in Cile. L'incendio si è verificato alla filiale della Costrumart di La Pintana, nella regione metropolitana.

 

Il generale Javier Iturriaga del Campo, incaricato della sicurezza a Santiago del Cile durante lo stato di emergenza dichiarato dopo le violenze dei giorni scorsi, ha detto che nella capitale cilena e nei dintorni sarà in vigore un coprifuoco dalle 22 alle 7 del mattino. Lo riferisce la Bbc. L'esercito aiuterà la polizia a pattugliare le strade durante l'emergenza dichiarata per 15 giorni, durante i quali le autorità potranno limitare la libertà di movimento e di riunione. Eventi culturali e sportivi sono stati cancellati e i negozi ieri sono rimasti chiusi, come pure l'intera rete di trasporto sotterraneo. Centinaia di soldati stanno presidiando le strade di Santiago, per la prima volta dal 1990, quando il Cile tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet. E nonostante le misure le proteste continuano.

 

Ieri il presidente del Cile ha annunciato la sospensione dell'aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana, ultimo di una serie di rincari che aveva fatto esplodere il malcontento popolare in proteste di piazza e violenze. "Ho ascoltato con umiltà la voce della gente - ha detto Pinera - e non avrò paura di continuare a farlo, perchè così si costruiscono le democrazie. Ho deciso di sospendere l'aumento del metro, ciò che richiederà la rapida approvazione di una legge, finchè concorderemo un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti". Il discorso di Pinera è stato pronunciato con le proteste ancora in atto nonostante lo stato di emergenza e i soldati e i carri armati dispiegati per le vie della capitale. "Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo - ha aggiunto Pinera - . Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia".

 

Le proteste, inizialmente pacifiche, sono sfociate negli ultimi giorni in violenze e vandalismi, soprattutto ai danni delle stazioni della metropolitana dove alcuni studenti e altri cittadini hanno danneggiato tornelli e altre strutture, tanto da costringere le autorità a chiudere l'infrastruttura, con gravi disagi per la popolazione. Si prevede che lunedì venga riaperta. Proteste si sono registrate anche in latre città del Cile: Concepción, Rancagua, Punta Arenas, Valparaíso, Iquique, Antofagasta, Quillota e Talca, secondo i giornali locali. Con i recenti aumenti, Pinera ha perso buona parte della sua popolarità e aspre critiche hanno suscitato alcune immagini diffuse in rete che lo ritraggono in un ristorante a celebrare il compleanno di un familiare venerdì sera, mentre montava la rivolta nelle strade.
   


https://www.lanazione.it

21 ottobre 2019 alle 13:50

 

"Io, nell'inferno di Santiago, fra morti e cariche della polizia"

di Piero Ceccatelli

Ricercatore di Firenze racconta l'odissea nella capitale cilena in rivolta contro il governo per l'aumento dei prezzi

 

" Qui a Santiago c'è il coprifuoco dalle 22 alle 7 del mattino.Ieri sono uscito, nella piazza vicina erano ripresi gli scontri fra manifestanti e forze di polizia con lancio di lacrimogeni e uso di cannoni ad acqua. E' inevitabile restare in casa, tanto più che l'Università dove lavoro ha chiuso nel fine settimana e lo resterà anche oggi".

Giacomo, 29 anni, fiorentino, ricercatore universitario,  parla da Santiago, la capitale del Cile in fiamme,  devastata dalla rivolta popolare contro il governo del presidente Sebastian Pinera, accusato dell'aumento indiscriminato dei  prezzi di beni e servizi di uso corrente.Era dai tempi di Pinochet che il Cile non viveva tensioni di questa portata. L'ultimo coprifuoco riasaliva al 1987.

Giacomo svolge attività di ricercatore post-doc  all'Istituto di Astrofisica dellaPontificia Universidad Católica (PUC) a Santiago del Cile. All'inizio di quest'anno ha conseguito il dottorato di ricerca in fisica e astronomia, curriculum astronomia, all'Università degli Studi di Firenze.  lanazione.it lo ha contattato per il racconto della situazione nella capitale.

"Sabato uscii per fare la spesa al supermercato e ci riuscii - riferisce Giacomo - ma poche ore più tardi molti supermercati sono stati chiusi in seguito agli episodi di sciacallaggio e distruzioni. In un supermercato c'è stato un incendio che ha portato alla morte di tre persone. Il trasporto pubblico è rimasto bloccato fino a domenica, dopo che  cinque autobus erano state date alle fiamme e sono state messe a fuoco numerose stazioni della metropolitana. Non potrei recarmi molto distante".

Quanto ai protagonisti della rivolta, il ricercatore fiorentino spiega che solo una parte dei manifestanti è violenta, mentre  la maggioranza è rappresentata "da persone pacifiche scese in piazza con le famiglie". A Santiago vive una folta comunità italiana. "Sono in contatto con i colleghi che lavorano nella mia stessa università e nel mio istituto di ricerca. Anche loro sono in casa, ci teniamo informati a vicenda sugli sviluppi della situazione".  

 

 

Rispondendo all’afflusso di manifestanti arrabbiati nella capitale, molti dei quali hanno provocato il caos negli edifici governativi e si sono scontrati con la polizia durante quasi due settimane di disordini, Moreno sabato ha imposto un coprifuoco, messo Quito sotto il controllo militare e ha annunciato una restrizione di 24 ore su tutti i movimenti nel paese.

 

Il presidente, il cui governo ha già evacuato la capitale per la sicurezza della città di Guayaquil, ha anche detto al sindaco di Quito che “riconsidererà” la cancellazione dei sussidi per il carburante, una misura che si è rivelata particolarmente dannosa per la popolazione.

 

I militari di domenica hanno annunciato che stava sollevando il coprifuoco nella maggior parte della città, con movimenti limitati solo in alcune parti del distretto settentrionale.

 

Il governo aveva anche promesso di garantire la sicurezza dei leader delle proteste indigene dalla Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador (CONAIE) durante il primo round di colloqui con il governo, che era stato programmato per svolgersi più tardi domenica.

 

I negoziati sono stati concordati dopo dieci giorni di disordini nella capitale. Prima dei colloqui, CONAIE ha dichiarato su Twitter che il presidente dovrebbe ripristinare completamente i sussidi per il carburante o le proteste a Quito e in altre parti del paese continueranno.

 

I leader della protesta hanno anche chiesto che i colloqui siano trasparenti, dicendo che saranno trasmessi in diretta su enormi schermi in modo che l’intero paese possa vedere cosa sta succedendo.

Il governo di Moreno, appoggiato dagli USA e dai circoli finanziari di Wall Street, ha introdotto misure di austerità per soddisfare le condizioni di un accordo di prestito di $ 4,2 miliardi con il FMI. Questo accordo prevedeva la cancellazione dei sussidi per il carburante, privatizzazioni, liberalizzazione dei prezzi e riduzione delle spese sociali. Il risultato dell’accordo ha poi portato a un enorme aumento dei prezzi della benzina e del diesel in Ecuador con incidenza sui prezzi dei beni di prima necessità.

 

P.S. Ultime notizie: la repressione dei militari si sta trasformando in una carneficina. Le forze militari hanno attaccato la marcia degli indigeni composta da persone con famiglie e bambini. Si parla di varie vittime (20 morti sembra fra cui alcuni bambini). Il Governo vuole imporre le misure del Fondo Monetarioa tutti i costi nel paese.

 

La cosa anomala è che i media occidentali non parlano dei disordini e delle rivolte in Ecuador nonostante questa stia assumendo la forma di una rivolta di massa. Sono gli stessi media che mostravano ogni giorno i disordini di Caracas in Venezuela e tutte le manifestazioni di piazza contro il governo di Maduro. Nel caso dell’Ecuador sembra che ci sia una direttiva impartita ai media di non coprire gli avvenimenti. Molto strano.

top